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Luigi De Magistris: “Entro quattro anni un nuovo stadio per Napoli”

La lunga intervista del sindaco di Napoli ad "Il Mattino"

“Non ci sono rallentamenti per quel che riguarda l’impianto di Fuorigrotta: per il S. Paolo un progetto di restyling oltre  a un piano per costruire a Ponticelli uno stadio solo per il calcio”. 

Giacca blu e cravatta, volto stanco ma soddisfatto, il sindaco Luigi de Magistris saluta i napoletani in maniera impegnativa: «Auguro grande serenità ai miei concittadini, sono loro l’unica grande ricchezza della città». Il futuro prossimo ricco di impegni e promesse: un ulteriore passo avanti per la differenziata, il nuovo cda della Bagnolifutura e lo scoop di un nuovo a stadio a Ponticelli. E poi un rimpasto – per ora solo di deleghe – della giunta, una tirata d’orecchie al governo che dimentica il sud e la sua capitale e tanto altro.

Allora sindaco, da 200 giorni al governo della terza città d’Italia. Che effetto fa osservare i napoletani da Piazza Municipio?

«Ho avuto la conferma di quello che sapevo, i napoletani sono la vera grande risorsa della città. E poi riscontro la grande voglia di partecipazione che c’è nel popolo ed anche una rinvigorita fierezza dell’essere napoletano. I cittadini sono quel plusvalore economico che ci consente di affrontare un momento di crisi dura come quello che stiamo vivendo».

Dai napoletani a Napoli a Bagnoli. La governance della società di trasformazione urbana si è dimessa. Chi gestirà quello che al momento è il più grande progetto di rilancio in essere?

«Come promesso anche in campagna elettorale stiamo rinnovando tutte le aziende del Comune, ormai abbiamo fatto quasi tutto. Per Bagnolifutura ringrazio il presidente Riccardo Marone che ha mostrato grande lealtà. Il nuovo cda si costituirà nei prossimi giorni i nomi sono già decisi».

Chi sono i prescelti?

«Bagnolifutura cambierà nome e mission ne discuteremo insieme al nuovo presidente che è il magistrato Omero Ambrogi. Con lui un cda giovane e dinamico composto da Tommaso Antonucci, Massimiliano Di Gioia, Antonio Balestrieri e Anna Falcone avvocato specializzato in diritto amministrativo e penale».

Il grande progetto per la città è Bagnoli? Senza Coppa America cosa succederà?

«Intanto la nuova stu dovrà occuparsi di una filiera importante: università, formazione, sviluppo, innovazione e lavoro. È arrivato il momento per essere più ambiziosi. Poi regate o no i riflettori si sono accesi, il governo ha dato i fondi per la bonifica e la Regione ha confermato lo sblocco dei soldi per completare porta del parco, parco dello sport e il resto. Bagnoli è un pezzo importante di Napoli ma noi abbiamo un progetto che riguarda tutta la città».

Per esempio?

«Non ci sono rallentamenti per quello che riguarda lo stadio di Fuorigrotta, il San Paolo, piuttosto ci sono ipotesi alternative»

Quali?

«In campo ci sono due opzioni che non si escludono. Una è la ristrutturazione del San Paolo e naturalmente il ripristino di tutta l’area di Fuorigrotta. La seconda è un nuovo stadio, più grande senza pista di atletica a Ponticelli. Il San Paolo sarebbe l’impianto di tutte le altre attività. Avrò gli studi di fattibilità a inizio anno. Poi deciderò io e sottoporrò alla città e al presidente Aurelio De Laurentiis i progetti».

Cosa c’è di concreto?

«Di sicuro prima della fine del mio mandato, cioè tra quattro anni avremo un nuovo stadio, dico che per adesso ci sono due opzioni in campo ancora e che Napoli avrà un nuovo stadio. Questo è poco ma sicuro. Quello di Fuorigrotta potrebbe diventare lo stadio non solo del calcio, ma del rugby, dell’atletica con 18 palestre. Un grande centro aperto a tutti. Ci sono pro e contro che stiamo valutando».

I tempi e soprattutto chi mette i soldi?

«Qualunque sia la scelta per fine gennaio vareremo il progetto. I soldi? Non starei qui a parlare se non ci fossero fortissimi interessi degli imprenditori. Faremo tutto in project financing. Decine e decine di milioni di euro di investimenti. Ma soprattutto lavoro, per i 4anni del progetto e poi per la gestione».

Passiamo ai rifiuti. C’è chi dice che lei sulla differenziata si è sbilanciato troppo. Come stanno le cose?

«La premessa è che da cinque mesi non ci sono rifiuti in strada fatta eccezione per i tre giorni di sciopero. Significa che Napoli non è più in emergenza. Ci sono piccole sofferenze alle quali stiamo mettendo mano. Dal primo gennaio ci saranno 250 addetti aggiuntivi allo spazzamento. Dall’Olanda è partita la nave che attraccherà a Napoli subito dopo l’Epifania. Con un risparmio importantissimo rispetto a quello che spendiamo per trasportare i rifiuti nella stessa regione, quindi la differenziata».

Appunto, Napoli è indietro o no?

