La sua carriera entusiasmante, la gioia della maglia azzurra, il solido gruppo nato proprio ai suoi tempi ed i progetti per il futuro: di tutti questi argomenti ha parlato in esclusiva ai microfoni di Iamnaples.it per la rubrica “La Telefonata” l’ex portiere del Napoli Gennaro Iezzo. Ecco quanto dichiarato ai nostri microfoni:
Nel guardare a personaggi-simbolo del calcio come a te i bambini spesso si interrogano: “Chissà come ha cominciato?”. Ci puoi raccontare il tuo approccio al mondo del pallone?
“Come tutti gli altri bambini che si avvicinano a questo sport, ho giocato per strada, all’oratorio, ogni posto era buono per fare una partitina. Oggi invece esistono le scuole calcio dove i ragazzi si allenano per cercare di crescere calcisticamente”.
Nel tuo ruolo hai avuto qualche modello a cui ti sei ispirato?
“Sicuramente tutti quelli che hanno indossato la maglia azzurra, da Castellini a Zoff fino ad arrivare a Giuliani e a Pino Taglialatela”
Pensando alla tua carriera, hai qualche rimpianto?
“Nessuno, perché non bisogna mai guardarsi indietro ma andare avanti. Sicuramente potevo fare qualcosa in più, però, i sogni che volevo esaudire li ho realizzati tutti, compreso quello di giocare in serie A e con la maglia della mia squadra del cuore e questo non ha prezzo, visto che sono sempre stato un tifoso del Napoli sin da bambino”.
Attualmente in serie A c’è un portiere che ti assomiglia come grinta, tenacia o tecnica?
“Ora nella massima serie ci sono molti ragazzi che stanno crescendo gradualmente, non bisogna fare paragoni con me. Oltre Buffon, che può vantare una carriera importante, se dovessi indicare qualche giovane in cui mi rivedo, guardando le movenze tra i pali, dico Consigli dell’Atalanta, oppure Mirante del Parma, non solo perché è di Castellammare come me, ma anche perché è un amico e mi fa piacere che sia diventato un estremo difensore molto valido”.
In questi anni il Napoli è cresciuto tantissimo ma cosa deve fare la società azzurra per diventare una grandissima?
“Ad oggi il Napoli ha una base molto solida, dove ragazzi giovani come Lavezzi, Hamsik e Gargano sono diventati elementi molto validi, però, per compiere il salto di qualità decisivo, bisogna mettere vicino a questi calciatori gente con esperienza e maturità al tempo stesso per cominciare a vincere qualcosa di importante”.
Da più parti si sottolinea legittimamente che uno dei principali punti di forza del Napoli è la solidità del gruppo. Ci racconti come si è formata proprio ai tuoi tempi la compattezza granitica dello spogliatoio?
“Il concetto di gruppo nasce dai valori umani che ogni calciatore ha quando indossa la maglia azzurra, senza dimenticare che il calore della gente di Napoli ti dà una carica elevata e che rende il tutto più facile. Durante le partite i tifosi ci trasmettono una grinta incredibile e questo l’abbiamo notato anche nei momenti più difficili, loro ci sono sempre stati vicini”.
Tra i tanti amici che hai nel Napoli c’è sicuramente Gianluca Grava che contro il Chievo ha disputato un’ottima partita. Tu che lo conosci bene, credi che giocherà ancora per molti anni?
“Mi auguro che Gianluca continui a giocare nel club azzurro, ha tutto per farlo, sta bene fisicamente nonostante lo stop forzato di un anno e mezzo. Mi dispiace che dai media non abbia avuto la giusta riconoscenza, perché Grava ha dato tutto per questi colori, comunque la sua prestazione non mi ha sorpreso, sarà sempre un grande, perché, come Paolo Cannavaro, è napoletano ed entrambi daranno sempre quel qualcosa in più per la maglia azzurra”.
Parliamo della tua vita dopo l’addio al calcio giocato: hai aperto una scuola calcio, gestisci un locale proprio con Grava e sei il direttore generale del Nuvla San Felice che dal prossimo anno si chiamerà Nola. Che emozioni stai provando vivendo da protagonista tutte queste attività?
“Sulla scuola calcio preferisco non esprimermi, l’ho lasciata cinque mesi fa perché i miei progetti erano diversi da quelli dei miei soci. Per quanto riguarda il locale, il LuanJez, è stata un’idea di entrambi e, se volete venirvi a fare una passeggiatina, ci farebbe piacere (ride n.d.r.). Nuvla San Felice? Sono il direttore generale, sto contribuendo a questo progetto perchè sono un carissimo amico del presidente. E’ un’esperienza davvero molto gratificante per me e Nola è una città che dal punto di vista calcistico sta provando a rilanciarsi. La squadra era penultima in classifica ma con il passare dei mesi è cresciuta molto di livello grazie a dei ragazzi molto giovani che si stanno mettendo in evidenza. Attualmente sto facendo un corso di allenatore e mi auguro di riuscire a superare l’esame per intraprendere un’esperienza davvero importante”.
A cura di Alessandro Sacco
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