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AMARCORD- Napoli-Cagliari- “Da Zola a Cellino, quando il calcio è questione di stile”

Il ricordo di Napoli-Cagliari 1-0 del 25 Aprile 1993

Il goal del rumeno Goian che ha sancito la vittoria casalinga del Palermo con il Milan ha dimostrato una volta in più che la capolista senza Ibrahimovic è una squadra “normale” e che questo, a differenza degli ultimi, è un campionato senza un padrone.
Se è vero, com’è vero, che il Napoli per l’obiettivo Champions ha il dovere di guardarsi dal prepotente ritorno di Lazio, Udinese e Roma è vero anche che ha l’  “obbligo morale” di provare ad inseguire il sogno scudetto alla luce di un calendario favorevole e dei limiti che fanno delle due corazzate milanesi squadre non imbattibili. Il Milan dovrà fare a meno della sua stella svedese per altre due partite -salvo sconti da parte della Lega-, compreso il derby scudetto con gli odiati cugini interisti. I nerazzurri, secondi con un solo punto di vantaggio sul Napoli, nella corsa al titolo potrebbero risentire del dispendio di energie fisiche e mentali che il cammino in Champions-reso meno improbabile dalla benevolenza dell’urna di Nyon che ha regalato all’Inter un non impossibile quarto di finale con i tedeschi dello Shalke 04-inevitabilmente comporta. A colmare il gap tecnico e di esperienza che ancora divide il Napoli e l’Inter concorre non solo l’obiettivo del secondo triplete consecutivo che porterebbe i milanesi nella storia del calcio ( nessuna squadra è mai riuscita nell’impresa) ma anche i limiti della squadra di Leonardo nella fase difensiva, lontane le granitiche prove dell’era Mourinho. Limiti di cui il Napoli proverà a giovarsi nella sfida da brividi della penultima di campionato che vedrà il Napoli ospitare proprio l’Inter. E’ tra le mura del San Paolo che la squadra di Mazzarri deciderà probabilmente il destino della propria stagione.Lo stadio di Fuorigrotta ospiterà cinque delle ultime 9 partite in calendario e soprattutto quelle, rispettivamente, con Lazio, Udinese e Inter appunto. Il  rush finale del campionato prende il via,però, dalla partita interna con il Cagliari .Una sfida che appare semplice solo ad un osservatore poco attento. Quella con i sardi è una sfida in realtà  piena d’insidie, resa ancora più ostica dalla inevitabile aspirazione di rivalsa di Donadoni, ex mai rimpianto della gara, e da una rivalità alimentata dal presidente-rocker Cellino e dai risultati che vedono negli ultimi anni il Cagliari uscire imbattuto , ed a volte persino vincente, dal san Paolo. Una rivalità che vive più delle intemperanze di Cellino verso i napoletani che di reali motvazioni sportive o di campanile.Tant’è che , come pochi giorni fa ricordava un cronista sardo ad un’emittente radiofonica, durante la fida di coppa italia del 1987 i tifosi del Cagliari omggiarono Napoli ed i suoi tifosi con uno striscione che recitava “Napoli e Cagliari stelle del Sud”. Ma nel mondo del pallone nostrano i buoni sentimenti non attecchiscono a favore della stupidità e dell’ignoranza che avventate e sconsiderate esultanze come quelle dello scorso anno di Cellino, che salutò il goal vittoria della squadra con gli azzurri con un  non commentabile “napoletani bastardi”, non fanno altro che aggravare. Per fortuna l’ “odio” che ha inquinato il rapporto tra sardi e napoletani trova la sua catulliana antitesi nell’amore che Napoli ha saputo coltivare per un altro figlio della Sardegna,Gianfranco Zola. Il tamburino di Oliena è stato, da calciatore e da allenatore, la dimostrazione vivente che la tenacia e la voglia di vincere possono declinarsi nei limiti spesso angusti dell’educazione e della compostezza.Zola è stato nel calcio un esempio di valori che la modernità, nel calcio e non solo, sembra aver dismesso e l’ultimo giocatore ad aver indossato con pieno merito la maglia che fu di Maradona. Un esempio di classe e di rispetto per gli avversari che i giovani calciatori di oggi  faticano ad adottare a favore dei capricci e dell’arroganza dei “campioncini” di oggi. Proprio al campione sardo dedico con piacere il ricordo dell’ultima vittoria casalinga del Napoli con il Cagliari in serie A.Correva l’anno 1993 ed in un San Paolo gremito il Napoli di Ottavio Bianchi s’impose solo nei minuti finali uno a zero sui sardi proprio con un goal di Zola che con uno splendido sinistro ( Zola era destro naturale) trafisse l’estremo difensore cagliaritano. A margine del video racconto di quella partita le dichiarazioni di Zola ai microfoni RAI restituiscono tutta la differenza nello stile e nell’approccio al calcio con le grette esultanze dell’attuale presidente del Cagliari. Personalmente spero che il calcio in futuro assomigli sempre più a Zola e sempre meno a Cellino.

Vi proponiamo il video della gara del 25 Aprile 1993:

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