Anche se ha lasciato Napoli per trasferirsi al Psg, il “Pocho” non ha dimenticato la città partenopea e i tanti anni in maglia azzurra, tant’è che vuole vincere con la compagine francese e poi un giorno tornare in Italia, magari a Napoli e la Redazione de “Il Corriere dello Sport” intervista in esclusiva l’ex attaccante partenopeo.
Lavezzi, il Napoli può vincere lo scudetto?
«E’ in condizione di poterci riuscire. Rispetto agli altri anni ha un’occasione per lottare per il titolo e mi auguro che riesca a sfruttarla».
Cosa ha la Juve più del Napoli?
«Finora ha fatto meglio ed è davanti in classifica, ma non penso che abbia qualcosa in più. Secondo me come potenziale le due formazioni solo alla pari».
Giriamo la domanda: cosa manca al Napoli per essere da scudetto?
«Difficile dirlo perché è già lì che sta lottando per il titolo e sono davvero convinto che quest’anno possa vincere. Il Napoli oggi è una bellissima squadra ed è più giusto guardare quello che ha, non quello che gli manca. Aveva già una rosa importante a inizio campionato e ora si è rinforzato ulteriormente grazie al mercato di gennaio. Mazzarri ha un gruppo di giocatori importanti e molto uniti che possono puntare in alto».
Lavezzi vince il campionato in Francia, il Napoli in Italia: riesce a immaginare un finale migliore?
«Andrebbe non bene, ma benissimo. Sono stato cinque anni a Napoli e con i tifosi ho avuto un rapporto speciale. Mi sono rimasti amici tra i giocatori e tra la gente. Sarebbe bello vederli festeggiare».
Che partita sarà Napoli-Juventus della prossima settimana?
«Può essere decisiva per lo scudetto, ma dipende anche da quello che succederà in questo week end. Sarebbe importante che il Napoli arrivasse allo scontro diretto distante al massimo quattro punti come adesso. Se vincerà a Udine, allora disputerà una grande partita contro i campioni in carica. Mi aspetto una battaglia perché i punti in palio sono pesanti e perché la gente di Napoli spingerà gli azzurri con ancora più forza rispetto al passato».
Il San Paolo può fare la differenza venerdì?
«Non so se può fare la differenza perché in campo vanno in 11 per squadra, ma può aiutare il Napoli a prendere tanto coraggio e far crescere la voglia di vincere degli uomini di Mazzarri. Il tifo di quello stadio si sente e per gli avversari giocare al San Paolo è piuttosto complicato».
Vorrebbe essere in tribuna per godersi lo spettacolo e fare il tifo per gli azzurri?
«Partite come questa sono più belle da giocare che da vedere. Visto che sarò impegnato il giorno dopo con il Psg (sul campo del Reims, ndr) , la guarderò sicuramente in televisione».
C’è una sfida con la Juventus alla quale è più affezionato?
«Ricordo bene la nostra vittoria a Torino per 3-2 (31 ottobre 2009, ndr) , un’impresa che al Napoli non riusciva da tanto tempo, ma la più bella e più importante sfida con i bianconeri è stata la finale di Coppa Italia dello scorso 20 maggio all’Olimpico: vincere in quel modo fu fantastico».
Cavani è il miglior giocatore della Serie A?
«Adesso è tornato Balotelli, ma credo che Edi sia senza dubbio il più forte».
Insigne può raccogliere l’eredità di Lavezzi?
«Può fare bene, tanto bene. E’ un talento che l’Italia ha e deve sfruttare. Non credo che sia positivo per lui dire che può sostituire me o un altro giocatore del passato. La cosa importante è che ogni calciatore faccia la sua storia, senza essere ostacolato dai paragoni. Insigne ha tante belle doti e un margine di crescita incredibile. Se continua a migliorare, visto che è giovane, può diventare molto più forte e più amato dalla gente di me. Glielo auguro».
Chi sente dei suoi ex compagni?
«Chiamo spesso Cannavaro, Inler, Grava, Hamsik e gli argentini. Con De Sanctis, invece, non ho parlato più perché è una brutta persona (scoppia a ridere e svela lo scherzo, ndr)».
Dispiaciuto per l’ennesimo episodio di violenza a Napoli ai danni di un calciatore? Stavolta è toccato ad Hamsik…
«Sicuramente quando uno viene a sapere queste cose ci rimane male e mi dispiace ancora di più perché è successo a un amico come Marek. Purtroppo viviamo in un mondo in cui questi brutti episodi capitano, ma se toccano un calciatore famoso, inevitabilmente hanno un clamore maggiore».
Mazzarri pensa di lasciare a fine stagione: cosa perderebbe il Napoli?
«Non so quello che Mazzarri deciderà di fare, ma il Napoli perderebbe tanto con l’eventuale addio del mister. Lui ha costruito questa squadra vincente grazie all’ottimo lavoro che ha svolto: è uno che studia le partite, si impegna con tutte le sue forze e mette in condizione i suoi giocatori di dare il massimo. Tanti tecnici provano a farlo, ma non hanno i suoi risultati. Se il Napoli sta lottando per lo scudetto, gran parte del merito è di Mazzarri. E lo dico senza voler mancare di rispetto alla società e ai giocatori che hanno fatto grandi cose».
Per la sua crescita, invece, Mazzarri quanto è stato importante?
«Sicuramente tanto. Mi stava sempre addosso, lui e il suo staff capivano i momenti in cui mi dovevano spronare e quelli in cui era meglio lasciarmi stare. E’ vero che con il passare degli anni sono migliorato da solo, ma certo il contributo di Mazzarri per la mia crescita è stato notevole».
