Settimana di stasi per la BpMed Napoli che prepara il match contro Trento del prossimo 15 Aprile, l’ultimo della regular season che precede i playoff. Per fare un bilancio della situazione abbiamo portato ai nostri microfoni coach Maurizio Bartocci. Varie le tematiche affrontate in un’interessante intervista.
Coach, si avvicinano i playoff, ma innanzitutto facciamo un bilancio di questa stagione
Considerando da dove siamo partiti da giugno, da quando ho accettato l’incarico, abbiamo fatto cose eccellenti ed eccezionali. Abbiamo creato un gruppo sicuramente valido in termini di staff. I ragazzi, inoltre, sono stati formidabili: hanno lottato ogni partita, anche quando le cose non andavano per il verso giusto. Comunque vada, questa annata è stata un successo.
La sorpresa maggiormente gradita di questa annata
Il fatto di essere riusciti a creare un’unità d’intenti all’interno dello spogliatoi, di inculcare nei ragazzi, seppur provenienti da esperienze diverse, la voglia di vincere e di non mollare mai, mi ha sorpreso perché non mi aspettavo un riscontro così positivo in questi termini.
A suo avviso quale è stata la partita o il momento della svolta di questa stagione?
All’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica a causa del gruppo nuovo che doveva amalgamarsi. Non credo che la svolta si possa individuare in un solo match, ma la vittoria in casa con Ruvo, quando in poco meno di 1’30’’ abbiamo recuperato 8 punti di scarto, ha dato la possibilità a questi ragazzi di credere in un risultato anche quando tutto sembra girare per il verso sbagliato. Poi ci sono state altre vittorie importanti che hanno dato forza e convinzione nei nostri mezzi.
C’è stato, però, un momento negativo, coincidente con la partecipazione alle Final Four. Il capitano Gatti ha dichiarato ai nostri microfoni che dopo le partite con San Severo e con Torino c’era la paura di non saper giocare più bene insieme. Qual è il suo pensiero?
Io credo che uno dei problemi principali che abbiamo avuto, è riscontrabile negli infortuni. Questa squadra ha un quintetto importante, supportato da under di qualità che danno la possibilità ai senior di rifiatare. Nei momenti in cui le rotazioni si sono ridotte a causa degli acciacchi che hanno impedito al gruppo di allenarsi al completo, si è creata un po’ di sfiducia all’interno dello spogliatoio.
Ora però si avvicina un nuovo campionato, si avvicinano i playoff. Come arrivate alla post season?
Abbiamo iniziato una programmazione mirata per cercare di recuperare la condizione migliore, agevolati dalla matematica certezza del primo posto nella nostra Division. L’obiettivo è quello di recuperare e ridare una condizione fisica più che accettabile in vista del prossimo 6 Maggio. Siamo in una situazione non florida per quanto riguarda la condizione fisica, non solo per quanto riguarda i vari Porfido, Rizzitiello, Rotondo, ma ad esempio, Iannilli si è allena al massimo una volta a settimana da un po’ di tempo a questa parte. Faremo dei carichi di lavoro, dunque, per arrivare ai playoff in uno stato di forma ottimale.
Casalpusterlengo, Trento, Torino, Trieste: tutte squadre che la BpMed potrebbe affrontare: quale delle quattro preferirebbe incrociare?
E’ difficile dirlo. Stiamo parlando di tutte squadre importanti, di ottimo spessore. A prescindere da chi incontreremo, sarà comunque una battaglia all’ultimo sangue.
Cosa sarà importante nei playoff, cosa chiederà ai suoi ragazzi prima di entrare in campo?
L’intensità, la capacità di rimanere concentrati nell’arco dei 40’, di essere solidi e concreti e concedere poco agli avversari: queste, sostanzialmente, saranno le mie richieste.
Inoltre, come detto in precedenza, sarà importante recuperare i giocatori infortunati, soprattutto Porfido che praticamente non è ancora riuscito ad adattarsi agli schemi per le poche partite disputate…
Spero di reinserirlo di nuovo in squadra a partire dalla settimana prossima. E’ un giocatore che può dare qualità. Ha del talento. Viene da un’annata non entusiasmante e quindi aveva bisogno di allenarsi duramente. In questo processo di crescita, però, è stato limitato dall’infortunio alla spalla, che di certo non lo ha aiutato.
Partiamo con la raffica:
Salvatore Calise: Vulcanico e folle
Antonio Ambrosino: Grande ‘tessitore’
Un salto nel passato, l’Avv. Maione: Dotato di grandi ideali
Lynn Greer: Napoletano più di tutti noi
MitchelMorandais: Follia allo stato puro
Mason Rocca: Intelligenza al posto del talento
Mimmo Morena: Cuore e passione
Mike Penberthy: Presuntuoso cecchino infallibile
Dontae Jones: Cavallo pazzo!
Coach, sbilanciamoci: chi salirà in LegaDue?
Per profondità di roster e per il talento dico Omegna. Poi ci sono 5-6 squadre che possono giocarsela alla pari. Diciamo che, a seconda degli accoppiamenti le compagini impegnate in questi playoff possono interfacciarsi meglio o peggio con un’altra formazione. Nomi? Trieste, Trento, Torino, Recanati, ma anche Ferentino e Capo d’Orlando se la giocheranno fino alla fine anche con noi…
A prescindere dall’esito della stagione, lei sarà sicuramente il punto di partenza per la prossima annata del Napoli Basketball…
Credo e spero che questa sia la volontà della società. Per me è stato un onore tornare a Napoli e guidare questa squadra. Il rapporto con la dirigenza è ottimale, vedremo a stagione conclusa.
Un pensiero sul pubblico napoletano: Napoli detiene il primato per quanto riguarda l’affluenza al PalaBarbuto in DNA con 22.000 presenze totali
Questa è una cosa importante: nella post season voglio il palazzo pieno. Sono partite importanti, in cui ci si gioca una stagione intera. Sarà importante avere un’ottima cornice di pubblico, in modo da dare una spinta in più alla squadra e guidare con gli occhi la palla nel cesto…
In conclusione, il progetto Napoli Basketball è quello giusto per riportare il grande basket a Napoli?
Credo che l’idea di unire tante piccole forze sia quella vincente: in questo modo non si dipende da una sola figura, ma da un gruppo di appassionati, di sponsor e di tifosi che possono dare longevità ad un progetto.
Servizio a cura di Stefano D’Angelo
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