Debacle finale: epilogo tristissimo (e forse estremamente severo) per la Nazionale del bel gioco di Prandelli. A Kiev, l’Italia, complice i problemi muscolari di Chiellini (rientrato a tempo record ma non al 100%) e l’infortunio occorso a Thiago Motta, entrato da appena 5′ e uscito tra le lacrime (rabbia e dolore hanno costituito un mix devastante nell’animo dell’italo-brasiliano), è crollata sotto i colpi di una Spagna attenta, elegante, superiore e anche un pizzico fortunata nei momenti clou. Nonostante l’impietoso 4-0 finale, sarebbe sbagliato portare alla gogna gli azzuri, fino ad oggi perfetti: la banda Prandelli paga la stanchezza di un torneo intensissimo, la maggior freschezza fisica degli avversari e il fatto di aver giocato 30′ in dieci per il sopra citato infortunio di Motta (negli ultimi 5′ gli iberici hanno trovato per due volte la via del gol con i neoentrati Torres e Mata). In ogni modo onore alla Spagna, entrata nella storia con un triplete (Euro 2008, Mondiale 2010 e di nuovo Euro 2012) mai riuscito a nessuno: gli iberici, secondo l’opinione comune in leggera flessione rispetto ai fasti di due anni fa, hanno dimostrato di essere una squadra compatta, breve, abile e tranquilla nel palleggio, asfissiante nel pressing e unita nonostante la storica rivalità interna tra fazione madridista e blaugrana. Gli spagnoli hanno dimostrato di essere la miglior nazionale d’Europa. Certo,l’amaro in bocca per non aver potuto affrontare la partita più importante a piene risorse, resta; ricadere nel pessimismo cosmico di fine maggio, tuttavia, sarebbe oltremodo ingiusto nei riguardi di una Nazionale arrivata fino in fondo nonostante il calcioscommesse, i rumors sugli uomini più rappresentativi, i metrosexual e gli infortuni.
SPAGNA- ITALIA 4-0. Ecco le pagelle e i giudizi della Redazione di Iamnapes.it:
-SPAGNA:
Casillas 6.5: Non corre rischi eccessivi (ordinaria routine sulle conclusioni dalla distanza di Cassano e Montolivo) ma ha il merito di salvare il risultato su Di Natale, chiudendo lo specchio al bomber udinese. Capitano di una realtà stupenda, alza meritatamente la Coppa.
Arbeloa 6.5: Affonda come non mai nei primi 20′, sfruttando la condizione precaria del suo dirimpettaio Chiellini, con Balzaretti la musica cambia e preferisce coprire la sua zona con più prudenza, rispetto alle discese proposte a inizio gara. La sua partita è pulita in entrambe le fasi.
Sergio Ramos 6.5: Fa a sportellate con Balotelli e con maniere più o meno oxfordiane riesce spesso a uscire vincitore dalla personale sfida nella sfida.
Pique 6.5: Rispetto al suo collega di reparto madridista, gioca più di fioretto che di sciabola, risultando fondamentale nell’impostazione del gioco sin dalle retrovie. Anche sulle palle aeree il suo aplomb e la sua consapevolezza non calano.
Jordi Alba 7.5: Il talento valenciano classe ’89 gioca una partita sontuosa, specie quando c’era da proporsi. Bravissimo, in occasione del raddoppio iberico, a chiudere un triangolo perfetto con Iniesta dopo una sgroppata di 50′ metri e ad essere freddo nell’uno contro uno con un Signor portiere come Buffon.
Xabi Alonso 6: Il faro del centrocampo madridista, in nazionale, assume una mise decisamente più umile e meno appariscente di quando non giochi per Mourinho, ma anche nel suo caso, ricordare errori importanti è impossibile.
Sergio Busquets 6.5: Il meno tecnico del centrocampo spagnolo ci fa capire, da questo dettaglio, quanto sia alta la qualità iberica in questa zona del campo. Gioca a due tocchi e sempre bene, figura importantissima del Tico- Taco.
