Oggi per la rubrica “La Telefonata” ci relazioniamo ai sogni di un giovane calciatore classe ’90, che ha militato per ben tre anni nel settore giovanile, tra Allievi Nazionali e Primavera. Il suo nome è Vincenzo Bernardo, nato nel New Jersey, a Morristown, e attualmente gioca nella Regionaliga Austriaca. Ricordo ancora il giorno in cui l’ho notato al Complesso Sportivo “Nuova Audax” di Casoria, mi impressionò e chiesi subito informazioni. Un operatore di calcio, con fare compiaciuto, mi disse: “L’hai visto, scatta sul filo del fuorigioco, sembra Pippo Inzaghi”. Ad osservarlo meglio, però, il punto di riferimento che si pone davanti ai miei occhi è quello di un altro italoamericano, Giuseppe Rossi. Abbiamo ragionato della sua carriera, dei suoi desideri, del Napoli e del suo settore giovanile, intervistandolo in esclusiva.
Vincenzo, partiamo dal presente. Stai giocando nella Serie C austriaca, all’FC Hochst, nella Regionalliga (il corrispettivo della nostra Serie C). Ci racconti come procede quest’esperienza?
“L’opportunità di giocare in Austria era un’ottima occasione per me sia dentro che fuori dal campo. Le persone sono molto simpatiche e la vita è molto tranquilla. Il livello calcistico è molto buono, per essere una terza divisione. I giocatori hanno una dura mentalità, da lavoratori, e ogni partita è una vera e propria battaglia. Sto imparando molto giocando qui, e questo è molto importante per il mio futuro”.
Il tuo contratto scade a Giugno. Che desideri hai per la prossima stagione? Tornare in Italia o proseguire la tua esperienza all’estero, magari anche in un altro Paese?
“Nel calcio nulla è sicuro. La mia esperienza italiana è stata fantastica, e io amo il modo in cui il calcio viene giocato lì. Nonostante io pensi che il mio stile di gioco cali alla perfezione con le caratteristiche del calcio italiano, capisco anche che dopo aver giocato in Austria e dopo aver fatto bene qui posso adattarmi allo stile di gioco di diversi paesi. Alla fine di questa stagione mi guarderò attorno e farò ciò che sento di fare, che ovviamente sarà il meglio per me in questo momento della carriera”.
Ti sei formato calcisticamente nel settore giovanile del Napoli, dal 2006 al 2009, con apparizioni anche in Primavera. Che ricordo hai di quell’esperienza?
“E’ stato un onore giocare per un club come il Napoli. La città è bellissima e i tifosi sono incredibili. Ho imparato tantissimo lì, e non posso far altro che ringraziarli per avermi regalato questa fantastica esperienza che terrò sempre nel mio cuore”.
Segui le sorti del Napoli anche da lontano? Che idea ti sei fatto sulla stagione degli azzurri e sulle prospettive per il futuro?
“Cerco sempre di tenermi aggiornato su tutta la Serie A. Credo che il Napoli abbia giocato veramente una buona stagione. Sono sicuro che i tifosi siano veramente contenti di vedere gli azzurri giocare in Champions League nella prossima stagione”.
Da ex calciatore del vivaio partenopeo che consigli daresti alla società per rinforzare il proprio settore giovanile?
“Il mio unico consiglio è quello di dare un’opportunità ai giovani calciatori”.
Sei italo-americano proprio come uno dei più forti attaccanti del calcio europeo, Giuseppe Rossi. E’ lui il tuo punto di riferimento, anche perchè avete caratteristiche simili?
“Rossi è un calciatore di classe. Sono sicuro che molti calciatori, così come me, guardano a lui come a un modello. La somiglianza delle nostre due storie non fa altro che attrarmi di più nel vedere i suoi progressi e nel capire come posso imparare da lui”.
Ogni anno tu organizzi un Camp dedicato a giovani calciatori, quest’anno a Madison dal 27 giugno al 1 luglio. Ci racconti nei dettagli quest’iniziativa?
“Si, il camp è un programma di una settimana in cui ragazzi e ragazze dai sei ai sedici anni si allenano con me ed il mio staff. Provo a utilizzare tutti i segreti imparati in Europa per poi usarli in America. E’ il nostro terzo anno, e miglioriamo sempre più. E’ un’esperienza incredibile per i ragazzi, e un gran divertimento per me”.
Sei cresciuto nei meandri del calcio americano, un mondo in ascesa. Ci racconti a che punto è la crescita del calcio a stelle e strisce?
“Penso che il calcio in America stia crescendo anno dopo anno. La qualità sta migliorando e il portare giocatori come Beckham, Henry, Marquez e Donovan rende la lega ancora più eccitante da vedere migliorerà anno dopo anno”.
Vincenzo Bernardo, oltre ad essere un ottimo calciatore, è anche un ragazzo straordinario che cura tante iniziative, proprio come quella del camp che ci ha raccontato. Potete seguirle frequentando il suo sito www.vincenzobernardo.net oppure il suo profilo twitter www.twitter.com/VB10.
Intervista a cura di Ciro Troise
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