C’è un campione che non sembra un campione, che non ne ha il tratto esteriore, la struttura fisica, la moda, le bizze, ma accidenti se lo è. Che non si vanta per un tocco d’esterno o per una magia fatta con la palla. C’è un ragazzo che parla napoletano e gioca come pochi altri adesso in Italia. Il suo nome è Lorenzo Insigne, un fuoriclasse della semplicità, nel campionato e nel campionario degli eccessi. «Un gol è sempre un bel gol, anche se lo segno contro l’Albinoleffe».
C’è il tuo compagno di squadra Verratti in Nazionale, potevi esserci tranquillamente pure tu?
«Sono veramente felice per Marco, è un grande giocatore e se lo merita davvero. Nessuno si aspettava questa chiamata da parte di Prandelli ed è stata una grande gioia per tutti noi compagni di squadra e per il club. Andare in nazionale è il sogno di tutti, e credo che ciascuno deve lavorare sodo per raggiungere questo obiettivo. Io non mi lamento: ora per me c’è l’azzurro dell’Under 21 e ne sono entusiasta».
È Giovinco il giocatore italiano che più ti somiglia?
«Non posso e non voglio paragonarmi a nessuno. Non si tratta di falsa modestia, ma ho ancora così tanto da imparare che sinceramente non me la sento di azzardare similitudini. Più che altro mi impegno a osservare i miei calciatori preferiti e a rubarne i segreti del mestiere».
E allora, da chi ti piace prendere lezione?
«Di Del Piero amo il tiro a giro che in allenamento mi diletto a provare centinaia di volte, di Giovinco vorrei la rapidità d’esecuzione, di Di Natale mi piacerebbe avere il senso del gol, di Lavezzi la velocità».
Appunto il Pocho. Potresti esserne l’erede. Ti spaventa l’idea?
«Non mi spaventa perché neppure ci penso. A me mancano due giornate alla fine del campionato e nella mente ho soltanto il Pescara e la serie A da conquistare qui».
Vero che tuo fratello Roberto, che gioca nelle giovanili del Napoli, è bravo quanto te?
«Lo so che è forte, mi dicono che sia davvero un buon giocatore. Purtroppo non lo posso vedere giocare, ma mio padre me ne parla tanto bene. Sarebbe bello poter giocare con lui, un giorno, nella stessa squadra».
Quanti tatuaggi hai e cosa rappresentano?
«Ne ho parecchi, una decina. È una passione che ho da molti anni e mi piacciono molto».
Quando vai a casa dai tuoi, a Frattamaggiore, cosa ti piace fare di più?
«Sto con la mia famiglia e con gli amici di sempre. Li vedo così poco che quando ritorno me li godo a fondo».
Quanti meriti ha Zeman in questa tua esplosione?
«Il mister mi ha voluto con lui sin dall’anno scorso nel Foggia, mi ha insegnato tanto e mi dà ottimi consigli. Mi ha fatto crescere sia come persona che come calciatore».
C’è un modulo in cui pensi di poter dare di più?
«Al di là delle volte in cui ho giocato in azzurro, con la Nazionale, ho sempre e solo giocato con il modulo di mister Zeman (il 4-3-3, ndr). E quindi posso solo dire che è questo il sistema di gioco a me più congeniale».
Che sensazione ti dà essere un uomo mercato?
«Sinceramente non ci penso. Io sto pensando a raggiungere un obiettivo importante con il Pescara e questo, per me, è la priorità assoluta».
Però, farà effetto sentire che mezza serie A farebbe carte false per averti?
«Ovvio che fa piacere. Ma c’è tempo per pensare al mio futuro».
Ti ha sorpreso la mancata qualificazione in Champions del Napoli?
«Mi è dispiaciuto. È mancata per un soffio, forse anche per un po’ di fortuna. Ma sono sicuro che presto il Napoli conquisterà nuovamente questo prestigioso traguardo. Lo merita il club e lo merita tutta la città».
Domani sera c’è la finale di Coppa Italia e il Pescara gioca più o meno alla stessa ora. Come farai?
«Noi giochiamo domenica alle 18 a Genova contro la Samp, una delle gare decisive della nostra stagione. Sarà impossibile per me guardarla anche in tv. Ma seguirò gli aggiornamenti dallo Smartphone».
70mila persone allo stadio, è una sfida che è anche un evento. La Coppa Italia è un traguardo importante?
«Certo che è un traguardo importante e anche quest’anno sarà avvincente. Poi Napoli contro Juve è una gara di gran fascino».
Sarà un derby con Ciro Immobile, per metà juventino. Chi lo vince?
«Dai Ciro, non ti dispiacere. Stavolta vinco io!».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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