Xavi 7: Che grande calciatore. Metronomo, dettatore di tempi, disegnatore infallibile di passaggi, sia brevi che a lunga virata, Xavi Hernandez vince la personale sfida con il fuoriclasse azzurro Pirlo.
Iniesta 7.5: Con il compagno di squadra Xavi riesce ad imbastire una regia seconda a nessuno per qualità e tempi d’inserimento. Quando poi si tratta di tagliare il campo ed illuminare il gioco, l’atipica “ala” blaugrana, mostra a tutta l’Europa di essere forse il miglior fantasista del momento. Unico. Dall’87’ Mata 7: Il tempo di entrare e timbrare il cartellino su assistenza di Torres. L’ ultima firma sull’impietoso poker è sua.
Fabregas 7: Brucia l’infortunato Chiellini (chissà se con il difensore al 100% l’epilogo della suddetta azione sarebbe stato lo stesso) e serve a Silva il pallone dell’1-1. Il “falso 9”, con la prestazione odierna, da’ ragione al c.t. Del Bosque, ingenerosamente nel ciclone della stampa iberica a causa della parziale bocciatura a Torres e Negredo. Dal 75′ Torres 7.5: Entra, segna il suo terzo gol europeo e offre a Mata il 4-0 facile facile. Niente male. El Nino is back.
Silva 7.5: Il furetto del City è, stasera imprendibile: tocco cristallino e rapidità fuori dal comune ne fanno uno dei migliori interpreti del suo ruolo a livello planetario. Se poi può essere acceso da piedi come quelli di Xavi, Iniesta e compagni, allora per lui il gioco si fa’ facile. Dal 59′ Pedro 6.5: Senza strafare, prende degnamente posto nella festa ispanica.
All. Vicente Del Bosque 7.5: Zittisce le voci che volevano la Spagna Campione di tutto in (seppur leggera) flessione con un risultato mai ottenuto prima in una finale Europea: 4-0 e Italia dei miracoli a casa. Certo, il tecnico ha avuto dalla sua anche i favori della Dea Bendata, ma se la Spagna porta a casa il terzo trofeo internazionale in quattro anni, si vede che un motivo (e bello tangibile) c’è. Indovinata la scommessa del “falso 9”: senza il classico pivot la Spagna perde in profondità, ma guadagna in manovra in mezzo al campo e sulle ali, manovra che spesso permette ai talentuosi furetti iberici di ritrovarsi 1vs1 contro i malcapitati difensori avversari. Vi(n)cente, in tutti i sensi.
-ITALIA:
Buffon 6: Capitano valoroso, non può nulla nelle quattro occasioni che vedono le Furie Rosse bucare la sua porta. Ha carattere e cerca di risollevare la baracca, ma stasera non c’è sfida: vuoi per qualità, vuoi per sorte avversa, la Spagna si rivela un avversario troppo forte anche per una difesa che fino ad oggi aveva subito 3 soli gol, di cui uno su rigore (a risultato ormai portato a casa nella semifinale con la Germania) ed uno per un errore di Chiellini, contro la Croazia. Sconsolato.
Abate 5: Il terzino milanista mette in mostra un’ottima corsa e tanta volontà ma anche dei limiti tecnici (che specie se confrontati ai dirimpettai iberici diventano quasi impietosi) e caratteriali che, a lungo andare, ne limano la prestazione. Il suo Europeo, comunque, non è da buttare. Timido.
Bonucci 5.5: Nonostante l’impietoso poker rifilatoci, il centrale bianconero, autore di un Europeo sin qui sontuoso, non commette chissà quali errori. Nei minuti finali, solo, sconsolato, e con l’uomo in meno, come il collega Barzagli (fino ad allora perfetto), si adatta al clima tragico che si respira nella compagine azzurra e apre la porta all’ultima segnatura di Mata. Arrendevole.
