Sarà che la partita non evoca grandi gesta calcistiche, o che il Cinema (certo Cinema) ha il potere d’imprimere indelebilmente nella mente un’immagine, un ricordo, ma parlando di Napoli-Cesena ciascuno di noi non può che pensare a Massimo Troisi. Nella celebre scena di “Scusate il ritardo” in poche battute l’estro del comico di San Giorgio a Cremano riesce a racchiudere tutto l’attaccamento del tifoso napoletano alla “sua” squadra, un po’ amore un po’ amante, e dell’essere napoletani anche nel modo d’esser tifoso.
Poche frasi per raccontare il senso di fatica da sempre ci portiamo dietro, nel calcio come nella vita d’ogni giorno.
Troisi è stato un napoletano innamorato del Napoli e di Napoli e con la semplicità e la vivida intelligenza che ha sempre contraddistinto la sua opera (troppo spesso sottovalutata e relegata a “maschera”) ci ha fatto ridere amaramente dell’unicità dell’essere napoletani, delle nostre ricchezze e delle nostre miserie. Massimo ci ha anche ricordato che il calcio non è la vita e che non ha alcun potere taumaturgico, ma che vissuto in maniera sana può aiutare a sentire un po’ meno il peso di vivere.
Vincere a Napoli ha un valore diverso ed un senso che non può capire chi non ha mai vissuto la città. Una città che, con tutte le sue contraddizioni, conserva nei suoi lastroni di pietra lavica un po’ di tutte le persone che l’hanno vissuta ed amata. E’ per questo che, forse, anche oggi ci può capitare di incontrare nei vicoli di Napoli Massimo Troisi. Lo re-incontriamo ogni qual volta ci accorgiamo che c’è un modo speciale, migliore, d’essere napoletani.
E no, “o Napule nu pò perdere co o’ Cesena, a Napule!”. Napoli vive momenti bui ma tornerà a splendere e, chissà, magari “ricominciando da tre”. Ciao Massimo.
Pompilio Salerno
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