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Lavezzi: “E’ difficile dimenticare Napoli ma a Parigi mi trovo bene”

"Più disordine tattico e forza fisica in Ligue 1 rispetto alla Serie A, assomiglia al campionato argentino"

Ezequiel Lavezzi, ex attaccante del Napoli ed ora al Paris Saint Germain, ha rilasciato una lunga intervista al settimanale Sportweek. Ecco quanto sottolineato da IamNaples.it:

Non molto tempo fa le chiedemmo qual era il posto che più le piaceva, lei ci rispose: Parigi. La città francese quanto ha influito sulla scelta di trasferirsi?

 “Parigi mi piace, ma in percentuale non glielo so quantificare, la gente francese è diversa da quella italiana o argentina. Di Parigi mi piace la bellezza del posto e le persone sono molto riservate, al contrario degli italiani, per me non è stato semplice ambientarmi, ma ora mi trovo davvero bene”.

A Napoli era un idolo, a Parigi invece è poco considerato è giusto dire così?

“A Parigi  non sono invadenti, al massimo ti chiedono un autografo, però sanno chi sei e non si fanno impressionare per la fama e per la passione. In città come Napoli o Milano il posto per un tavolo te lo trovano in qualsiasi momento, mentre qui, se c’è il posto per sedersi, bene altrimenti ti dicono al massimo ciao o arrivederci alla  prossima volta, anche con i vigili sono più fortunato rispetto a Napoli”.

In che senso scusi?

“Ci fu una sera che andai contromano e all’incrocio incontrai due vigili, temevo il peggio. Mi chiesero se ero Lavezzi che gioca nel Psg, io in maniera sibillina dissi di si, successivamente loro mi chiesero i documenti, io glieli diedi, dissi che mi ero perso ad alla fine non mi fecero la multa”.

Non avere tutte queste attenzioni le dispiace oppure no?

“Per quanto mi riguarda è la cosa migliore che potesse capitarmi, perché non voglio fare il calciatore in eterno, è bello essere trattato come gli altri perché mi fa rimanere una persona umile”.

Per quanto riguarda il suo compagno di squadra Ibrahimovic è già stanco dell’esperienza parigina?

“Il suo problema è che ultimamente è stato fischiato, perché in Francia se sbagli un paio di partite non ti perdonano nulla”.

Ibrahimovic quando tu non gli dai il pallone si arrabbia come faceva in Italia?

“Durante la partita capita che lui non è contento se non gli dai la palla, ma tutto finisce lì e a fine partite usciamo tranquillamente come se nulla fosse successo”

Vi capita di parlare del nostro calcio, oppure non ci pensate?

“Naturalmente, anzi il più delle volte guardiamo le partite del campionato e parliamo delle varie squadre dal punto di vista tecnico e tattico”.

La città di Napoli le manca?

“E’ difficile dimenticare un posto come quello di Napoli, dove sei stato per cinque anni e hai vissuto bellissimi momenti. L’affetto e la passione della gente partenopea non lo potrò dimenticare, perché non lo troverò da nessuna parte”.

A Parigi si può dire che è diverso rispetto a Napoli?

“Napoli è una città bellissima e meriterebbe di essere apprezzata per quello che ti trasmette. L’unico limite è che non ti danno il tempo di visitarla, c’erano sempre persone che ti aspettavano e non ti davano il tempo di camminare, a Parigi è diverso, vado a cena spesso con Verratti e lui mi scambia per un pazzo (ride n.d.r.), però ho la possibilità di visitarla e conoscere con più serenità la città francese”.

Ci sarà un giorno che tornerebbe a Napoli?

“In questo momento non glielo so dire, comunque vengo da voi per trovare i miei amici”

A Parigi si è trasferita un po’ di napoletanità?

“Certamente, ho riconosciuto due pizzaioli di origini napoletane”.

E ci potrebbe dire che cosa le hanno chiesto?

“Le solite cose, perché sono andato via e se ho nostalgia della nostra città”

Parole di persone o tifosi traditi dal suo addio

“Io non lo chiamerei tradimento, nelle mie interviste non ho mai detto di rimanere a Napoli a vita. La gente però ha capito del perché ho lasciato la città, ho voluto cambiare per abituarmi ad un’altra cultura. Le persone devono andare in un altro posto per capire in un futuro se si è fatta una scelta giusta o meno, in questo momento dico di trovarmi bene a Parigi. E’ chiaro che ho nostalgia della città e dello spogliatoio dove ho lasciato un gruppo davvero stupendo”.

Si sente con qualcuno del Napoli attuale?

“Certamente, anzi De Sanctis e Cannavaro sono venuti da me per salutarmi e questo l’ho molto apprezzato, poi sento spesso Hamsik e il gruppo dei sudamericani…”.

Invece Edinson Cavani quante volte lo sente per telefono?

“Devo dire la verità che con Cavani non mi sento da molto tempo”.

Il lato economico quanto ha influito sulla sua scelta di andare al Psg?

“Hanno influito tantissimo, devo garantire un futuro importante a mio figlio Thomas, perché per me il denaro è una cosa seria e non ci scherzo mai. Ho scelto Parigi solo per una questione di serenità personale, però l’affetto dei tifosi napoletani li conserverò per tutta la vita”.

Tornerebbe in futuro a giocare nel nostro campionato?

“In questo momento ho un contratto lungo con il Psg, però le due squadre di Milano sarebbero una buona soluzione per il futuro ma attualmente non ci penso”.

Il campionato francese da cosa è diverso dal nostro?

“La Ligue 1 è un campionato molto più fisico, è pieno di calciatori di origine africana e che la mettono sul piano della corsa. Nel campionato transalpino non rispettano i cosìddetti campioni, riempiono di falli Ibrahimovic e poi tatticamente sono disordinate e su questo il campionato italiano è meglio organizzato, la Ligue 1 assomiglia per certi versi a quello argentino”.

La Redazione

A.S.

 

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