Barzagli 6: Il miglior centrale difensivo italiano (data anche il non eccelso assortimento di talenti nel ruolo) gioca benissimo per 80′: fino al 2-0, arrivato a seguito di un contropiede micidiale sull’asse Jordi Alba- Iniesta- Jordi Alba, riesce con Bonucci e la generosità di De Rossi a rendere fine a se stesso il possesso palla dei Rossi, ma poi, nella debacle finale, attende con ansia il solo triplice fischio dell’arbitro Proença. Peccato, specie per chi ha giocato come lui, mettere la parola fine all’Europeo in maniera così triste. Solo et pensoso.
Chiellini sv: Esce dalla partita più importante della sua vita dopo soli 20′, a causa di un infortunio dal quale, in effetti, dimostra di non essere mai guarito. Si porta sul groppone il gol di Silva, dove permette a Fabregas di farsi bruciare con una facilità (dettata sicuramente dal guaio muscolare) insperata per il citizen. Chissà se fosse stato il caso di non rischiarlo. Comparsa. Dal 20′ Balzaretti 5.5: Finchè c’è stata gara, il fluidificante palermitano, interpreta le due fasi di gioco con discreta diligenza e qualità. Nel crollo psico-fisico finale, invece, s’appiattisce come tutto l’undici azzurro. A fasi alterne.
Marchisio 4.5: E’ un ingiusto e (sportivamente parlando) doloroso dovere affibbiare ad un simile talento un voto così ingeneroso. Purtoppo, però, Marchisio, fino ad oggi insostituibile incursore del centrocampo azzurro, è il grande assente di questa finalissima. Chissà se un pizzico di recupero in più (non è mai stato sostituito) gli avrebbe consentito di interpretare meglio il fondamentale match odierno. Un peccato.
Pirlo 5: Il tocco e lo stile sono quelli cui ci siamo abituati in questo strepitoso europeo. La concretezza, però, va pian piano scemando. Il professore bianconero perde malamente la sfida a distanza con Xavi, prova pure ad imbastire qualche trama interessante ma con risultati raramente positivi per la causa azzurra. Prima di oggi, per lui, si parlava di pallone d’oro, forse dopo un risultato del genere perseverare in pensieri del genere sarebbe esagerato, ma il suo Campionato Europeo è comunque da ricordare. In Stand By.
De Rossi 5.5: In fase di interdizione, almeno fino al raddoppio di Jordi Alba, è perfetto. In fase di impostazione, invece, sin dai primi minuti, dimostra una lucidità ed una precisione non da lui. Sbaglia troppi appoggi, ma non tira mai il cuore al di qua dell’ostacolo. Come la stragrande maggioranza dei suoi compagni si rende protagonista di una grande Rassegna Continentale, ma poi, vuoi per un motivo, vuoi per l’altro, viene meno nella serata più importante. Comunque incriticabile.
Montolivo 6: L’ex viola, entrato quatto quatto nelle grazie del suo ex allenatore alla Fiorentina, ed attualmente c.t., Prandelli, interpreta il ruolo di trequartista atipico disegnatogli dal suo mentore con grande abnegazione, seppur con meno qualità negli appoggi rispetto alle gare con Inghilterra e Germania. Esce (forse troppo presto) per far posto allo sciagurato Motta e (forse) sarebbe stato meglio fosse rimasto in campo. Ordinario. Dal 56′ Thiago Motta sv: La sua presenza in questa finale è il più sciagurato degli aneddoti da raccontare a potenziali nipoti: Motta entra, gioca appena 5′, si fa male all’adduttore della coscia destra, lascia in 10 i suoi (nonostante fosse entrato a mezz’ora abbondante dalla fine era già il terzo cambio adoperato da Prandelli) , esce tra le lacrime e assiste dalla panchina alla debacle azzurra. Sciagurato.
