Quando l’amore per il calcio assurge a “religiosa” professionalità. Nuovo protagonista della rubrica “La Telefonata” è il noto telecronista di Sportitalia ed esperto di calcio sudamericano Stefano Borghi. Non solo considerazioni su possibili obiettivi del club partenopeo, ma anche sensazioni e valutazioni personali sulle condizioni del calcio d’oltreoceano:
C’è un particolare trasporto nel commentare gare di calcio sudamericano, qual’è il match più “adrenalinico” che ti viene in mente?
“L’emozione di un Superclassico non la da nessun’altra partita al mondo: River Plate-Boca Juniors è il massimo dell’evento. Il momento più adrenalinico che ho vissuto nel commentare un match è stato, però, quello del gol decisivo di Martin Palermo nei secondi finali di Argentina-Perù, che ha praticamente regalato all’Albiceleste dell’allora c.t. Maradona il pass per il Mondiale in Sud Africa. Un attimo di quasi estasi: per la figura di Diego in panchina e per quella di ‘San Palermo’, buttato nella mischia e divenuto il salvatore della patria…”.
Soprannomi, aneddoti particolari di vita e di campo. Come nasce “l’archivio-Borghi”?
“Il mio archivio è fondamentale, conservo appunti sin dalla prima partita che ho commentato, cosa che mi porta ad avere la possibilità di far riferimento a diversi dati. La preparazione è fondamentale, il costante aggiornamento è una chiave imprescindibile per chi intraprende il mio lavoro, fare il telecronista vuol dire non aver mai un momento per pensare durante la partita: occorre sempre agire. Per quanto riguarda il calcio sudamericano, la mia è una sorta di macchina in movimento; guardare tantissime partite ed aggiornarsi anche attraverso i giornali locali sono le due cose dalle quali non si può prescindere”.
Eduardo Vargas, attaccante classe ’89 dell’Universidad de Chile, può far comodo al tipo di gioco attuato da Mazzarri?
“È un giocatore veramente interessante, oltretutto sta dimostrando continuità, che lo rende appetibile per il mercato europeo. Può certamente tornare utile alle caratteristiche di gioco del team partenopeo, avendo doti simili a quelle di Lavezzi: gioco rapido, anche partendo dall’esterno e ottima visione della porta, così come dimostrato nella semifinale di ritorno della Copa Sudamericana contro il Vasco da Gama, siglando la rete del 2-0. Ci sono tante squadre su di lui e credo che in Spagna siano leggermente in vantaggio, in particolare il Villarreal che deve sostituire gli infortunati Nilmar e Giuseppe Rossi. Credo poi che gli azzurri necessitino maggiormente di una prima punta, considerando il ‘risveglio’ di Pandev”.
Facundo Ferreira, attaccante del Banfield classe ’91, potrebbe ricoprire il ruolo di vice-Cavani?
“Per caratteristiche assolutamente si, è una prima punta moderna con capacità fisiche e con ottime doti tecniche. L’unico dubbio è legato alla sua giovane età: il Napoli è oramai una grande squadra e ha bisogno di calciatori già affermati. Il giocatore perfetto per questo tipo di utilizzo sarebbe stato Lucas Viatri del Boca Juniors che purtroppo ha subito un duro infortunio al ginocchio e dovrà restare fermo ancora per qualche mese”.
Ci sono attualmente elementi nei campionati d’oltreoceano in grado di cimentarsi in tornei importanti come quelli europei?
“Ce ne sono tanti per tutti i ruoli che possono esprimersi al meglio in Europa. Riferendoci al campionato di Apertura argentino, un calciatore decisamente pronto è Augustìn Marchesìn, estremo difensore del Lanùs: ha ventitrè anni e si è esibito in parate fantascientifiche”.
Si dice che Brasile e Cile stiano sopravanzando l’Argentina per quanto riguarda la “produzione” di talenti, sposi anche tu questa tesi?
“Brasile e Cile sono attualmente più avanti dell’Argentina a livello calcistico, soprattutto per quanto riguarda la disponibilità economica. Il primo è infatti una potenza mondiale ed i cileni si sono decisamente risollevati finanziariamente negli ultimi dieci anni. Sul rapporto qualità-prezzo la situazione cambia: i brasiliani costano più di tutti gli altri sudamericani e l’argentino rimane ancora il prototipo di calciatore extracomunitario più adattabile al calcio italiano. Quello in Argentina resta dunque il mercato più interessante da esplorare…”.
Intervista a cura di Antonio Fusco
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