La neonata rubrica “Focus sull’arbitro” continua a muovere i suoi primi passi. Ci eravamo lasciati, la settimana scorsa, con le incertezze sulla convocazione dubbia di Luca Banti. Dubbi che, peraltro, hanno avuto modo di consolidarsi nel corso della partita contro la Lazio che, in quanto a decisioni arbitrali, ha fatto discutere. Dal gol fantasma non concesso a Brocchi al secondo presunto rigore su Cavani (che forse era finanche più netto del primo). Adottando un’etica tutta “Mazzarriana” dimentichiamo quanto è accaduto, e procediamo con la prossima partita, inaugurando il terzo episodio di questa rubrica.
La prossima sfida vedrà gli azzurri impegnati contro il Bologna: Giovedì, puntuale, arriva la designazione. Stavolta è il turno di Daniele Orsato, originario di Schio, in provincia di Vicenza (Veneto). Il fischietto trentacinquenne, è alla sua quinta stagione nella CAN di A e B. dopo 38 partite dirette in Serie B passa ad arbitrare, dal 17 Dicembre 2006, incontri di massima serie. Fin’ora, sono state dirette dal suo metro di giudizio 72 partite.
Le vicissitudini che legano il direttore di gara di Schio ed il Napoli non ‘vantano’ un numero sproporzionato di decisioni discutibili. È più interessante, invece, scoprire come Orsato abbia assistito alle prestazioni più vuote degli azzurri. Le statistiche parlano chiaro: in nove occasioni il Napoli ha ottenuto una sola vittoria, cinque pareggi e tre sconfitte. Ma procediamo con ordine:
L’episodio che, più di altri, è scolpito nella memoria è anche il primo, il battesimo di fuoco del fischietto vicentino con gli azzurri. Parliamo di Napoli – Frosinone del 2 Dicembre 2006. Dopo alcuni richiami l’arbitro sospende il match, poichè dalle curve piovono petardi. Dovrà intervenire il patron De Laurentiis affinché si possa continuare a giocare. Dopo pochi minuti dalla ri-ripresa, il Frosinone ottiene un rigore che, senza errori, trasforma con Lodi portandosi in vantaggio. Sarà un colpo di testa di Mariano Bogliacino a pareggiare i conti. La partita si conclude sull’1 a 1 tra il fumo dei petardi, la rabbia dei tifosi per un recupero inspiegabilmente non concesso, e l’insoddisfazione di Reja. Il Napoli è costretto a giocare la gara successiva a porte chiuse e in campo neutro; nel deserto del “Renato Curi” di Perugia pareggia a reti inviolate contro il Mantova
A dimostrazione del fatto che Orsato non porti fortuna al Napoli ci sono diverse partite seppellite, fortunatamente, nel tempo. Si ricordano sconfitte clamorose come quella di Catania (3 a 0 per gli isolani, che combattono contro un Napoli mai sceso in campo); o come quella contro il Genoa tra le mura amiche del San Paolo che, seppure non sonante come quella di Catania, fu comunque uno dei simboli che manifestò una crisi di spogliatoio per gli azzurri. Momento difficile che culminerà con l’esonero di Reja.
I ricordi fin’ora citati furono, sì, resi tristi da disattenzioni ed errori della compagine partenopea, ma la colpa, in occasione di Napoli – Palermo del 17 Gennaio 2010, grava sulle spalle del fischietto veneto. Cavani, allora non ancora Matador azzurro ma punta del Palermo in costante ombra, ottenne un rigore subendo un presunto fallo da Rinaudo. La moviola dimostrò, poi, come Rinaudo colpì tutto tranne che le gambe del giovane uruguagio. Ad ogni modo, in occasione del penalty appena concesso –e durante tutto il resto della gara- a metterci una pezza fu Morgan De Sanctis. Il Pirata disse no a Miccoli, strozzandogli in gola la gioia di un rigore ed impedendo agli isolani di passare in vantaggio nelle occasioni create.
In Napoli – Atalanta del 9 Maggio 2010 Orsato assistette alle ultime due reti siglate da colui che un tempo portava la bandiera di questa squadra, ‘Masaniello’ Quagliarella. Quei due gol, che valsero una vittoria, furono anche le ultime due gioie che l’attaccante di Castellammare di Stabia regalò ai suoi tifosi. Il resto, furono solo dispiaceri: anzi, un unico grande dispiacere mai dimenticato, mal digerito.
In quest’annata Daniele Orsato ha diretto il match probabilmente più brutto disputato dagli azzurri. Parliamo di Chievo Verona – Napoli. Sfida persa per due reti a zero. La prima messa a segno da un fino ad allora inesistente Moscardelli –sia in partita che in campionato. La seconda, frutto di un regalo della difesa del Napoli che lascia correre indisturbato Sardo, che senza troppi problemi infila la sfera alle spalle di un incolpevole De Sanctis. Un attimo dopo la punta veronese è a festeggiare il suo gol, dimentico della maglietta che avrebbe voluto/dovuto mostrare alla sua curva.
Il resto di questa storia potremo scriverla e scoprirla “solo vivendo”, almeno così diceva Battisti. Le premesse parlano in nostro favore. Abbiamo un sogno da inseguire. Il Bologna si è allontanato a sufficienza da una temuta retrocessione, e si ritrova, ora, a non avere nulla da chiedere a questa classifica se non la fine di questo campionato, per poter tirare un sospiro di sollievo e pensare all’anno che verrà. Gli azzurri –ed i loro sostenitori- hanno un’arma in più pur avendone una in meno. Gioco di parole a parte e Cavani a parte –che non presenzierà tra i convocati perché espulso, e quindi arma in meno per noi- il Napoli e Napoli hanno una motivazione per voler vincere questo match. Il nome non lo diciamo: al massimo, potremmo dire “otteducs”.
Servizio a cura di Mariano Sisto
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