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Ripartenze e profondità, così il Napoli illumina San Siro

Nel primo tempo Mazzarri mostra il suo calcio, nella ripresa sfuma l’appuntamento con la storia ma la Champions è blindata

Il dibattito è: “Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?”. E’ assolutamente mezzo pieno. Il Napoli a Milano blinda il secondo posto, restando a +4 a sei giornate dal termine. Questo risultato significa avere le mani sulla qualificazione diretta alla Champions League; non centrarla rappresenterebbe un grave suicidio sportivo. C’è anche un altro dato confortante: alla “Scala del Calcio” il Napoli ha dimostrato che sul campo ha dei valori superiori a quelli espressi dal Milan. Probabilmente aveva ragione Berlusconi quando in campagna elettorale dichiarava: “Stiamo puntando sui giovani, in tre anni raggiungeremo i livelli del Napoli”. Il Milan, con la spaventosa rimonta, sembrava aver recuperato terreno ma si tratta di una cavalcata compiuta grazie alle capacità gestionali di Galliani ed Allegri, alla sequenza di errori arbitrali giunti proprio nei momenti decisivi ed al tonfo di Roma ed Inter che ha esasperato la mediocrità del campionato. Onore al Milan che ha rilanciato un progetto basato sui giovani; quest’anno sono stati lanciati De Sciglio ed El Shaarawy, per la prossima stagione Galliani ha già acquistato Saponara, opzionato Jorginho, mentre è impegnato nelle trattative per Zaza e Regini. Le idee sulla ricostruzione passano anche per un settore giovanile di grande livello, ricco di talenti da far crescere. Galliani guarda al futuro, il Napoli a San Siro ha dimostrato di avere la forza per illuminare alla Scala del Calcio. Quanti spunti di riflessione per questo Milan-Napoli; punti di forza, limiti, ragionamenti su una partita che può rappresentare uno spartiacque nella stagione degli azzurri. Dalla Scala del Calcio il Napoli porta a casa un’ulteriore iniezione di convinzione nei propri mezzi, la consapevolezza che il secondo posto è un obiettivo alla portata e soprattutto che mancano pochi ritocchi per il salto di qualità, cioè per rendere l’organico all’altezza per competere su più fronti. E’ anche Mazzarri a sottolinearlo rispondendo in conferenza  stampa alla domanda sulla possibile partenza di Cavani: “Nulla è eterno, è importante non fare rivoluzioni, non stravolgere tutto”. Pensieri che lasciano supporre che è molto probabile la permanenza di Mazzarri al Napoli, pronto ad accettare l’eventuale partenza di Cavani, a patto che sia sostituito con calciatori all’altezza e che la rosa sia complessivamente migliorata con pochi ma importanti ritocchi.

L’analisi di Milan-Napoli mostra i punti di forza degli azzurri ed i limiti che frenano le ambizioni di Mazzarri che più volte in questa stagione ha pensato di poter compiere la straordinaria impresa di soffiare lo scudetto alla Juventus. Nel primo quarto d’ora a San Siro il Napoli soffre l’ottimo approccio rossonero. Gli azzurri non hanno ancora la personalità di non farsi travolgere dall’atmosfera del “Meazza” tutto esaurito e poi vanno in tilt su una mossa tattica di Allegri: gli attacchi arrivano soprattutto da sinistra. I tagli di Boateng costringono Zuniga a tagliare verso il centro, lasciando spazio ad Abate sulla destra; allo stesso tempo i movimenti del ghanese mettono in difficoltà il lento Britos e favoriscono i centrocampisti che sopraggiungono a rimorchio. Flamini al 29’ va a segno proprio con un’azione di questo tipo, raccogliendo una respinta di Britos in anticipo su Pazzini. Il gol può essere una doccia fredda per il Napoli che, invece, non si deprime ma continua a mettere in difficoltà il Milan con le sue caratteristiche migliori: le ripartenze, la profondità, le verticalizzazioni attaccando costantemente tra le linee con Hamsik e Pandev, ben supportati anche dai movimenti di uno straordinario Zuniga sulla corsia sinistra. I movimenti armonici del sistema di gioco di Mazzarri avevano già permesso al Napoli di rendersi pericoloso prima del gol di Flamini, autore al 18’ di un clamoroso fallo di mano in area di rigore non ravvisato dalla sestina arbitrale. L’inserimento di Niang al posto dell’infortunato Boateng spegne un fronte d’attacco del Milan, Zuniga non soffre più sulla corsia sinistra e si dedica solo alla fase di spinta. Il Napoli nell’ultimo quarto d’ora potrebbe anche andare in vantaggio con Cavani che non è cinico su uno splendido lancio di Cannavaro che sorprende Mexes e Zapata, i due centrali del Milan apparsi molto lenti e senza le qualità necessarie per comandare la difesa rossonera. A San Siro è andato in scena un primo tempo da ricordare che rappresenta in fase propositiva l’espressione più nitida delle idee di calcio di Mazzarri che in conferenza stampa dichiara: “Nel secondo tempo ci è mancata lucidità, energia soprattutto da parte di alcuni uomini. Il calcio espresso nel primo tempo richiede tanto lavoro atletico e mentale. Il gol di Pandev? E’ da manuale del calcio, all’allenatore trasmette orgoglio perché è il trionfo degli schemi”.

L’avanzamento del campo è l’occupazione degli spazi con la corsa e non con il possesso palla sono due concetti principali nella filosofia calcistica di Walter Mazzarri. Nella ripresa questo credo, dopo aver deliziato i tifosi napoletani, ha presentato il conto perché a San Siro si poteva vincere, soprattutto sfruttando meglio la superiorità numerica nell’ultimo quarto d’ora. Hamsik al 69’ chiede il cambio per crampi, per il Napoli è una forte perdita perché lo slovacco, anche se non è al meglio, apre gli spazi, aziona Pandev tra le linee, detta i tempi del gioco ed illumina con splendide giocate. Mazzarri preferisce giocare a scacchi, schiera Armero da esterno sinistro alto per bloccare Abate in fase difensiva, schiera Calaiò per cercare la zampata vincente ma soprattutto non lasciare campo alle sgroppate di Mexes e Zapata. La strategia militare di Mazzarri è avanzare il baricentro, costringere in ritirata il Milan e provare soprattutto con la densità in fase offensiva, ispirata dal genio di Insigne, a piazzare il colpo alla Scala del Calcio. Allegri risponde con El Shaarawy, che blocca Campagnaro in fase difensiva, impensierisce Zuniga, spostato sulla corsia destra quando Mazzarri inserisce Calaiò al posto di Maggio. Inler resta ancora una volta in panchina per tutta la gara; lo svizzero sarebbe stato utile per dare ordine e visione geometrica ad una squadra apparsa più volte troppo frenetica, approfittando anche dell’inferiorità numerica del Milan nell’ultimo quarto d’ora. Il Napoli illumina a San Siro ma dimostra che ha ancora ampi margini di miglioramento. Le ultime sei partite di campionato, con un buon vantaggio sul Milan, sono il prossimo step. Poi ci sarà tanto da programmare; si continuerà con Mazzarri? Dalle nostre sensazioni ed indiscrezioni sembra di sì, Fassone ed Inter permettendo.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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