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Pechino era il primo amore, poi l’ira di De Laurentiis. Ecco le ragioni del patron…

Prima la volontà di giocare in Cina, poi il rifiuto. Ecco i perchè del presidente...

“La Supercoppa si deve giocare a Pechino, altrimenti giochiamo con qualcun altro. Con la Juventus abbiamo già giocato qualche giorno fa. Se non sono d’accordo su Pechino vuol dire che risparmieremo una partita…”. Così parlò De Laurentiis. Eravamo al 29 Maggio, ed il Napoli si gustava la conquista della Coppa Italia, ottenuta solo pochi giorni prima. Ma questa mattina i titoli a caratteri cubitali delle maggiori testate giornalistiche hanno sorpreso un po’ tutti. “Perché affrontare un viaggio in Oriente nel pieno della preparazione? No, il Napoli non andrà in Cina”, tuona De Laurentiis. Ed ancora: «Mi spiegate a cosa serve andare in Cina a pochi giorni dall’inizio del campionato? E cosa rappresenta questa Supercoppa? Sottoporremo calciatori ad uno stress pazzesco, io non ci sto!”. Dichiarazioni che hanno spiazzato Lega, Agnelli e addetti ai lavori.

In realtà, però, il patron azzurro non è preoccupato solo per lo stress a cui saranno sottoposti i calciatori. De Laurentiis è sempre attento all’umore dei tifosi e il malcontento in città, manifestato con striscioni e slogan, per la questione Pechino ha influito sul dietrofront del presidente. Inoltre, il fatturato che la finale di Supercoppa può produrre, si riduce se si pensa alle aspettative del presidente. De Laurentiis, infatti, avrebbe voluto organizzare una Dragon Cup. Dunque, il business non è quello che ci si aspettava, i tifosi protestano, i problemi burocratici e le ripercussioni sulla preparazione atletica scatenano l’ira del ‘presidentissimo’, che di certo non le manda a dire. Invoca la svolta, ma stavolta non viene ascoltato dalla Lega Calcio, dalla quale arriva un secco ‘no’ che sbatte la porta in faccia a De Laurentiis. Almeno per ora…

Servizio a cura di Stefano D’Angelo

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