«Siamo partiti il 15 settembre ed eravamo al 15 per cento. Tre mesi dopo chiudiamo al 25 per cento. Nei quartieri dove c’è il porta a porta a cominciare da Scampia siamo al 65 per cento, insomma il trend è quello giusto».

In passato su questo tema molte promesse non mantenute, se la sente di prevedere come si chiuderà il 2012?

«Se il ministro sblocca i fondi al 31 dicembre del 2012 tutta la città potrà essere intorno al 65 per cento, con percentuali ancora più alte dove c’è il porta a porta».

Capitolo termovalorizzatore.

«Grandissimo successo politico, non si farà a Napoli, il resto non mi appartiene».

Al tavolo col ministro si è parlato di una localizzazione nel casertano, sembra Capua. Conferma?

«La decisione è della Regione, noi siamo contro i termovalorizzatori ovunque, detto ciò mi risulta che si sia parlato di Capua, ma non attengono a me queste decisioni. Noi siamo anche contro la provincializzazione dei rifiuti, vogliamo che le città siano autonome».

Napoli fuori dall’emergenza, che riscontri ha avuto oltre alle strade pulite?

«Sono tornati i turisti. Nel momento in cui si è usciti dall’emergenza è una catena che si mette in moto. Abbiamo gli alberghi esauriti per primavera per la Coppa America. Napoli sta ritornando a essere quello che era nella storia: una capitale. Non voglio insidiare Roma intendo dire capitale del Mediterraneo, Napoli aveva relazioni con gli Usa prima dell’unità d’Italia. Napoli deve avere questo ruolo non in ottica antisettentrionale ma per l’unità del Paese».

A proposito se ne è andato Bossi ma questo governo sembra avere dimenticato il sud e la sua capitale.

«Voglio dare un’apertura di credito al presidente del consiglio, c’è una dichiarazione di intenti di attenzione per Napoli. A me non basta, se nei prossimi giorni non si cambia passo con attenzioni concrete il credito non ci sarà più. Prima Berlusconi poi Monti non hanno fatto altro che tagliare 350 milioni di euro».

La politica, la sua passione. C’è una ricetta arancione per far sentire le ragioni di Napoli?

«Chiariamo subito che voglio fare e farò il sindaco per almeno 5 anni. Ho una forte impronta rivoluzionaria e non ne ho mai fatto mistero. La grande sfida rivoluzionaria è dimostrare che si può governare rivoluzionando. Detto ciò il ”laboratorio Napoli” sta andando avanti come esperienza da esportare. Il 28 incontreremo in città sindaci e amministratori, movimenti e associazioni, il tema saranno i beni comuni, l’occasione giusta per fare il punto sulla situazione. Trovare insieme un’alternativa al neoliberismo che ormai ha esaurito la sua fase».

Soddisfatto della sua giunta o ci sono rimpasti in vista?

«Punto al massimo, non sono mai contento nemmeno di me stesso. Sono orgoglioso e contento di tutta la squadra non solo degli assessori per il lavoro enorme e drammatico che stiamo affrontando. Ci saranno degli aggiustamenti che riguarderanno le deleghe. Curerò personalmente alcune aspetti strategici come i rapporti con gli altri enti e il governo. In particolare ci sarà una mia forte presenza sui temi della sanità, del lavoro e i finanziamenti Ue».

Dunque niente cambi?

«Si va avanti con questa squadra forte e compatta e composta da persone perbene. Un vero bilancio sulle persone e sul lavoro fatto si farà a giugno».

Per attivare il lavoro servono soldi. Il Comune ha le casse vuote…

«Ebbene posso annunciare con orgoglio che con gli sprechi tagliati, la rifunzionalizzazione delle partecipate abbiamo 70 milioni da spendere per investimenti e lavoro. La prima opera che metteremo in moto – e dovrà essere pronta per l’estate – è la pista ciclabile da San Giovanni a Bagnoli».

Come spiega lo spoil system fatto nel pianeta cultura?

«Abbiamo fatto una rivoluzione culturale: serviva maggiore pluralità e partecipazione, il nostro marchio distintivo sarà la partecipazione dal baso, non proiezioni verticistiche, non ci saranno concentrazione di potere nella cultura, ma bandi pubblici con tutta la città che dovrà partecipare. La cultura è il nostro dna e non è solo nei teatri. Garantiremo col bilancio di previsionale e maggiori fondi alla cultura».

Cultura è anche avere una città vivibile: il Lungomare, la zona ospedaliera nonostante la delibera varata continuano a essere vessate dai parcheggiatori abusivi. Dove si disputeranno le regate della Coppa America i parcheggiatori occupano militarmente il territorio.

«La polizia municipale sta facendo uno sforzo enorme. Con l’aumento dei varchi telematici è chiaro che bisogna migliorare la presenza in strada – e non solo sul lungomare – dei vigili urbani. Ho dato anche io indicazioni in tal senso. Il 2012 mi vedrà protagonista sulla polizia municipale, è un punto strategico del governo della città. Ma è necessario che in questa lotta agli abusivi ci aiutino anche le altre forze dell’ordine».

Un altro augurio ai napoletani.

«Di non perdere mai questa voglia di partecipare e lottare e soprattutto di sognare. Da me possono essere certi che lavorerò con entusiasmo per 18 ore: devo portare Napoli dove merita, ai vertici delle città più importanti del mondo».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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