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Scopriamo il tallone d’Achille del Chievo Verona!

Tre partite, tra Champions League e campionato, son bastate a sbizzarrire l’immaginazione dei tifosi napoletani. Ed ecco che la squadra azzurra, in Serie A con sei punti ottenuti contro il Cesena ed il Milan, strappando non pochi applausi, si presenta nella tana della propria bestia nera: il Chievo Verona. La squadra gialloblu lo scorso anno ha creato diversi problemi ai partenopei sia in casa che in trasferta, ma le prestazioni di Manchester e del San Paolo domenica sera potrebbero anche indurre a pensare che sia giunta l’ora di vendicarsi.

Gli uomini di Mazzarri che hanno avuto qualche problemino per prendere l’aereo per Verona sanno che il mister effettuerà un po’ di turnover. Del resto, tutti sanno cosa li attende nell’arco di una settimana: la Fiorentina sabato, il Villareal (altra squadra con la quale sistemare i conti) a metà della settimana prossima. Per questo motivo, tra i convocati per la gara al Bentegodi non compaiono tre nomi altisonanti quali Campagnaro, Dossena (colpito da un lutto in famiglia) e Lavezzi. La novità di quest’anno è proprio potersi concedere il lusso di lasciar riposare alcuni “titolarissimi” sapendo che verranno rimpiazzati da giocatori che non li faranno rimpiangere, e la dimostrazione di questa tesi è proprio la prestazione di Camilo Zuniga contro i campioni d’Italia nel posticipo della terza giornata, con quel salvataggio in acrobazia su Pato che in tanti ricordano ora e ricorderanno per molto tempo. Ipotizzando quindi la formazione e prevedendo diversi cambi tra gli undici titolari, dovrebbe schierarsi De Sanctis in porta, con Cannavaro e Aronica in compagnia del giovane Federico Fernandez: l’argentino in precampionato ha dimostrato di avere qualità da Napoli, con una velocità notevole e una capacità nel tackle decisamente superiore alla norma; forse il “suo” tallone d’Achille, rivelato anche da Mazzarri, è proprio il tocco a breve distanza, ma è sicuro che l’allenatore stia già lavorando per risolvere questa sua debolezza. Sulle fasce, come nel primo incontro di Champions, si vedranno Zuniga sull’out sinistro e Maggio su quello destro. I due figurano di diritto tra i migliori di questo inizio stagione, avendo messo in mostra una condizione davvero eccellente oltre che una voglia di fare bene che è ormai caratteristica di tutta la squadra. La metà campo dovrebbe perdere lo svizzero Inler per lasciare il posto al suo connazionale Dzemaili, che condividerebbe la metà campo con l’uruguaiano Walter Gargano, ideatore della sensazionale seconda rete del Napoli contro i rossoneri del Milan. La corsa e la resistenza fisica sono sempre state le sue caratteristiche, e quest’anno, forse per la consapevolezza di non avere il posto da titolare sicuro, sta dando un contributo davvero importante non solo al centrocampo ma a tutta la squadra, aiutando la difesa in fase passiva e proponendosi quando i compagni vantano il possesso palla. Dzemaili, invece, si è candidato anche come intermediario tra il centrocampo e la trequarti: contro il Manchester, infatti, la sua posizione è stata arretrata rispetto a quella di Hamsik, proprio per dare man forte ai compagni delle retrovie, e questo è un ruolo che potrà tornare utile alla squadra nei momenti di difesa del risultato. Infine, i tenori, orfani del Pocho Lavezzi, accoglieranno la discesa in campo da titolare per la prima volta di Goran Pandev: il macedone non ha avuto molto tempo per mettersi in mostra contro il Milan, ma domani potrà dire la sua contro il Chievo, anche se non è da escludere che Santana e Mascara insidieranno il suo posto accanto ad Hamsik fino alla diramazione ufficiale delle formazioni. Davanti a loro ci sarà colui che ha realizzato la sua quinta tripletta (e davvero, non è per niente poco) da quando è all’ombra del Vesuvio, Edinson Cavani. L’attaccante dell’Uruguay ha messo in mostra il suo repertorio domenica sera, realizzando un gol da attaccante puro, uno da posizione defilata, sublime per la scelta di ingannare tutti, lasciando intendere di voler piazzare la palla sul secondo palo e mettendola invece sul primo, e l’ultimo gol da vero rapace, con palla che gli arriva sul piede e così, di prima, senza pensarci, scagliandola in porta. L’ultima partita ha evidenziato un chiaro messaggio: se gli arrivano le palle giuste, lui non le sbaglia, in barba a chi aveva pronosticato la difficoltà per lui di ripetere i 26 gol dello scorso anno.