Cassano 6: La partita più importante della sua vita, il Campione di Bari Vecchia, l’ha già vinta riuscendo a disputare questi europei nonostante il noto problema cardiaco occorsogli a inizio stagione. Stasera Fantantonio è volenteroso, ma si vede che, oltre ad una classe cristallina ed ad una volontà da scolaro modello, non può offrire molto alla causa. Non ha i 90′ minuti nelle gambe, ma quest’oggi, secondo Prandelli, nemmeno i 60′ cui il tecnico l’aveva abituato. Esce per Totò Di Natale nell’intervallo. In riserva. Dal 45′ Di Natale 6: Come entra crea le due palle gol più nitide della partita dei suoi, ma non riesce a trovare la via del gol. Sbaglia, di sinistro, l’ipotetico 2-1 che a più di mezz’ora dalla fine, poteva riaprire il match. Si batte e chiama a gran voce l’attenzione dei suoi, ma capisce che non è serata. Volenteroso.
Balotelli 6: Molti s’aspettavano la sua definitiva consacrazione a livello internazionale proprio stasera e lui, dimostra una voglia tale da meritarla. Tuttavia risulta essere troppo spesso nervoso ed individualista e alla lunga, perde il duello con Ramos, intelligente anche nel provocarlo. Prova due bombe dalla distanza ma non riesce ad inquadrare la porta di Casillas. Ha il merito di lottare anche in fase di ripiego. La sua tristezza, a fine gara, la dice lunga su quanto volesse salire sul tetto d’Europa. Dalla sua ha però tempo e qualità per riprovare nell’impresa. Deluso.
All. Prandelli 5: Il suo Europeo è da 10, ma putroppo, vuoi per ignobile sfortuna, vuoi per qualità superiori degli avversari, stasera perde la partita più importante della sua carriera. In riserva d’ossigeno, il tecnico ex Fiorentina, imposta la gara sui tasselli giusti, ma è incapace di reagire dopo l’inaspettata prodezza di Silva. Inoltre finire i 3 cambi a più di mezz’ora dalla fine è un argomento, quantomeno, di discussione. Purtroppo non può giocarsi la partita della vita (fin’ora) come meritava. Cambiare nell’undici iniziale rispetto alle altre gare sarebbe stato ugualmente rischioso, inoltre il 4-0 è, per quanto visto in campo, un risultato forse troppo largo. Chissà se dopo stasera il buon Cesare sarà ancora il C.T. di questa bella Italia da lui plasmata. Tempi d’addio.
Arbitro Proença 5.5: Non arbitra male ma nega un rigore alla Spagna e non s’accorge di un leggero fuorigioco in occasione del 4-0 di Mata. Ma in entrambi i casi avrebbe forse necessitato di collaboratori migliori.
SPAGNA-ITALIA 4-0. Ecco il tabellino completo della finalissima di Kiev con le pagelle di Iamnaples.it:
SPAGNA (4-3-3): Casillas 6.5; Arbeloa 6.5, Sergio Ramos 6.5, Pique 6.5, Jordi Alba 7.5; Xabi Alonso 6, Sergio Busquets 6.5, Xavi Hernandez 7; Iniesta 7.5 (87′ Mata 7), Fabregas 7 (75′ Torres 7.5), Silva 7.5 (59′ Pedro 6.5). All. Del Bosque 7.5
ITALIA (4-3-1-2): Buffon 6; Abate 5, Bonucci 5.5, Barzagli 6, Chiellini sv (20′ Barzagli 5.5); Marchisio 4.5, Pirlo 5, De Rossi 5.5; Montolivo 6 (56′ Thiago Motta sv); Cassano 6 (45′ Di Natale 6), Balotelli 6. All. Prandelli 5
Arbitro: Proença (POR) 5.5
Marcatori: 13′ Silva (S); 41′ Jordi Alba (S); 85′ Torres (S); 88′ Mata (S).
Ammoniti: 24′ Pique (S); 43′ Barzagli (I);
A cura di Mirko Panico
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