Sente ancora il presidente De Laurentiis?
«Ci siamo telefonati un paio di volte dopo il mio addio. Tra noi è rimasto affetto e un ottimo rapporto anche se durante i miei 5 anni al Napoli ci sono stati momenti buoni e meno buoni».
A Lavezzi manca un po’ Napoli?
«Parigi è bella e mi piace. Certo, a Napoli ho apprezzato una città che vive di calcio 24 ore al giorno, ho avuto la fortuna di giocare in uno stadio diverso dagli altri e di avere tifosi fantastici. Queste cose è normale che un po’ mi manchino, ma sono contento della scelta che ho fatto».
Le sua compagna Yanina, però, è già stata due-tre volte a Napoli. Sente la nostalgia?
«Io sono un calciatore ed è più facile per me abituarmi a vivere in un’altra città, mentre lei avverte più di me la nostalgia di Napoli».
Com’è la vita a Parigi?
«Tranquilla. Non esco tanto, ma se ho voglia di andare in qualche locale, di fare le cose che mi rendono felice, non mi tiro indietro. La gente mi deve giudicare per il mio rendimento in campo, non per altro».
A Parigi può andare in giro senza essere “travolto” dall’affetto della gente?
«A Napoli la gente mi ha regalato fantastiche dimostrazioni d’affetto, ma per certi versi avere tanto calore attorno ogni volta che uscivo di casa era un po’ pesante. A Parigi ho molta più libertà e la mia vita è molto diversa».
Ancelotti abita vicino la Torre Eiffel. Lei?
«Ho preso casa nella zona dell’Arco di Trionfo, all’uscita di Parigi. Sono a 20 minuti dal campo di allenamento e a un quarto d’ora dal centro. Meglio di così…».
Ibrahimovic, Pastore, Lucas, Lavezzi e Menez: c’è un attacco con più talento in Europa?
«Non so lo, questo lo dovete dire voi giornalisti. Noi siamo consapevoli di essere forti e di avere in squadra giocatori importanti che hanno caratteristiche diverse tra di loro».
Com’è Ibra nello spogliatoio?
«E’ un compagno come gli altri o almeno io lo vedo così perché sono abituato a trattare tutti allo stesso modo. D’accordo, è molto esigente, ma anche altri lo sono: ognuno ha la sua maniera di spingere e motivare i compagni».
Ligue 1 e Champions: il Psg può sognare la grande accoppiata?
«Siamo in lotta per tutto e ci dobbiamo provare. Ci può stare di riuscirci o no, ma non dobbiamo lasciare niente di intentato».
Almeno nella Ligue 1 siete i grandi favoriti e non potete sbagliare.
«Perché siamo il Psg e abbiamo fatto grandi acquisti, tanti pensano che non possiamo perdere un campionato ritenuto facile, ma non è così. La Ligue 1 è difficile e non si vince con i nomi perché ci troviamo di fronte formazioni toste che non regalano niente».
Che rapporto ha creato con Ancelotti?
«Ottimo. Mi ha sorpreso tantissimo il modo che ha di gestire i giocatori: è davvero molto bravo a guidare lo spogliatoio e tutta la squadra è contenta di avere un tecnico come lui. Nella sua carriera si è abituato a gestire i campioni perché al Milan e al Chelsea ne ha avuti tanti».
Qual è il pregio migliore di Ancelotti?
«Dà libertà e tranquillità ai giocatori. Se tutti i calciatori che lo hanno avuto ne parlano bene, un motivo ci sarà».
I media “vedono” Mourinho e Cristiano Ronaldo al Psg la prossima estate. Le fanno effetto queste voci?
«Quando sei in una squadra come il Psg è normale che ci siano. Ho sempre detto che è positivo quando i giocatori importanti arrivano in una squadra perché possono aiutare a vincere. Le voci sugli allenatori, invece, non voglio commentarle perché sono un calciatore e certe scelte non spettano a me. L’unica cosa che dico è che nel nostro spogliatoio vogliamo tutti bene ad Ancelotti. La squadra è con lui».
D’accordo con chi sostiene che Verratti è già uno dei più forti centrocampisti in circolazione?
«Non lo conoscevo quando è arrivato, ma ora vi posso dire che è una roba allucinante. E’ di un forte, mamma mia… In allenamento lo vedi sempre con il pallone tra i piedi e nessuno riesce a portarglielo via. Gioca con una tranquillità pazzesca e inusuale per uno della sua età. Deve dimostrare tantissimo, ma può fare sempre la differenza».
Ecco perché Juve, Napoli e Roma hanno provato e proveranno ad acquistarlo…
«Il Psg se lo tiene stretto perché sa che giocatore è. Uno così non si può perdere».
Cosa può dare Sissoko alla Fiorentina?
«Tantissimo. Su Momo non puoi dire niente di male e, vista la sua carriera, non deve dimostrare niente: gioca da anni e tutti conoscono che centrocampista è. Farà bene anche a Firenze».
Se le diciamo Psg in finale di Champions contro Juventus o Milan, cosa risponde?
«Che firmo subito. A me interessa che il Psg arrivi in finale. Contro un’italiana, una tedesca o un’inglese, scegliete voi. Poi però voglio anche vincere la coppa…».
In futuro rivedremo Lavezzi in Italia?
«Non lo so. Sinceramente oggi non è una cosa alla quale penso. Tornare in Italia, però, mi piacerebbe perché il calcio italiano è bellissimo: ci sono un ambiente e un’atmosfera unica. Spero che un giorno mi rivedrete nel vostro campionato».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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