Si avvicina Napoli-Sampdoria, un’altra sfida importante per gli azzurri, che cercano conferme dopo la vittoria di Bari e l’entusiasmante prestazione in Coppa Italia contro l’Inter, che solo per l’accanimento della sfortuna non ha regalato il passaggio del turno. Per saperne di più sulla condizione dei prossimi avversari, la redazione di Iamnaples.it si è portata direttamente nel mondo delle televisioni genovesi, intervistando il giornalista di Telecity Mauro Benvenuto, storicamente al seguito della Sampdoria.
Siamo nei giorni frenetici di fine mercato. Quindi partiamo proprio dalla campagna trasferimenti in corso, che per la Sampdoria ha significato la rinuncia a Pazzini e Cassano. Qualcuno dalle vostre parti parla di ridimensionamento del progetto “Garrone”. Cosa ne pensi a riguardo?
“La cacciata di Cassano è arrivata per ragioni particolari, la vicenda è ormai nota a tutti. Oggi è arrivata l’ufficialità della cessione di Pazzini, che certamente non rende allegri i tifosi della Sampdoria. La parola ridimensionamento mi sembra un po’esagerata, Pazzini poteva essere distratto e non essere più molto motivato dopo la partenza di Cassano. Si tratta di scelte di mercato, non di un ridimensionamento. Si è voluto accontentare il calciatore, monetizzando anche. Infatti, Garrone porta a casa 12 milioni più il cartellino di Biabiany ed il giovane Caldirola. Bisogna aspettare Giugno per capire se il progetto Samp sta subendo un ridimensionamento. La Sampdoria non può permettersi a lungo l’ingaggio di Pazzini, che all’Inter percepirà 2,5 milioni a stagione”
Credi che le operazioni di mercato possano rappresentare un fattore di distrazione per la squadra che si prepara alla trasferta di Napoli?
“Non credo, le voci sono già finite. Palombo si è legato alla Samp fino al 2015 con una dichiarazione d’amore ai colori blucerchiati. Pazzini e Cassano sono andati via, rimane solo il caso Ziegler. Dalle ultime sensazioni sembra che il giocatore rimanga a Genova, dove però il suo destino è segnato; a Giugno parte a parametro zero. La Lazio è ancora interessata; vedremo se nell’ultimo giorno di mercato ci saranno sviluppi. Per Pozzi dopo l’infortunio subito non penso che ci saranno novità.”
Hai parlato di un giocatore infortunato, Pozzi. Ci racconti un po’ la condizione dell’infermeria, che ci risulta abbastanza piena in casa Samp.
“Lucchini ha subito un colpo allo zigomo da Mauri durante la gara contro la Lazio, mancherà anche Gastaldello. Pozzi sarà fermo 30 giorni. Abbiamo un problema al centro della difesa, anche nella gara contro il Milan Volta ed Accardi hanno dimostrato di non essere all’altezza. La formazione dovrebbe essere questa: Curci in porta, Zauri, Volta, Accardi e Ziegler in difesa, Mannini, Palombo, Poli (in dubbio con Tissone) e Guberti a centrocampo, Maccarone e Macheda in attacco. Per il centrocampo c’è un po’ d’incertezza, Di Carlo potrebbe anche schierare un modulo speculare a quello del Napoli, con tre difensori e cinque uomini sulla linea mediana”.
Domenica la Sampdoria affronta in trasferta la compagine seconda in classifica. Che percezione si ha sulla sponda blucerchiata di Genova del campionato del Napoli?
“Napoli-Sampdoria è sempre stata una sfida storica, ricordo con simpatia il portiere Battara, che era un incubo per i napoletani perché con lui al San Paolo finiva 0-0, poi mi viene in mente con piacere la vittoria nell’anno dello scudetto con un gran gol di Mancini. I tecnici non dicono mai certe cose, ma la Sampdoria va al San Paolo con la consapevolezza che portare un punto a casa sarebbe già un grande risultato. La squadra deve giocare in maniera coperta, non ha le capacità per imporre il proprio gioco al Napoli. In casa Samp il Napoli è percepita come una grande; poi c’è anche una sensazione di vicinanza perché la compagine partenopea è piena di ex. Mazzarri nel complesso ha lasciato un buon ricordo, poi ci sono Campagnaro e Maggio, l'”eroe del derby. Ragionando realisticamente, la Sampdoria deve avere come obiettivo stagionale la zona a ridosso dell’Europa, stazionando cioè nella parte sinistra della classifica”.
Intervista a cura di Ciro Troise
