Dopo la sconfitta di ieri, il Napoli si appresta ad affrontare la Juventus al San Paolo. Per raccontare questa sfida così ricca di significati a livello storico, tecnico, emotivo, la redazione di Iamnaples ha intervistato in esclusiva un grande scrittore partenopeo, Maurizio De Giovanni, che ha reso “Napoli-Juventus” uno dei cavalli di battaglia della sua produzione letteraria. Ricordiamo “Juve-Napoli 1-3. La presa di Torino”, “Miracolo a Torino. Juve-Napoli 2-3”, che accompagnano la splendida opera “Ti racconto il dieci Maggio (scritto sull’attesa e sui festeggiamenti del primo scudetto a Napoli).
Maurizio, l’eterna battaglia tra il Napoli e la “Vecchia Signora” è stata per te una fonte d’ispirazione. Ci racconti a livello letterario, da scrittore, Napoli-Juventus?
“Napoli-Juventus non è una partita come le altre. C’è un conflitto proprio ontologico tra queste due compagini. La Juventus rappresenta il potere, l’ordine costituito, è stato sempre il giocattolo di una delle famiglie più ricche ed importanti d’Italia. La compagine bianconera ha sempre avuto grandissimi giocatori, è sempre stata una vera e propria potenza. Il Napoli invece è una squadra dal forte livello emotivo, dall’immensa partecipazione popolare. Proprio questo conflitto fa in modo che le vittorie del Napoli contro la Juventus diventino memorabili.”
Qual è il Napoli-Juve della storia che ricordi con maggiore piacere?
“Io ricorderò sempre Juventus-Napoli 1-3 del 9 Novembre 1986. Ebbi la fortuna di essere a Torino, io in questi anni ho incontrato tantissimi tifosi partenopei che c’erano e per tutti fu un’emozione diversa. Quel Napoli in quel campionato in cui le vittorie valevano due punti, dimostrò proprio a Torino di avere le qualità per vincere lo scudetto. Anche quando aveva vinto contro la Juventus, il Napoli era stato inferiore, invece in quella partita vedemmo per la prima volta il Napoli comandare in casa bianconera, nonostante il colpo del gol del vantaggio juventino ad inizio secondo tempo. Quella Juventus era fortissima, aveva Laudrup, Gentile, Tacconi, Platini e Scirea, quindi quel trionfo era ricco anche di valore tecnico”
Ricordi qualche aneddoto significativo sulle vicissitudini emotive di questa gara?
“E’ indimenticabile per me una scena proprio della vittoria del 9 Novembre 1986. A fine partita un vecchietto molto soddisfatto mi guarda ed esprime: “Mò pozz pur murì. Penso che non c’è un’immagine più forte del valore emozionale dell’eterna sfida tra Napoli e Juventus”
Qualche giorno fa su tuttojuve.com è apparso un articolo offensivo nei confronti dei napoletani, che ha chiuso in maniera scomposta una polemica nata sulla rete con una lettera pubblica su vari siti napoletani dedicata ai meridionali che tifano per le squadre del Nord: “Perché tifi per le squadre del Nord se sei del Sud”?
“A me non è piaciuto quell’articolo perché rappresentava un’immagine del napoletano piagnone e perdente in cui non mi rispecchio. Comunque io penso che sia legittimo che una persona nata a Napoli possa tifare per la Juventus o per un’altra squadra, ognuno si sceglie l’orientamento sessuale, la fede politica, quella religiosa e quindi anche la compagine per cui tifare. Facendo un’analisi, però, della questione, io credo che la discriminante in atto sia l’appartenenza alla propria terra contro il desiderio di vittoria. Come è legittimo tifare per un’altra squadra, è anche giusto chiedere a queste persone di farsi la domanda: “Perché se sei di Napoli tifi per la Juventus?”. Infatti, se essere tifosi della squadra che rappresenta la propria terra è normale, appassionarsi ad un’altra esprime almeno delle stranezze su cui varrebbe la pena di riflettere”
Che Napoli-Juventus sarà domenica a livello tattico e tecnico dopo i risultati di ieri?
“Loro sono in una condizione psicologica peggiore della nostra. Hanno molti giocatori non in forma, hanno giocato ieri un’intera partita in dieci uomini. Detto questo, però, bisogna capire anche che succede al Napoli: gente come Gargano e Dossena ieri per tutto il secondo tempo hanno rinunciato a giocare, Aronica e Maggio hanno i loro limiti e lo sappiamo, ma quello che mi spaventa è che nella ripresa la squadra non ha mostrato gli stimoli per reagire dopo il terzo gol dell’Inter. Spero e penso che la Juventus non venga a chiudersi, le compagini di Del Neri cercano sempre di produrre gioco, quindi il Napoli sulla spinta del San Paolo con l’intensità e la velocità delle proprie ripartenze può superare i bianconeri”
Dopo questo tuo excursus tecnico, la domanda è d’obbligo: Dove può arrivare questo Napoli?
“Il Napoli ha delle carenze nel suo organico. Ieri vedevo la Roma, che inserisce Vucinic nell’ultimo quarto d’ora che fa due gol ed i giallorossi vincono la partita. Il Napoli chi può inserire? Il giovane Dumitru. Il dislivello tra i “titolarissimi” e le alternative è troppo ampio, se pensi che il cambio di Dossena è Vitale, quello di Cannavaro è Cribari e in difesa sono indispensabili le risorse di Grava ed Aronica. Il Napoli con questa rosa deve disputare il mini-campionato tra il quarto ed il decimo posto nel “gruppone” composto dalle due genovesi, dal Palermo, dalle due romane e forse dall’Udinese. Se il Napoli vince il suo scudetto, arriva quarto. Tutto può cambiare però con il mercato: se De Laurentiis fa un investimento e prende Criscito, Inler e Giaccherini, si candida alla lotta per lo scudetto. Invece con nomi come Britos ed Ogbonna, non si fa il salto di qualità”
Intervista a cura di Ciro Troise
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