Chiuso nel nome del Velez, il primo Inicial di Argentina ha come al solito offerto non pochi spunti per il mercato europeo. Con la finestra di gennaio ufficialmente aperta, le tante compagini europee avranno di certo buttato un occhio al nuovo continente alla ricerca del colpo gobbo ed a basso costo per cercare di combattere la crisi che ha segnato un solco tra le storiche spagnole, le neonate corazzate filoarabe e le altre tutte. Ecco qui proposto un focus sui principali protagonisti dell’ultimo torneo argentino, con la speranza di vedere presto nel nostro calcio talenti cristallini che hanno impressionato non poco.
LA BAMBOLA ASSASSINA – Non si poteva che iniziare da lui, il vero craque dell’ultimo campionato. Facundo Ferreyra, infatti, è stato eletto miglior giocatore dell’Inicial. ‘El Chucky’(Soprannome legato alla bambola assassina) ha corrisposto nel migliore dei modi alla fiducia di mister Gareca, visto come un folle quando lo volle dal retrocesso Bandield. Dopo le iniziali tribune, il classe 91 di Zamora ha conquistato il posto da titolare a suon di gol. Verrebbe da dire buttando giù le porte, visto che in quindici apparizioni, sono stati ben 13 i centri, utili per la conquista del titolo di capocannoniere, seppur in coabitazione con il più navigato Scocco del Newell’s. Dal viso angelico, ma con una ‘garra’ degna di un serial killer, ha rappresentato il principale pericolo per i portieri d’Argentina. Il giovane Facundo è alto 180 centimetri che sfrutta ottimamente negli spazi grazie a notevoli doti di inserimento. Imperioso di testa, emoziona con un destro pulito, ma non disdegnando conclusioni con il mancino. Se si aggiunge che è provvisto di passaporto comunitario, non rimane che correre a Liniers stile Canà per sbaragliare la concorrenza.
SEMPRE VERDE SCOCCO – La giovane promessa Ferreyra non può eclissare l’eterna luce del navigato Ignacio Scocco. La piccola punta del Newell’s, dopo brevi, ma intense apparizioni tra Grecia ed Emirati Arabi, è tornata in patria per ritrovare il stimoli. Operazione compiuta visti i tredici centri che ne hanno fatto con Ferreyra il più prolifico goleador del torneo. Classe 85, Ignacio meriterebbe una seconda chance nel vecchio continente, fosse solo per la tipologia di calcio che sempre più da spazio ai brevilinei dal tocco felpato. Tecnicamente notevole, impressiona per la fierezza negli ultimi quindici metri, dove è raro vederlo sbagliare. Inizialmente impiegato da esterno, deve ringraziare l’intuizione del totem Martino per averlo riscoperto prima punta, incurante dei 175 centimetri che da iniziale gap, ne sono ora caratteristica vincente.
IL FUTURO HA L’ORO A DESTRA – Tra i tanti talenti sbocciati tra le fila del ‘Fortin’,merita menzione il sorprendente terzino destro Gino Peruzzi, cugino del nostrano Angelo e quindi con doppio passaporto. Caratteristiche le falcate impetuose che hanno portato l’eterno ‘Pupi’ Javier Zanetti a decantare le gesta del giovane ventunenne fino a paragonarlo a se stesso agli albori di carriera. Peruzzi non è il tipico terzino tutto spinta e fromboli. Dotato di grandissima sagacia tattica, ha impressionato in Libertadores quando trasformò Neymar in un Carneade qualunque, limitando la stella carioca in ogni dove. Ottimo in una difesa a quattro, rischierebbe di perdere lustro se avanzato come esterno di spinta.
BOOM BOOM CENTURION – Tanto merito all’innovatore Zubeldia, ma se questo Racing ha non poco impressionato nella prima metà del campionato argentino, grande merito va ai suoi enfantes terribles. Primo tra tutti Adrian Ricardo Centurion. Esterno sinistro tutto nervi e determinazione, ‘El Wachiturro’(termine col quale si identificano in patria i giovani ribelli e con la passione per la cumbia) ha fatto incetta di complimenti ed estimatori grazie a prestazioni super. Capace di garantire una spinta incontrastata per tutto il corso della gara, non ha problemi ad adattarsi sulle due fasce, ma sbaglia chi lo paragona al ‘madrileno’ Di Maria. Centurion infatti, è molto più muscolare e meno tecnico del più noto connazionale, ma pur mancino, palesa una maggiore dimestichezza con il piede ‘minore’. La giovane età ( è nato ad Avellaneda nel 1993) ne ha ben presto gonfiato la fama. Bisogna muoversi per accaparrarselo, ormai più che una promessa, è una stella destinata a brillare per lungo tempo.
GIOVANI FALCAO CRESCONO – Altro talento made in Avellaneda è senza dubbio alcuno la minuta punta Luciano Vietto. Appena ventenne, non soffre le pressioni, bensì sembra caricarsi a pallettoni nelle partite importanti. Ambidestro e con una classe innata, in patria è considerato il nuovo Falcao per la freddezza con la quale gestisce palla in area. Lucido e famelico, difficilmente compie la scelta sbagliata sapendo ben decidere tra l’assist o la conclusione a rete. L’attuale valutazione si aggira sui sette milioni di euro, ma le ultime informazioni raccolte da Milan e Arsenal sono destinate a farne lievitare il prezzo. Chi lo compra fa l’affare per i prossimi dieci anni, Bigon è avvisato.
UN PICCOLO TORO PER GARECA – Piccolo e dal tocco che mozza il fiato. Brian Ferreira è il tipico trequartista sudamericano che fa dell’estro la sua caratteristica principale. Giovanissimo (nato nel maggio 1994) inizia a far parlare di se in quel di Buenos Aires tanto da diventare il più giovane rincalzo a partecipare ad una preselezione estiva del Velez. L’ultimo campionato lo ha consacrato come talento cristallino grazie ai tanti assist offerti a Pratto e soprattutto al bomber Ferreyra. Soprannominato ‘El Torero’ per la fierezza nei movimenti a petto in fuori, deve limare qualche esuberanza da solista. Ha da poco firmato il rinnovo per i prossimi tre anni con i campioni in carica d’Argentina, ma il suo sogno è l’Italia e ad accontentarlo si farebbe cosa buona e giusta.
L’EREDE DI ROMAN – Leandro Paredes è forse la faccia migliore dell’ultimo Boca. La compagine gialloblu ha non poco sofferto per un titolo auspicato da tutti e letteralmente gettato alle ortiche nella seconda parte di stagione, ma la classe sopraffina del giovanissimo prospetto di cantera lascia sperare futuri aurei. Dal fisico tonico e slanciato, il poco più che diciottenne Leandro si ispira da sempre al suo idolo Zinedine Zidane( leggende narrano che passasse intere giornate a guardare e riguardare le magie di Zizou). Bravissimo nel creare gioco, possiede un tiro notevole che spesso lascia esplodere anche da distanze siderali con alterne fortune. Piace la semplicità di gioco con la quale rende spesso facili giocate che nella dinamica si mostrano non poco complesse. Difficilmente partirà a Gennaio, ma sondare il terreno è d’uopo.
Servizio a cura di Francesco Pugliese
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