È toccato a Claudio Anellucci, il procuratore di Edinson Cavani avvertire il campione uruguaiano del furto nella sua villa di Baia.
«Come vuole che stia? Sta come uno a cui i ladri sono entrati a casa per rubare. È arrabbiato, furibondo».
Il manager romano ha provato a minimizzare l’accaduto in attesa del suo rientro in Italia. Ha chiamato il Matador verso le ore 15, tre ore dopo la telefonata dei carabinieri di Pozzuoli che gli chiedevano di recarsi a via Scalandrone per un primo inventario degli oggetti mancanti. Il fuso orario con il Sudamerica ha consigliato di ritardare il contatto con Edi.
“Non so dire esattamente quello che manca perché non so cosa abbia portato con sé a Montevideo”
racconta ancora Anellucci
“È una faccenda che lo ha molto infastidito, è ovvio. Ho notato dal sopralluogo che ho fatto che la maggior parte dei trofei e dei ricordi sportivi del campione sono tutti lì, anche quasi tutte le magliette da gioco non sono state toccate. Degli oggetti rubati non so, bisogna attendere il ritorno suo e della moglie»”.
Nel ritiro dell’Uruguay che domani affronterà la seconda gara per le qualificazioni ai mondiali del 2014, il Matador si affida ai suoi familiari per sfogarsi e per rassicurare la consorte Soledad. Luis, il papà del campione, prova a minimizzare.
“Il furto potrebbe essere opera di un fanatico tifoso del Napoli”
dice
“Non hanno portato via roba di gran valore ma a quanto pare solo un po’ di abiti di Edi”.
Luis Cavani spiega che l’autore dell’irruzione potrebbe essere
«Un tifoso che aveva voglia di avere alcune cose di mio figlio».
Anche questa, ovviamente, è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori che si stanno occupando della vicenda. Il Matador, aggiunge il genitore all’Observador, sta seguendo da vicino, insieme alla moglie il fatto:
«Sì, sono in contatto con l’impiegata che si occupa della casa che li sta tenendo informati su tutto».
Questa mattina la donna formalizzerà la denuncia negli uffici della compagnia dei carabinieri di Arco Felice. «Edy? È tranquillo come è serena Soledad. Però non vedono l’ora di rientrare in Italia per poter fare un inventario esatto di quello che è stato portato via»,
Chiosa ancora il papà del Matador.
Ma ora il Napoli trema e il club si è già mobilitato per far sentire il suo affetto e per rassicurare il campione. C’è il grande timore che ora il Matador possa mettere in discussione il rapporto con la società azzurra. Come avvenne nel dicembre 2009 quando venne aggredito in auto, a Palermo, a poca distanza dal centro sportivo di Baccadifalco: nessun furto, ma minacce e colpi di catena contro la carrozzeria del Suv del calciatore. La sera stessa -raccontò poi Zamparini, il patron dei rosanero – chiese di essere ceduto. Ed è questa la principale paura dei tifosi del Napoli che, nel forum del sito online, sono terrorizzati dall’idea che il campione possa lasciare la città proprio come fece con la Sicilia e lo innondano di messaggi d’affetto: «Stai tranquillo, ti vogliamo bene».
Cavani vive da metà agosto in questa lussuosa e panoramica villa nella zona della collina dello Scalandrone, tra Baia e Lucrino, per pochi decine di metri territorio del comune di Bacoli. È la sua seconda residenza da quando, nell’estate del 2010, è approdato al Napoli: in un primo momento aveva scelto un villino in un condominio di Lucrino, troppo accessibile per gli appassionati tifosi del Napoli e con problemi di vicinato.
Ha scelto una villa riservata, a prova di privacy, per evitare irruzioni nella sua vita privata, nelle ore del relax. Con un solo vicino e un’alta recinzione a proteggerlo dalla passione dei fans. Lo Scalandrone è una zona residenziale ad altà densità di mattone, spesso al centro della cronaca per gli assalti alle ville: la maggior parte delle costruzioni è successiva al 1985. Qui, infatti, venne realizzata una delle cosidette “vie di fuga” in caso di evacuazione dell’area flegrea per il bradisismo. Passata la paura, tutto intorno all’arteria è stato un boom dell’edilizia fai da te. Tra condoni e sanatorie.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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