Per la rubrica “La telefonata” oggi Iamnaples intervista in esclusiva una dolce voce per i tifosi napoletani, il radiocronista Carmine Martino, che racconta le gare degli azzurri in compagnia di Gianluca Gifuni per Radio Marte, la radio ufficiale del Calcio Napoli. Il suo “gool- gool” ha fatto scuola ed evoca grandi ricordi per i tanti napoletani all’estero, che molto spesso, attraverso Internet e lo streaming, si affidano all’emittente partenopea per seguire la loro squadra del cuore.
Carmine Martino è anche un collega di Mediaset da venti anni; vanta una grande esperienza nel mondo del giornalismo e siamo lieti di ospitarlo ai nostri microfoni:
Oltre Radio Marte, con quali altri media collabora?
“io lavoro principalmente per Mediaset; sono capo-servizio a News Mediaset, dove mi occupo principalmente di cronaca per tutte le testate del gruppo”.
Ti ricordi i tuoi esordi? Quale è stata la tua prima radiocronaca?
“Certo che mi ricordo…Ho iniziato con le radio private e con qualche televisione locale; il ricordo principale è proprio con Radio Marte, dove ho iniziato nel 1984 con le prime radiocronache, proprio quando arrivò Maradona a Napoli. La mia prima radiocronaca coincide con Napoli-Como, 16 Settembre 1984, il giorno in cui esordì Diego, lo stadio era stracolmo”.
Quando e come ci si prepara per una radiocronaca?
“Ci si prepara nel corso della settimana; si cominciano a guardare le curiosità, le formazioni, lo schieramento tattico che adotta l’allenatore avversario”.
Ci puoi svelare se c’è stata una tua “papera” fatta durante il commento di una gara”?
“Ne ho commesse tante (ride, n.d.r.)… Nella finale di Coppa Uefa a Stoccarda, non mi resi conto che a segnare il secondo gol fosse stato Ferrara, lo scambiai per Careca, forse fui tratto in inganno dal gesto tipico del centravanti”.
A prescindere dalla tua fede calcistica, quale partita avresti valuto commentare?
“Sicuramente qualche partita dell’Italia o dell’Argentina. Avrei commentato molto volentieri il Mondiale in Messico nel 1986, più precisamente quell’ Inghilterra-Argentina dove “El Pibe” segnò quel gran gol…Probabilmente avrei commentato con piacere anche la finale dell’Italia a Berlino nel 2006″.
C’è stata una trasferta che ti è rimasta dentro più delle altre?
“Certamente le trasferte di Coppa a Monaco di Baviera e Stoccarda, quest’ultima è stata davvero indimenticabile; vedere il Napoli vittorioso in Europa non ha prezzo, c’era un’atmosfera bellissima”.
I tempi sono cambiati. Cosa c’è di diverso ora nell’attività di radiocronista sportivo?
“Sono cambiate tante cose… Ora bisogna essere più attenti, perchè con Internet, Youtube e le dirette televisive, ogni errore viene subito puntualizzato dall’ascoltatore. Prima potevi sbagliare anche il nome dell’avversario (ride n.d.r.)
A tuo parere manca in Italia una “scuola di radiocronista”, oppure credi che la formazione si debba fare sul campo?
“Il campo è sicuramente fondamentale, ci sono alcune scuole che riescono a dare qualcosa in più; ci sono colleghi come Bruno Longhi che a Milano tiene corsi di formazione per cronisti e radiocronisti, credo che siano delle buone iniziative. Sono cresciuto con il mito della telecronaca sudamericana; sono stato forse uno dei primi ad importare in Italia questo stile, per differenziarmi pensai al “Gool Gool Goooooooal…” che ancora oggi riscuote successo. Sono passati ventisei anni e ritengo di poter vantare un piccolo record in tal senso”.
Esiste ancora l’ attività educativa allo sport? Tutto ruota ancora all’ aspetto economico?
“Mi auguro che lo sport servi ad educare non solo chi lo pratica, ma anche chi lo segue. Essere sportivo significa appunto seguire determinate regole che contemplano il rispetto dell’avversario. Spero che sia sempre così, al di là del sopravvento che il denaro ha preso su tutto, specialmente nel mondo del calcio”.
Parliamo del Napoli: un ricordo di ieri e una sua visione per domani?
“Il ricordo di ieri è legato a quel Napoli di Maradona, Careca, Alemao e compagni, che riusciva a dominare gli avversari, colpendo al momento opportuno e non lasciando scampo ai rivali. Quella di oggi è un altro tipo di squadra, completamente diversa per certi versi; ti ammalia come il Napoli di Vinicio, che riuscì con un gioco spumeggiante a sfiorare la vittoria finale”.
Questione stadio: ne preferiresti uno nuovo o sarebbe meglio ristrutturare il San Paolo?
“Appartengo al “Partito dello Stadio San Paolo” , ho legato lì tutta la voglia di seguire questa squadra; per me rimane intoccabile. Certo andrebbe ristrutturato totalmente, perché è un impianto obsoleto, incapace di offrire comfort e tutto quello di cui si necessita al giorno d’oggi per seguire bene una gara. Creare una struttura lontano dalla metropoli mi sembra poi una cosa assurda”.
Con l’eventuale ingresso in Champions, quale sarebbe il mercato degli azzurri?
“Ovviamente il Napoli dovrà ampliare la rosa, considerando anche l’esperienza fatta in questa stagione in Europa League. E’ fondamentale affinché in Champions si possa far bella figura e non pagare lo scotto del noviziato. Mi auguro che si possa raggiungere la terza posizione, il preliminare infatti sarebbe un terno al lotto. Credo che il Napoli debba rinforzarsi soprattutto a centrocampo, in quanto secondo me in virtù della filosofia di gioco di Mazzarri occorrono elementi che siano sempre in ottima condizione; un’ altra esigenza sarà aumentarne la qualità. Sarà indispensabile anche un vice – Cavani che non faccia rimpiangere il “Matador”; il parco attaccanti dovrà essere di ottimo livello”.
Le tue prospettiva per il futuro?
“Ora sto dando il mio contributo alla nascita di una testata: “News Mediaset”, occupandomi principalmente di cronaca. Ad ottobre partirà un nuovo canale tematico “All News”; mi hanno chiesto un aiuto e glielo do molto volentieri, sono in questa famiglia da più di vent’anni. L’augurio è quello di occuparmi comunque di sport attraverso Radio Marte, perché il Napoli è sempre il Napoli…”.
A cura di Alessandro Sacco e Antonio Fusco
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