Poco più di un anno fa, il progetto Napoli Basketball prendeva sempre più piede. Grazie alla Wild Card, Calise e co. ottennero la DNA, terzo campionato nazionale. Di questi tempi arrivavano i primi giocatori che sarebbero poi stati protagonisti di una grande annata, un po’ inaspettata da parte di tutti. Una stagione nata bene, ma finita male con la brutta sconfitta ai playoff contro Trento. La nuova società azzurra, comunque, è stata in grado di riportare l’entusiasmo necessario al PalaBarbuto, nonostante la categoria di appartenenza. Un entusiasmo che poteva essere stroncato con la mancata iscrizione al campionato, visti i grossi problemi economici. Ma gli esponenti del Napoli Basketball, insieme alla Pallacanestro Sant’Antimo hanno deciso di riunire le forze e formare una società allargata. Un club che possa riportare la piazza di Napoli negli importanti palcoscenici cestistici. Le basi ci sono, ma bisogna analizzare alcuni aspetti.
TUTTO NASCE DALLA PASSIONE – Dovrebbe essere questo il credo per una società che si accinge a ‘(ri)diventare grande’. Il Napoli Basketball era un gruppo solido, unito, partito dal nulla. Salvatore Calise è stato in grado, tramite una sconfinata passione per la palla a spicchi, di coinvolgere i vecchi tifosi, i nostalgici, coloro che avevano sete di basket. Invocavano la necessità di una squadra che portasse il nome della propria città. Il Napoli Basketball ha onorato i colori e il nome di Napoli in giro per tutti i campi della DNA. Calise, attualmente, non fa parte dell’organigramma di questa nuova società. Ma, proprio per la sua immensa passione e la sua capacità nel coinvolgimento della città, è una figura di cui il nuovo club non può fare a meno.
AVVENTURA O PROGETTO DURATURO? – Attorno a questa nuova realtà cestistica napoletana non manca il consueto scetticismo. Come è giusto che sia, d’altronde. Napoli, infatti, non ne può più dei vari fallimenti che la propria pallacanestro ha dovuto subire. Da Maione a Papalia, passando per Cirillo. Troppi brutti ricordi rievocano le esperienze di questi presidenti a Napoli. Ora sorge l’esigenza di avere una realtà cestistica solida. Dalle dichiarazioni e dalle sensazioni post-conferenza stampa dello scorso venerdì, la stampa e soprattutto i tifosi hanno avuto delle garanzie. Cesaro, insieme a Minopoli e agli altri imprenditori che affiancheranno questo progetto, possono potenzialmente stabilizzarsi nel basket che conta. Per riuscire in questa impresa, però, serve dedizione, abnegazione, spirito di sacrificio, e la stessa passione di cui prima si accennava.
NAPOLI, C’E’ SPAZIO PER IL BASKET? – Una qualsiasi società sportiva che opera all’interno di una determinata città, non può non essere supportata dalle istituzioni. De Magistris più volte ha dimostrato di appoggiare il Napoli Basketball, seguendo alcune gare interne della società di Calise. Inoltre, il Sindaco e la sua Amministrazione, una volta radicatisi nel territorio napoletano, hanno dimostrato sin da subito la loro tendenza a favorire iniziative e attività sportive del territorio. Lo dimostrano gli incontri di Coppa Davis previsti a Settembre, l’America’s Cup di vela, la soluzione trovata grazie alla collaborazione della Carpisa Yamamay Napoli per riaprire il Collana ed il percorso strutturato con il Coni per ridare ai napoletani l’Albricci.
PALABARBUTO/MARIO ARGENTO – Il supporto da parte dell’Amministrazione, dunque, non dovrebbe mancare. Ma accanto all’aspetto morale, bisogna affiancare l’aspetto materiale. La questione impianti in Campania, ma soprattutto a Napoli non è di certo florida. Ma, nello stesso tempo, non si può rischiare di mandare lontano dal PalaBarbuto questa nuova realtà. Antonio Minopoli in conferenza stampa ha lanciato un appello, richiamando l’attenzione degli esponenti politici. Pare, infatti, che le tariffe per l’utilizzo dell’impianto di Fuorigrotta siano aumentate di circa il 20%. L’augurio, dunque, è che questa Amministrazione possa favorire e incentivare l’attività di questa società attraverso una modifica verso il basso di queste tariffe. Per quanto riguarda il Mario Argento, pochi mesi fa gli esponenti del Napoli Basketball presentarono il progetto per un’eventuale cittadella dello sport. In conferenza, inoltre, Cesaro ha dichiarato la sua disponibilità a discutere con l’Amministrazione. Per ora, però, i tifosi e gli addetti ai lavori possono ‘accontentarsi’ di un PalaBarbuto che possa garantire la presenza in pianta stabile di questa società a Napoli.
MERCATO – Infine, c’è un ultimo aspetto da considerare con molta attenzione: il mercato. Liguori, Ambrosino e Mirenghi, insieme al coach Maurizio Bartocci (ancora non ufficiale la sua firma) in pochi giorni devono metter su una squadra per “un campionato di transizione” (queste le parole di Cesaro in conferenza stampa). Circolano i primi nomi, ma per ora nulla di veramente concreto. L’intenzione della società, secondo alcune indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, è quella di puntare su un play americano che possa garantire un’ottima circolazione di palla e qualità alla regia, ma che sia importante anche in fase di realizzazione. L’altro visto potrebbe essere speso per un’ala in grado di garantire centimetri e muscoli sotto i tabelloni. Per il ruolo di centro, si potrebbe puntare su un comunitario esperto che dia il suo apporto determinante nell’area pitturata. Per quanto riguarda i giocatori tesserati nella scorsa stagione da Napoli e Sant’Antimo, solo Iannilli ha ancora un anno di contratto, ma la società non punterà su di lui e lo sistemerà altrove. Mentre ci sono poche probabilità di rivedere qualche vecchia conoscenza di Sant’Antimo in questa squadra, non perdono quota le ipotesi che portano a Gatti e Musso. L’argentino è interessato ad un suo ritorno a Napoli. Lo è anche la società. Musso, però, dovrebbe abbassare le sue pretese di ingaggio. Con il ridimensionamento generale dei budget, è molto improbabile che qualche società possa garantirgli lo stipendio che percepiva lo scorso anno a Napoli. Staremo a vedere, intanto ci aspetto un Agosto davvero bollente…
Servizio a cura di Stefano D’Angelo
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