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LA STORIA- Pomigliano, ultras sfrattati: al loro posto una tribunetta per 200 facoltosi

Intervista a Felice Pirozzi e Antonio Fico, voci deluse del tifo organizzato pomiglianese.

Pomigliano d’Arco– Da sempre, quelli della Vecchia Brigata Pomi (il tifo organizzato della Pomigliano del pallone), sono stati abituati a climi torridi, a situazioni che scottano, e ne sono sempre usciti coesi e fermamente uniti nella refrigerante fede che li accomuna. Questa che volge al tramonto, è stata, per i supporters amaranto, un’estate a “trecento gradi”: prima l’ebbrezza (ahinoi rimasta tale) degli spareggi per la C e l’orgogliosa delusione nel perdere a testa alta in terra aostana, poi i sogni di ripescaggio, tramutatisi in incubi di fallimento e per finire lo smacco che non ci voleva, lo sfratto da quella che era casa loro. Difatti dal prossimo campionato di Serie D, gli ultras della città dell’Alfa non potranno più assistere alle partite dalla tribuna coperta centrale: quella che era la tana della Brigata diventerà un salottino per 200. “Siamo molto rammaricati– racconta Felice Pirozzi, giovane responsabile della VBP- di essere venuti a sapere che la società ha preferito far traslocare quello che è il fulcro del tifo pomiglianese per creare una piccola tribuna VIP nella quale si accomoderanno personalità di spicco e tifosi in grado di spendere euro 500 per l’abbonamento. Saremo costretti a metterci nei distinti scoperti, affianco alle tifoserie ospiti.” La questione non è rivolta alla bontà o meno della creazione della zona VIP, quantopiù al perchè sia stata messa proprio lì, dove da anni, ogni domenica, i veri tifosi amaranto incitano la squadra della loro città: “La società ha deciso che quello era il posto giusto per promuovere questa iniziativa. Non vogliamo criticare la presidenza Romano, capiamo che questo progetto può essere una discreta fonte di entrate per la società, ma ci chiediamo il perchè non abbiano avuto rispetto della nostra storia. La tribunetta VIP la si poteva collocare anche in altre zone dello stadio.” Amareggiati e delusi, i ragazzi di Pirozzi e Fico (Antonio, fratello del prematuramente defunto Pasquale, fondatore del gruppo), hanno deciso di protestare, ma con l’aplomb che li ha sempre contraddistinti: “Siamo un gruppo relativamente numeroso, il nostro apporto alla squadra è fondamentale e negli anni non è mai andato a scemare. Non ci scioglieremo perchè noi siamo lì per i colori della nostra città, ma la società sentirà la nostra protesta: ai primi di settembre diserteremo la presentazione della squadra ai pomiglianesi in piazza Municipio e, a tempo indeterminato, assisteremo alle partite del Pomigliano dai distinti scoperti, in rigoroso silenzio. Non vogliamo un muro contro muro con la società, vogliamo il rispetto che meritiamo.” Per adesso, i lavori del Gobbato, sono solo agli inizi, ma sembra pura utopia riuscire a far cambiare idea al Presidente Antonio Romano. La Vecchia Brigata Pomi ci proverà, cimentandosi in una nuova ulteriore sfida, e nel peggiore dei casi, potrà dire di averci provato. In un calcio come quello moderno, ricco e spietato, finto e spassionato, un’oasi felice come quella appena raccontata ha il diritto di sopravvivere ed essere portata ad esempio. La passione, l’organizzazione, la voglia e il sincero amore che hanno sempre contraddistinto le iniziative di questi tifosi “veri” valgono molto di più di duecento facoltosi.

Vi proponiamo le foto che mostrano la storia del conflitto “emozioni-business” del mondo del pallone:

Questa è la tribunetta che ha ospitato per anni le emozioni dei tifosi del Pomigliano

Ecco sullo sfondo i Distinti scoperti, il nuovo luogo in cui saranno spediti gli ultras del Pomigliano

Servizio a cura di Mirko Panico

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