Prosegue il viaggio della redazione di Iamnaples.it alla scoperta delle migliori realtà di crescita calcistica giovanile in Campania. Questa volta è intervenuto ai nostri microfoni Raffaele D’Auria, responsabile della S.C. Internapoli Camaldoli, descrivendo in maniera accurata la metodologia di lavoro attuata con i ragazzi e gli accorgimenti da prendere per far si che si possa crescere in maniera seria e professionale. Ecco come è andata:
L’ Internapoli è una realtà del calcio giovanile campano, ci racconta la sua storia
“Sappiamo che la storia di questa realtà nasce nel 1964, la nostra gestione risale invece a 15 anni fa e mattone dopo mattone abbiamo creato un bel gruppo di lavoro. Cerchiamo ogni anno di migliorarci, per poter offrire al pubblico sempre maggior qualità. Con i bambini bisogna prestare il massimo della cura, sono necessarie competenza, professionalità e amore, caratteristiche fondamentali per chi fa il nostro lavoro”
Com’è costituito il vostro organigramma?
“Il mio staff è composto da più di trenta persone. Oltre alla mia figura, ci sono due segretari ,un direttore generale, due magazzinieri, un addetto ai campi e due alle docce, che seguono i ragazzi più piccoli anche al di fuori del terreno di gioco. Ci sono inoltre sei pulmini che accompagnano i ragazzi alla struttura e li riportano poi alle loro abitazioni. Ogni gruppo è formato da un massimo di diciotto elementi, ha un allenatore ed un affiancatore, in maniera tale da non trascurare nessuno. I nostri tecnici sono tutti accuratamente selezionati e qualificati, bisogna stare attenti ai particolari”.
Siete una realtà calcistica di grande livello e tradizione, come vengono selezionati i vostri talenti?
“Per quanto riguarda le nostre categorie, nella scuola calcio Internapoli non faccio una particolare selezione ma diamo spazio a tutti i ragazzi che vogliono intraprendere questo sport. Ovviamente nella nostra organizzazione abbiamo diversi gruppi di lavoro, in cui i ragazzi sono divisi secondo le loro capacità. L’inserimento avviene in questo modo: l’interessato effettua due provini preliminari e i tecnici predisposti decidono a quale gruppo assegnarlo. Naturalmente chi è alle prime armi non può allenarsi con chi ha delle qualità evidenti”.
Quali sono le categorie impegnate in tornei o campionati?
“Attualmente siamo impegnati dalla categoria Allievi a quella Primi calci. Per ogni categoria, abbiamo diverse squadre e per gli Allievi e i Mini Allievi è presente il settore agonistico con campionati provinciali. Dagli Esordienti in poi, dai ’99 fino ai ‘2002, c’è una maggiore cura per la qualità: il tutto per far si che i nostri elementi possano presentarsi al meglio agli occhi delle società professionistiche. Diamo molta importanza alla costruzione delle basi fisiche e motorie, requisiti indispensabili per la resa degli atleti”.
Qual è il vostro rapporto con i genitori degli iscritti e con i procuratori?
“Ritengo che i rapporti con i genitori siano fondamentali. La selezione viene attuata con il ragazzo in campo e con il genitore fuori, per spiegargli i nostri obiettivi e la nostra metodologia di lavoro, applicate sempre con la loro approvazione. Viviamo in una realtà particolare , dove molte volte si chiede una sorta di riscatto attraverso i sogni di un proprio figlio, in questi casi ci riserviamo di non iscrivere il ragazzo. Ci sono delle regole basilari affinchè si possa crescere in un ambiente sano e corretto. Il rapporto con i procuratori non c’è, nel senso che noi trattiamo con le società professionistiche come il Napoli, l’Inter e la Juventus. In occasione di stage e provini, accompagniamo direttamente i ragazzi: fino alla categoria Esordienti la figura del procuratore è infatti da ritenersi non necessaria, anzi, potrebbe rivelarsi dannosa”.
Un pregio e un difetto del vostro mondo..
“Il difetto principale è l’approssimazione, in questo tipo di professione vanno curati anche i minimi dettagli, lavoriamo quindi sette giorni su sette per limitare le cosiddette imperfezioni. Negli ultimi anni le scuole calcio sono riuscite invece a togliersi una fastidiosa etichetta, ovvero il voler vincere a tutti i costi a discapito della crescita dei ragazzi. La Federazione è riuscita in tal senso a dare una svolta negli ultimi 7/8 anni, in cui si è notato il miglioramento e la maturazione dei tecnici”.
Nell’Internapoli Camaldoli ci sono elementi che possono entrare nelle mire di club professionistici?
“Non mi azzardo a dare giudizi definitivi ma abbiamo individuato certamente diversi talenti che potranno in futuro far bene. Non diamo nessuna garanzia ma assicuriamo il massimo della professionalità, è importante restare con i piede per terra. Ci tengo a dire che Salvatore Bocchetti, ora al Rubin Kazan, e che può vantare anche delle presenze in Nazionale, è stato un nostro tesserato, precisamente nell’anno 2002-03”.
Come sono i vostri contatti con la SSC Napoli?
“Il nostro rapporto con loro è eccellente, da anni diamo i nostri calciatori e poi conosco molto bene il coordinatore dello scouting giovanile Luigi Caffarelli. Lavoriamo nella stessa struttura, dunque ci confrontiamo ogni giorno. Il nostro bacino di ragazzi è a completa disposizione della società azzurra. Abbiamo ottimi legami anche con altre società professionistiche. Due settimane fa un nostro ragazzo classe ’98, il centrocampista centrale Battaglia, ha partecipato ad uno stage di quattro giorni con l’Inter e molto probabilmente vestirà la maglia nerazzurra nella prossima stagione. Anche Napoli e Fiorentina lo seguivano ma la sua scelta è ricaduta sulla società milanese”.
Quali passi avanti potrebbe fare il settore giovanile partenopeo?
“E’ stato importante trasferire praticamente tutte le categorie al Centro Sportivo Kennedy. Si dovrà cercare di migliorare la qualità, è un peccato talvolta dover mandare i nostri ragazzi altrove. La materia prima a cui attingere non manca di certo”.
Servizio a cura di Antonio Fusco e Alessandro Sacco
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