Domenico Di Carlo, un po’ figliol prodigo per la sua esperienza con la Sampdoria terminata male, ha ottenuto un solo punto in queste due partite. Certo, è a pari punti con Roma, Inter e Milan, ma questo non gli farà certo pensare che la squadra abbia fatto del proprio meglio in questo inizio di stagione. Per di più, l’ultimo incontro, quello contro il Parma che lo ha visto sconfitto grazie ad una doppietta di Sebastian Giovinco, gli ha riservato anche l’infortunio del suo uomo migliore, Sergio Pellissier. Quando si dice oltre al danno la beffa. L’attaccante, vero e proprio punitore del Napoli durante la scorsa stagione, lascia un vuoto difficilmente colmabile nell’attacco della squadra. Il tecnico, oltre alla punta, farà a meno anche di Acerbi e Luciano, e in queste condizioni, sarà difficile far riposare chi ha disputato l’intera partita al Tardini domenica. Davanti a Sorrentino, Di Carlo potrebbe decidere di far scendere in campo la difesa titolare, con Sardo e Jokic sulle fasce e Andreolli e Cesar centrali. Il suo 4-3-1-2, facilmente mutabile in 4-3-2-1, vedrà la linea mediana composta da Hetemaj, Rigoni e Bradley, con sulla trequarti Cruzado a favorire Paloschi ed uno tra Moscardelli e Thereau. Quest’ultimo ha caratteristiche che sposterebbero gli equilibri dell’attacco, ed essendo più veloce del compagno di squadra con il quale si gioca il posto potrebbe defilarsi per lasciare le vie centrali al talento di scuola Milan, ma questo lo si potrà dedurre solo a partita in corso, con gli schemi dell’allenatore già assimilati dai suoi uomini.

Inutile dirlo, se c’è un tallone d’Achille dei prossimi avversari del Napoli, questo è l’assenza di Pellissier, giocatore che De Laurentiis e Bigon hanno già trattato in passato, poi convenendo per annullare l’operazione. Il tutto è accentuato dall’indisponibilità di Luciano, che sugli out sa farsi valere, e per le ambizioni di questa squadra, le due mancanze sono difficilmente sopportabili, specie con Maggio e Zuniga pronti a far male sugli out. Forse è lecito pensare che sia venuta l’ora di eliminare questa bestia nera, proprio all’inizio di una stagione che parte con il messaggio dei “corsi e ricorsi storici” tanto cari a Gian Battista Vico: sei punti in due partite sono stati ottenuti nell’anno del secondo scudetto. Sembra più che giusto, a questo punto, sognare in grande, a maggior ragione guardando fuori dal proprio cortile e osservando i problemi in casa di Milan, Inter e Roma.

Arbitro allo stadio Bentegodi sarà il signor Damato di Barletta.

CHIEVO (4-3-1-2):

Sorrentino; Sardo, Andreolli, Cesar, Jokic; Bradley, L.Rigoni, Hetemaj; Cruzado; Paloschi, Moscardelli.

A disposizione: Puggioni, Mandelli, Frey, Vacek, Gallozzi, Uribe, Théréau.

All. Di Carlo

NAPOLI (3-4-2-1):

De Sanctis; Fernandez, Cannavaro, Aronica; Maggio, Gargano, Dzemaili, Zuniga; Hamsik, Pandev, Cavani.

A disposizione: Rosati, Grava, Fideleff, Inler, Santana, Mascara, Chavez.

 All. Mazzarri

 

Emanuele Criscuolo

 

 

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