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Giampaolo Saurini: “La mia Primavera? E’ come allenare i big”

Il tecnico della Primavera: "Da Celiento a Nicolao ho dei ragazzi che possono fare o la Lega Pro o la serie B il prossimo anno"

Per quattro stagioni ha guidato la Primavera del Brescia. Nell’estate scorsa è approdato al Napoli prendendo in mano le sorti di un gruppo di giovani talenti dalle potenzialità ancora parzialmente inespresse. Saurini si è presentato così lo scorso luglio, con umiltà e voglia di lavorare. Ora che la stagione è allo sprint finale, la sua partita l’ha già vinta. Al di là dei trofei che potrebbero coronare questa splendida annata, il tecnico ha centrato l’obiettivo più importante: seguire la crescita e formando i ragazzi, disciplinarli sotto il profilo tattico, alimentarne l’ambizione, controllarne il furore agonistico. Sotto la sua guida il vivaio partenopeo è esploso, catturando l’attenzione di osservatori e addetti ai lavori.

CHE STAGIONE! – «Siamo nella fase cruciale di un’annata intensa – dichiara Saurini -. Sono mesi che il nostro calendario è fitto di impegni. Tra la Coppa Italia, il campionato ed il Torneo di Viareggio siamo stati impegnati mediamente due volte a settimana, senza respiro. Non è tempo di tirare le somme ma i numeri sono quelli di una stagione straordinaria. Abbiamo raggiunto la finale di Coppa Italia, in campionato i play off sono virtualmente acquisiti e fin dall’inizio del torneo abbiamo navigato sempre ai vertici della classifica mentre nella Coppa Carnevale il Napoli ha superato le eliminatorie vincendo le prime tre gare: non so da quanto tempo non accadeva ciò – sottolinea il tecnico che prosegue -. Siamo stati estromessi da questa prestigiosa manifestazione senza mai perdere, con 10 reti all’attivo e soltanto una subita. I numeri, nello sport, schiacciano le parole. E i nostri testimoniano l’ottimo lavoro di questi ragazzi. Siamo andati oltre le migliori aspettative. Non dimentichiamo i giocatori chiamati a vestire la maglia delle rispettive nazionali. Da Celiento a Nicolao, da Fornito a Roberto Insigne, fino a Palma, Tutino e Palmiero, tanto per citare alcuni dei nostri giovani convocati a indossare la casacca azzurra». E la lista sarebbe ancora lunga.
COPPA ITALIA – Un primo traguardo è a portata di mano. Il 16 aprile il “San Paolo” ospiterà il match di ritorno di Coppa Italia. Forti del pareggio esterno per 1-1 conquistato allo “Juventus Stadium” i partenopei hanno dalla loro i favori del pronostico. «Non partiamo favoriti. E’ una partita in cui può succedere di tutto. La Juventus è una corazzata e probabilmente avranno speso venti volte in più di quanto investito da noi. Ha una rosa di altissima qualità con tanti giocatori fuori quota. Il Napoli, invece, per scelta, punta sui più giovani, sui tanti elementi del ’96».

Anche tra i giovani si ripropone il dualismo tra Napoli e Juventus. «Conquistare la Coppa Italia sarebbe una soddisfazione enorme, anche per rinfrescare la memoria dei tanti detrattori che, ai nastri di partenza, non consideravano questa squadra in grado di arrivare così lontano. Anche in campionato, le più quotate del girone erano altre. Abbiamo dimostrato di poter puntare a qualcosa di importante».

SALTO DI QUALITA’ – Il susseguirsi delle prestazioni positive hanno moltiplicato il valore patrimoniale del vivaio partenopeo. Quanto questo serbatoio di giovani talenti tornerà utile per il rafforzamento della prima squadra? «E’ prematuro offrire una valutazione, ma quasi tutti i ragazzi sono maturi per cercare il salto tra i professionisti. Molti di loro potrebbero giocare titolari in Prima Divisione di Lega Pro o addirittura tra i cadetti. Non dimentichiamo il percorso di Lorenzo Insigne che, dopo essere passato da Foggia e Pescara è approdato con merito alla corte di Mazzarri. Questo gruppo di giovani ha grandi margini di miglioramento e prospettive».
PRIMA SQUADRA – E’ pronto per allenare una prima squadra? «L’unico pensiero è rivolto alla finale di ritorno di Coppa Italia e al campionato. Queste ultime partite di regular season dovranno dirci se potremo conquistare la qualificazione diretta alla poule scudetto o se ci toccherà transitare dai play off. Guidare la Primavera del Napoli è come allenare una prima squadra».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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