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Pandev: “Lavezzi fa la differenza in maniera impressionante”

Il macedone parla ai microfoni del Corriere dello Sport

He’s back: e in quel lento girovagare per cercar se stesso, s’è accorto che c’è un mondo nuovo che gli appartiene. Benvenuti al Sud, nell’inedito microcosmo di Goran Pandev, il quarto tenore di un attacco da favola. l’ultimo illusionista estrapolato dal cilindro, un giostraio per grandi e piccini. «Io qua sono venuto per vincere qualcosa». C’è Napoli-Roma oltre il buco della serratura e mentre le palline girano e conducono verso Londra, quartiere Chelsea, l’acuto che si sparge nell’aria è un’eco magico che incanta e seduce e conduce là dove vi porta Pandev.

E’ l’ora (e mezza) del derby, Pandev.
“E no, il clima derby appartiene a Roma, perché lì si concentrano emozioni che non sono esportabili e che appartengono, inevitabilmente, alla città che lo vive”

Il giallorosso le piace…
«Due gol nei precedenti, vittorie e sconfitte, un ruolino di marcia niente male. Ma quello è il passato, questa è un’altra storia. Però ricordo con piacere la vittoria per 3-2, rete di Behrami al 93esimo. La prima fu la mia, ma ci raggiunsero. Si rischiava la psicosi. Ho dato il mio piccolo contributo per far tuffare Delio Rossi nella fontana del Gianicolo: pensi un po’ lei che tensioni mette addosso un derby».

Avendo visto la Roma molto da vicina, potrà raccontarla a Mazzarri.
«Ma il mister sa bene ciò che serve e questa settimana libera di impegni ci è servita per preparare la partita. Sarà difficile, ma noi siamo pronti».

Le piace il progetto romanista?
«E anche tanto, ma va assecondato con la pazienza. Solo che qui in Italia è tutto più complicato, il risultato è la ragione di vita. Però hanno inserito talento».

Dopo quattro mesi di Napoli come va?
«Ora molto bene, direi che mi sento in forma, quasi al 100%. Ho avuto problemi iniziali, difficoltà che forse non mi aspettavo e che invece hanno ritardato il mio inserimento».

Ma ora è già il quarto tenore per la gente…
«Ho fatto niente, ma sono venuto per far tanto: ho trovato una squadra che gioca a memoria e davanti a me calciatori di grandissima classe».

Ripartiamo da agosto…
«Avevo capito che all’Inter l’aria era cambiata, che valeva la pena cercare nuove motivazioni. Napoli m’ha scelto e sono stato fiero di ciò. Ma quando ho deciso, avevo in testa un solo obiettivo: vincere qualcosa».

Si può fare?
«Ma certo che sì. Il campionato è apertissimo, si deciderà come sempre a marzo: le distanze ora sembrano enormi ma bastano un paio di settimane per riavvicinarsi. Siamo agli ottavi di Champions, non mi sembra un dettaglio. E a gennaio cominceremo anche a pensare alla Coppa Italia».

Qui non si butta via niente….«
«Ma scherza. Abbiamo le potenzialità per far bene. Un gruppo che negli anni s’è sempre migliorato, una qualità di gioco elevata, della quale va dato merito innanzitutto a Mazzarri. Peccato aver sprecato qualche punto in campionato, ma è la tassa che abbiamo dovuto pagare per la partecipazione i Champions: giocare ogni tre giorni consuma».

Un calciatore che l’ha stupita.
«Lavezzi, perché fa la differenza in maniera impressionante. E’ fondamentale in questo Napoli: magari segna meno di quanto potrebbe, ma si ammazza, non si tira mai indietro, lavora una enormità di palloni, manda in crisi gli avversari».

Cosa ha capito in questo periodo?
«Che Napoli e la città ideale per me. E questa la squadra giusta. Non so cosa accadrà a luglio, visto che sono in prestito, ma so per certo che se non dovessi restare qua, andrei lontano dall’Italia: o Napoli o all’estero».

Mappa del destino?
«Mi piace molto la Spagna: potevo andare al Siviglia, prima di arrivare all’Inter. E mi piace tantissimo l’Inghilterra: il fascino di due pianeti – non solo calcistici – diversi».

Prima del sorteggio aveva detto: mi sento l’Arsenal.
«Forse sentivo profumo di Londra, chissà. Quando arrivi agli ottavi di Champions, non puoi permetterti di avanzare pretese dalla sorte. Il Chelsea ha bagaglio tecnico, tattico e di esperienza, ma all’uscita dei gironi di Champions, noi venivamo considerati fuori. Le partite si giocano, prima di perderle».

Dicono che piacesse molto a Mourinho…
«Posso dire che Mourinho incuriosiva moltissimo me. Fu la spinta ulteriore ad indirizzarmi verso l’Inter. Ed ho verificato che tutto ciò che sentivo dire era vero: personaggio straordinario, veramente speciale, un uomo vero, trasparente e sincero, una figura autorevole. Non a caso, mai un calciatore che ne abbia parlato male: neanche le riserve, che in genere hanno sempre qualcosa da ridire. E poi è affettuoso. Abbiamo conservato un ottimo rapporto, ogni tanto qualche sms, la stima reciproca».

Piaceva molto pure a Delio Rossi.
«Che mi ha lanciato ed al quale sono grato, perché ha creduto seriamente in un ragazzo che ogni estate scopriva di doversi rimettere in discussione. Ero arrivato all’Inter, poi cominciai a girare: rischiavo di perdermi, Rossi m’ha fatto sentire importante».

E a Napoli l’ha voluta Mazzarri.
«Mi sono servite parecchie settimane per capire cosa chiedeva, come intendeva utilizzarmi. Ma adesso mi viene tutto facile. Devo un grazie al mister ed a tutto il suo staff, che mi hanno recuperato. Venivo da un ritiro strano, in cui vagavo nei miei pensieri perché ormai avevo capito di dover lasciare l’Inter. E poi era da tempo che non giocavo come avrei voluto. Dicono che Mazzarri sia simile al Mou, io penso che ognuno è se stesso, come i calciatori, con le proprie caratteristiche: a me piace anche Mazzarri».

Le favorite per lo scudetto?
«La Juventus, perché non gioca le coppe e questo è un gran vantaggio; il Milan perché è pazzesco; Udinese e Lazio che stanno dimostrando. Ci siamo anche noi e non dimenticate l’Inter: sbaglia chi crede che quel gruppo si senta sazio. Vincere aiuta a vincere, anzi fa venire ancora più fame».

Ha citato due sue ex squadre.
«Io alla Lazio sono stato bene, fino a quando non si è arrivati alla rottura. Ma con me l’ambiente si è sempre dimostrato carico e con compagni e tecnici, Rossi ne è un esempio, rapporto straordinario. Altro non ho da aggiungere. E con l’Inter ho vinto tutto, ma proprio tutto. Solo che poi il tempo passa e le strategie cambiano. Io sono convinto che tornerà grande, presto».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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