Nell’epoca della globalizzazione, della libera circolazione dei capitali e delle persone, della fuga dei cervelli è difficile ricordare di quando a dover lasciare la propria città ed i propri affetti erano le “braccia” più che i cervelli e la destinazione non era un paese straniero ma le grandi città del nord Italia del “miracolo italiano”. A scorrere gli elenchi telefonici di città come Torino o Milano i segni di quella emigrazione di meridionali sono ancora ben visibili; a lasciare le proprie case era gente con poche possibilità e vite semplici in cui anche andare allo stadio a vedere la propria squadra di calcio, rappresentava spesso l’ultimo legame con le proprie origini, poteva regalare un po’ di spensieratezza a chi ne godeva raramente. Una spensieratezza che si faceva gioia irrefrenabile e piccolo senso di rivalsa verso città spesso ostili quando Davide batteva Golia. Una soddisfazione che purtroppo raramente il Napoli ha potuto regalare ad i propri tifosi, troppo grande il gap tecnico ed economico da colmare nei confronti delle grandi squadre del nord. E’ cambiato il mondo ed è cambiato il calcio. Oggi gli equilibri sono mutati e quello che si appresta ad affrontare l’Inter a San Siro è un Napoli secondo in classifica e che non firmerebbe per il pareggio. Valori tecnici e maggiore consapevolezza dei propri mezzi consentono agli uomini di Mazzarri di sfidare i nerazzurri del nuovo corso Leonardo puntando al risultato pieno. Nel cammino che si spera porterà il Napoli a passare dalla dimensione di sorpresa a realtà affermata e stabilmente ai vertici del nostro campionato un passo fondamentale da compiere è quello della definitiva maturazione caratteriale. Nel passato recente gli azzurri hanno spesso vanificato belle prestazioni con partenze timide e marchiani errori causati dall’eccessiva pressione. Esemplare la sconfitta dello scorso campionato che segnò le sorti di Donadoni e mise le premesse per la scelta del tecnico di San Vincenzo e per la realizzazione del nuovo progetto tecnico del napoli di De Laurentis. Errori da non commettere più se si vuol puntare con convinzione a grandi traguardi. Ho scelto di aiutare i più giovani, ma non solo, a ricordare l’ultima vittoria del Napoli nella scala del calcio. Correva l’anno 1994 ed il Napoli che avrebbe sfiorato la clamorosa qualificazione in UEFA dopo un girone d’andata disastroso ( il napoli realizzò il maggior numero di punti nel girone di ritorno) s’impose contro l’Inter con le autoreti di Jonk su tiro di Buso e con una splendida punizione del libero brasiliano Cruz. Altri tempi ed altri traguardi, l’unica analogia è nella sterminata passione dei tifosi azzurri per troppi anni costretti a patire per gli insuccessi del Napoli; ma il tempo è ciclico e pare arrivato il momento di poter tornare a gioire, una gioia da conquistare con tenacia ed umiltà, la stessa umiltà di chi è abituato a doversi “faticare”, giorno dopo giorno, ogni piccolo momento di felicità.
Proponiamo il video dell’ultima vittoria a San Siro: Inter-Napoli 0-2 dell’11 Dicembre 1994 (29′ autogol di Jonk, 67′ Cruz):
Pompilio Salerno
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