Da più parti si fa la gara a chi la spara più grossa, a chi esprime le certezze più solide. La verità è, invece, che neanche Mazzarri e Cavani conoscono il loro futuro. Sono i principali protagonisti dello splendido triennio azzurro ma sono costretti a convivere con l’incertezza del calciomercato. Mazzarri sfoglia la margherita da inizio stagione; è caduto un solo petalo, il pressing dell’Inter che non ha la forza economica né per il suo ingaggio né per il profilo di giocatori richiesti dal tecnico di San Vincenzo per cominciare l’avventura in casa nerazzurra. Restano soltanto tre ipotesi per Mazzarri: rimanere a Napoli cercando di strappare il massimo possibile in termini d’ingaggio e di garanzie tecniche nei prossimi incontri con De Laurentiis, accettare le sirene giallorosse dove sarebbe chiamato a portare avanti un progetto con grandi potenzialità o scegliere l’anno sabbatico, aspettando situazioni ancora più interessanti.
Per Cavani la situazione è ben diversa. Le trattative tra gli agenti, il Napoli e i top team interessati vanno avanti da mesi ma 63 milioni di euro ai tempi della crisi sono tanti anche per i più ricchi. Il Real Madrid attende di definire chi sarà il prossimo allenatore, molto probabilmente Carlo Ancelotti, e poi dovrà capire se ci sono i margini per la milionaria cessione di Cristiano Ronaldo prima di compiere grandi acquisti. Altri introiti potrebbero arrivare dalle cessioni di Di Maria e Pepe, che Mourinho vorrebbe portare al Chelsea. Il Napoli non ha ancora ricevuto offerte ufficiali, soprattutto poi dal Real Madrid che ha imbastito i suoi approcci solo con l’agente del Matador. De Laurentiis ha curato in prima persona solo il fronte Manchester City; Mancini, verso la riconferma, ha messo il Matador al primo posto nella lista-mercato discussa con lo sceicco Mansour. C’è una trattativa in corso da mesi, come vi abbiamo raccontato in esclusiva il 6 Marzo scorso (clicca qui per leggere), tra le due società ma lo scoglio è il costo della clausola. Il City vorrebbe risparmiare e ha provato anche a proporre il difensore Richards al Napoli che invece non fa sconti sul prezzo di uno degli attaccanti più forti del mondo. Dzeko ha un ingaggio proibitivo e l’ostacolo dei diritti d’immagine, poi potrebbe essere il successore di Lewandoski al Borussia Dortmund. E’ molto più praticabile la pista Osvaldo ma bisogna attendere gli sviluppi del giro di panchine.
In casa Napoli spaventa il cordone ombelicale tra il progetto tecnico e la figura di Walter Mazzarri, un po’ come quella di Pierpaolo Marino di qualche anno fa con le dovute differenze di ruolo.
Perciò il Napoli continua ad attendere Mazzarri, sperando che nell’incrocio Napoli-Roma-Milano non perda l’alternativa Allegri, l’unico nome all’altezza tra quelli circolati finora. Il progetto è ad un punto importantissimo, nel prossimo mercato non si può sbagliare per conservare il Napoli al vertice nonostante il doppio impegno Champions League-campionato che nella scorsa stagione ha creato molti problemi sia per i limiti della rosa degli azzurri che per la tendenza di Mazzarri a “spremere” i suoi titolarissimi. Bisogna ampliare la rosa e allo stesso alzare il tasso tecnico soprattutto tra i titolari; la crisi del calcio italiano in Europa (rischia d’avvicinarsi sensibilmente anche il Portogallo, ndr) dimostra che in Champions i ritmi di gioco sono più alti ed è difficile che gli avversari non puniscano gli errori commessi. Servirà un’importante campagna acquisti, il numero di acquisti naturalmente crescerà in base al mercato in uscita. Sono necessari un portiere al posto di Rosati che riuscirà probabilmente ad andare via dal Napoli dopo gli approcci falliti con la Fiorentina sia in estate che a Gennaio, due difensori, un esterno destro o due nel caso in cui partisse Zuniga, un centrocampista e due attaccanti, tre in caso di cessione di Cavani. Per i nomi dei potenziali rinforzi è fondamentale capire chi sarà il prossimo allenatore del Napoli o se resterà Mazzarri. La trattativa per Benatia è avviata da tempo, Bigon avrebbe voluto già chiuderla a Gennaio bloccando il giocatore per la prossima stagione ma Mazzarri era attratto dalla suggestione Rolando in prestito con diritto di riscatto. Il difensore dell’Udinese è ritenuto dagli uomini-mercato azzurri il profilo ideale per sostituire Campagnaro, il secondo difensore più impiegato in campionato da Mazzarri, dopo il capitano Paolo Cannavaro.
C’è un aspetto comunicativo che il Napoli dovrebbe immediatamente modificare; soprattutto nelle conferenze stampa di Mazzarri si ascolta troppo l’aggettivo straordinario per definire il cammino degli azzurri, come se non ci fosse ulteriori step da poter compiere, come se il progetto fosse arrivato al punto più alto. La capolista è formata da marziani, è, quindi, irraggiungibile; questa è la sintesi dei discorsi “mazzarriani”. Si prenda esempio dalla Juve di Conte che ha vinto lo scudetto ma pensa già alle strategie adatte per migliorare ancora i propri risultati. Guardando le statistiche, in questo campionato quattro pareggi ed una sconfitta separano il Napoli dalla formazione bianconera; naturalmente il pensiero va alle partite disputate al San Paolo contro Torino, Sampdoria, Milan e Bologna. Questi dati dimostrano come un gap che sembra enorme possa essere ridotto ad aspetti migliorabili. Il Napoli ha segnato gli stessi gol della Juventus, ben 67 (solo la Roma ha fatto meglio con 69 reti, ndr) ma ne ha subiti tredici in più: 33 contro i 20 incassati dalla formazione di Conte.
Il deficit è, quindi, nella fase difensiva; non è, infatti, un caso che Bigon si stia muovendo soprattutto alla ricerca di rinforzi come Benatia ed Astori per la retroguardia. Il valore delle statistiche della Juventus diventa incredibile se si pensa che si tratta di una squadra giunta anche ai quarti di finale della Champions League e in semifinale di Coppa Italia; lottare su più fronti senza ridimensionare i propri obiettivi è la sfida che attende il Napoli. Non ci sono limiti alla crescita per una società con una sapiente gestione economica; non lo dimentichi De Laurentiis, a prescindere dalle decisioni di Mazzarri.
Ciro Troise
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