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ESCLUSIVA- Viaggio nelle scuole calcio, focus sul Città di Volla

Viaggio nella realtà che ha lanciato Domenico Criscito

Continua il viaggio nelle scuole calcio di Iamnaples.it, che oggi va a fare visita al “Città di Volla”, la scuola calcio che lanciò Domenico Criscito, intervistando il responsabile e coordinatore Aniello Izzo ed il presidente Antonio Di Mauro.

Cominciamo da Aniello Izzo, che risponde alle nostre domande, aiutandoci nel compito di fare un focus sulla realtà calcistica vollese.

Com’è strutturata la vostra organizzativa?

“La nostra scuola calcio ha come punto di riferimento il Presidente Antonio Di Mauro, che da undici anni ha messo su questa realtà; il nostro bacino di ragazzi supera le duecento unità, di cui molte affidateci dal Comune, con evidenti difficoltà economiche e familiari”.

A quali campionati partecipate?

“Noi partecipiamo  a campionati Regionali, Provinciali e anche ad attività non agonistiche per le categorie Pulcini e Primi Calci. Abbiamo la fortuna di gestire due strutture molto importanti: “La Lanterna” e il Campo Comunale di Volla, quest’ultimo con terreno di gioco regolare e in erba sintetica, possiamo considerarlo il nostro fiore all’occhiello”.

Avete vinto un torneo in Toscana. Ci racconti quest’esperienza:

Siamo stati con il gruppo ’98 in Toscana per partecipare al torneo “Terre di Siena” a Chianciano Terme, affrontando squadre del Nord Italia. Superando il girone di quattro squadre, dove c’era la Fondazione Inter e la Lombardia 1, società affiliata al Milan; nella semifinale abbiamo affrontato la Bolognese, una squadra di Bergamo. In finale abbiamo poi incrociato il Rozzano, formazione del milanese, battendoli ai calci di rigore”.

Collaborate con qualche società professionistica?

“Non siamo affiliati a nessuna squadra professionistica in particolare, ma organizziamo diversi raduni. Proprio ad Aprile ne abbiamo creato uno a cui hanno partecipato ben quattordici club, il nostro raggio d’azione è ampio, siamo conosciuti in ambito internazionale”.

Dal punto di vista della gestione economica, che differenza c’è tra la Campania e le altre Regioni d’Italia?

“Nelle altre Regioni, le istituzioni aiutano maggiormente organizzazioni importanti come la nostra, basti pensare alle difficoltà che il Presidente Di Mauro ha incontrato nel superare le diverse peripezie burocratiche per ottenere in gestione lo Stadio Comunale“.

In caso di infortunio dell’atleta, come siete organizzati?

(Risponde il Presidente Di Mauro) “Abbiamo un punto di primo soccorso in fase di miglioramento, aspiriamo a completarlo con strumenti ritenuti necessari in caso di urgenze mediche (defibrillatore). Il nostro personale è preparato a qualsiasi evenienza”.

Com’è nata la vostra scuola calcio?

(Risponde ancora il Presidente) “Siamo una costola della vecchia US Vollese, fondata da me e altri soci nel 1967; dal 2000 siamo diventati autonomi per alcune divergenze interne. Ciò che ricaviamo dalle rette, viene totalmente reinvestiti a favore dei ragazzi, coinvolgendo anche i loro genitori. La mia carica non è dettata dall’aspetto economico ma dall’esperienza. Siamo stati la prima società in Campania a creare un comprensorio, ottenendo con la prima squadra del Virtus Volla dei risultati significativi in ambito Regionale e Nazionale. La nostra ispirazione è quella di portare i prodotti del nostro lavoro alla ribalta, come facemmo a suo tempo con Domenico Criscito”.

Da cosa vi accorgete che si è in presenza di un piccolo talento?

“I talenti sono innati, occorre avere la giusta pazienza per poterli migliorare sotto l’aspetto formale, i campioni non si costruiscono ma si migliorano (risponde al quesito il coordinatore Nello Izzo) occorre che ci sia predisposizione tecnica da parte del ragazzo, il contesto familiare ne favorisce poi lo sviluppo”.

Descriveteci qualche elemento interessante della vostra struttura:

“Ci sono talenti che spiccano, ma preferiamo non fare nomi per non scontentare nessuno”.

Di solito qual è il ruolo che i ragazzi prediligono?

Il tutto dipende dalle caratteristiche fisiche e tecniche dell’atleta in questione, oltre che dalla predisposizione mentale. Oggi ad esempio è difficile trovare ragazzi con l’intenzione chiara di diventare portiere, spesso sono gli allenatori a indirizzarli verso quel ruolo specifico”.

Cosa si può fare per impedire che in un ragazzo si sviluppa un atteggiamento da divo?

“In tali situazioni si arriva allo scontro con i genitori del ragazzo, i nostri avvertimenti possono essere fraintesi e percepiti come un ostacolo alla sua crescita. Troppe volte ci si esalta alle minime qualità e viceversa ci si deprime ai primi errori, il nostro ruolo dunque è quello di abbassare i toni e far rimanere tutti con i piedi ben piantati a terra”.

Se ci sono lacune nel vostro mondo come possono essere colmate?

I problemi iniziano dalle squadre blasonate per arrivare via via ai club di minore importanti; le aspettative sono tante e le delusioni sono sempre dietro l’angolo sarebbe necessaria maggiore correttezza tra le diverse scuole calcio, troppe volte si rischia di fare inutili guerre tra poveri”.

Intervista curata da Alessandro Sacco e Antonio Fusco

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