Silenzioso, pacato, rispettoso ma al tempo stesso un guerriero in campo, uno che dall’alto del suo metro e ottantanove cerca di far paura agli attaccanti avversari. Che si tratta di Mario Gomez del Bayern Monaco o di Diego Milito dell’Inter. Federico Fernandez è tutto questo. El Flaco, così come lo chiamano in Argentina, è al suo secondo ritiro con il Napoli. Sulle montagne della Val di Sole l’argentino sta lavorando bene per farsi trovare pronto da Mazzarri nel caso in cui lo dovesse chiamare. Sa bene il sudamericano di non essere un titolarissimo, l’anno scorso è stato impiegato davvero poco dal tecnico toscano. Anche perché aveva davanti a lui un certo Paolo Cannavaro. Sì perché il ruolo dove rende di più Fernandez è quello di centrale. Che si tratti di difesa a quattro o a tre. Quando è stato impiegato come vice di Campagnaro non ha reso al massimo ed è per questo che è rimasto spesse volte in panchina. Anno nuovo, vita nuova, però, per El Flaco. Nella stagione che comincia già l’11 agosto con la Supercoppa il suo desiderio è quello di giocare un poco di più. Non lo dice per fare polemica, anzi è uno che ha sempre accettato le scelte tecniche senza problema. Come tutti i calciatori, però, ha l’ambizione di diventare un protagonista. Va ricordato che questo ragazzo è dell’89, a febbraio scorso ha compiuto 23 anni. Ha ancora un grande futuro davanti a lui. E la speranza di “Fede” è quella di far parte ancora per molto di un gruppo molto compatto che non vuole smettere di vincere.
Con quali premesse riparte la stagione di Fernandez? “Spero di fare meglio dello scorso anno. E di dare una grande mano alla squadra. Mi metto a disposizione del gruppo per poter raggiungere ancora tanti successi”.
Quanto spazio si aspetta di avere? “Mi auguro di giocare più della passata stagione. Devo lavorare sodo per tutta la settimana cercando di arrivare alla partita al top. Poi se il mister decide di puntare su di me io dovrò impegnarmi al massimo”.
Dica la verità, ha mai pensato di voler andare via? “No, mai. Sono tranquillo, mi alleno perché cosciente di poter dare il mio contributo. Poi vedremo cosa succede”.
La preoccupa l’arrivo di Gamberini? “E’ un buon giocatore,, è venuto a rinforzare una rosa già attrezzata. Credo che, come succede in ogni squadra, chi starà meglio giocherà. Ogni volta sarà una concorrenza leale”.
La difesa arriva da una stagione dove ha preso molti gol, come fare per evitare tante segnature? “La Juve ha fatto capire che per vincere un campionato bisogna avere un reparto arretrato blindato. Solo così si conquistano gli scudetti. Dobbiamo essere tutti più concentrati ed evitare le distrazioni che poi diventano fatali. Mazzarri sta lavorando molto su questo aspetto anche qui a Dimaro. Con il nuovo modulo, poi, abbiamo più copertura a centrocampo e quindi dovremmo migliorare”.
I tifosi si ricordano ancora della sua doppietta al Bayern Monaco in Champions… “Per me era la prima partita da titolare nella massima competizione europea. Sul 3-0 sembrava tutto finito, poi sono arrivati i miei due gol e li abbiamo tenuti sulla corda fino alla fine. Quella prestazione mi ha aiutato tanto e mi ha stimolato non poco”.
Ha perso il suo connazionale Lavezzi, quanto soffrirà il Napoli per la sua assenza?“Personalmente è andato via un amico, un argentino al quale ero molto legato. Ha fatto un grande passo in avanti, spero che possa dare il suo contributo anche in Francia. Il Pocho è stato determinante nei cinque anni in maglia azzurra e il merito è stato anche di una piazza che l’ha fatto diventare ancora più forte”.
Lo sente spesso? “Sì, siamo in contatto su twitter ma ci mandiamo anche sms”.
Pandev, che ha un palmares di tutto rispetto, ha detto che vincere con il Napoli è speciale. Lo pensa anche lei? “Si gioca in una città particolare dove il calcio è vita. I tifosi ti fanno sentire il calore sia in campo che fuori. Quando abbiamo vinto la Coppa Italia sembrava di aver conquistato lo scudetto o addirittura la Champions. Figurarsi se dovesse accadere veramente”.
Nelle partitelle in famiglia affronta sempre Insigne e Vargas, cosa può dire di questi due attaccanti? “Sono forti entrambi, Lorenzo lo conosco poco mentre con Edu sono in camera con lui. Credo che possono solo crescere bene al fianco di Pandev e di Cavani. Sarà una stagione importante per entrambi”.
I ritiri non sono mai belli, si lavora tanto e non si può uscire. Con chi passa più tempo? “Come detto, divido la stanza con Vargas. A tavola siamo tutti sudamericani ma ho un buon rapporto con tutta la squadra”.
Che gruppo è quello azzurro? “Molto unito. Semplice, sereno. Ci conosciamo tutti perché si è cambiato poco. Gli esperti ti danno una mano nello spogliatoio. Mettiamo anche della musica per rendere più allegri i momenti”.
Quale la più ascoltata? “Naturalmente la Cumbia, e assicuro che piace pure agli italiani”.
Chi sono i leader del Napoli? “Naturalmente chi gioca da tempo. Come Paolo Cannavaro, Hamsik ma lo stesso Cavani. E’ tutta gente che quando ti serve una mano non si tirano mai indietro. Dobbiamo lavorare tutti insieme per arrivare ancora più in alto”.
L’11 agosto c’è già il primo vero impegno stagionale. Quanto le piacerebbe fare il bis contro la Juventus? “Sarebbe bellissimo. Stiamo lavorando per arrivare a quella partita al massimo della forma. Sappiamo che i nostri avversari sono forti ma è una partita secca dove tutto può succedere. Inutile dire che vogliamo vincere un altro trofeo per far felici i napoletani”.
Come parte il Napoli nella griglia scudetto? “La Juve è forte, anche le milanesi non sono da meno, nonostante abbiano perso dei campioni. Ma noi ce la giocheremo con chiunque perché convinti della nostra forza”.
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