Scommettiamo che? Forza, vediamo che sai fare. Risultato: un gol per un telefonino. Questa è la storia di un retroscena e di un Matador. Di una promessa e di una dichiarazione d’amore. Di un attaccante-marziano con la faccia da indio e il corpo bionico che Napoli ama alla follia.
« E io ricambio con la stessa intensità».
Edinson Cavani è una macchina perfetta: micidiale, istinto pauroso, fisico degno di un quattrocentista (test alla mano). Degno dell’uomo vitruviano di Leonardo: l’armonia, la proporzione. E poi il talento: baciato da Dio; plasmato e coltivato con cura.
« Io direi che è tutto il Napoli a essere composto da grandi persone e grandi giocatori».
Edy è così. Sorride, si schernisce. Ma in campo non ha pietà.
CHE EMOZIONE – E allora, eccolo l’oro azzurro. Con la testa al Milan, il cuore a Manchester e la bocca schierata dinanzi ai microfoni di Radio Marte Stereo. Passata la sbornia-City? « Diciamo che l’emozione è stata grande. Grandissima. E non soltanto per il gol».
Quello dell’1-0, il primo stagionale, realizzato alla prima occasione dopo la maratona di Maggio. A dire il vero, gli capita regolarmente di segnare all’esordio in una competizione:
« Beh, ma io sono felice per una lunga serie di cose».
Tipo?
«Il Napoli mancava dalla Champions da 21 anni e per me era la prima volta. Regalare una gioia a tutta quella gente, venuta a tifare fino a Manchester per noi, è stato meraviglioso. Come ascoltare la famosa musica prima della partita? Ne parlavo con Zuniga scherzando».
LA SCOMMESSA –Belle immagini, davvero. Come divertente è il retroscena di quel gol: martedì, dopo la fine della rifinitura all’Etihad, Cavani si ferma a firmare autografi e a scattare fotografie a ridosso della tribuna. Poi, dopo aver abbracciato i suoi manager, Claudio Anellucci e Pierpaolo Triulzi, al seguito della squadra, raccoglie il guanto di sfida:
«Scommetti un telefonino che domani fai gol in quella porta?»
gli dice Anellucci indicandogliela con il dito
«D’accordo» .
Beh, il finale lo conoscono tutti. Ma non il dettaglio: la porta era proprio quella della premonizione. Prego, scegliere il modello.
IL SOGNO– Edy, dicevamo. Che come tutti i suoi compagni ha ormai assorbito il modello- Mazzarri:
«Archiviamo il City e pensiamo al campionato: ora c’è il Milan.Pensiamo alla prossima partita, alla prossima finale. L’obiettivo è giocare sempre da Napoli. Sempre per vincere: noi vogliamo il meglio per la città e per il gruppo».
E dunque puntare allo scudetto: è il sogno della gente.
«Beh, anche io sogno. Mio padre mi ha insegnato a sognare sin da piccolo: se arriva bene, altrimenti non importa. L’unica cosa che conta è aver dato il massimo: dobbiamo dimostrare che questa squadra è in grado di lottare fino alla fine con lealtre grandi per le posizioni alte della classifica».
GRAZIE– Il Napoli di Mazzarri, a onor del vero, dà il massimo sin dalla prima partita del corso del tecnico toscano. E Cavani, oltre che alle sue indiscutibili doti tecniche, è stato scelto e inseguito proprio perché è un irriducibile.
«Pensiamo sempre a lavorare al meglio, e anche in questi giorni stiamo preparando la partita con il Milan senza risparmiarci: loro hanno dei grandi campioni,noi ne abbiamo altri. Il Pocho? Speriamo che recuperi, ma in caso contrario la rosa è ampia e sarà sostituito degnamente».
Il San Paolo sarà stracolmo:
«E infatti voglio ringraziare la gente di Napoli, che ci trascina sempre alla vittoria. Non serve invitarla allo stadio. Basta. Promesse non ne faccio, né individuali né collettive: dico solo che sappiamo quanto è importante la partita con il Milan. Daremo tutto».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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