Un Napoli internazionale, è questa la mentalità e la dimensione che la società azzurra sta cercando di acquisire, grazie anche all’approdo in panchina di mister Rafa Benitez. L’urna di Monaco ha riservato ai partenopei un sorteggio duro ed equilibrato, dove gli azzurri possono contendersela con tutte le dirette avversarie per superare il turno. L’obiettivo è quello di ben figurare su tutti i fronti, per questo i vertici societari stanno lavorando senza sosta in queste ultime ore di mercato per mettere a segno acquisti mirati, non prima di aver ceduto gli esuberi che pendono nei bilanci azzurri. L’imminente cessione di Walter Gargano, alla corte parmense di Donadoni, sembra ormai cosa fatta, così mister Benitez necessita di un rinforzo in mediana. Tra i diversi nomi in lista sembra prender quota quello di Jucilei, centrocampista brasiliano dell’Anzhi, classe 1988. Il suo nome divide l’opinione pubblica, nonostante in passato il ragazzo sia già comparso sul taccuino della società partenopea. Il suo nome è in cima alla lista dei centrocampisti “last-minute”, e la trattativa può andare a buon fine, anche grazie alla volontà del giocatore di voler cambiare area. Il brasiliano, infatti, sarebbe disposto a ridursi l’ingaggio in maniera consistente (attualmente vale 2,5 milioni di euro) pur di approdare in Europa.
Jucilei da Silva
nasce il 6 aprile 1988 a São Gonçalo, città di circa un milione abitanti nello stato di Rio de Janeiro. Inizia ad accostarsi al mondo del calcio come osano fare tutti i bimbi di quella terra: a piedi nudi fra le strade della sua città, che conta circa un milione di abitanti. Il ragazzo dimostra di valere: si apre dinanzi a lui l’opportunità di vestire la maglia della sua prima società, il Canoas. Basta poco per suscitare l’ interesse degli osservatori del Gremio, al punto da approdare in quel vivaio. Nel 2007, all’età di 19 anni, trova spazio nella seconda squadra del J.Malucelli. Dopo un anno, precisamente nel gennaio 2008, viene dirottato in prima squadra. Il Corinthians, uno dei club più titolati del Brasile, nel maggio 2009 ne intravede le potenziali giuste per farlo diventare un campione. L’ascesa in campo del club Paulista è decisa: sul banco ci sono 825 mila euro per acquisirne il cartellino. L’allenatore dei Timão Mano Menezes è il primo a scommettere sulle qualità del giovane Jucilei: il primo banco di prova è la prima giornata del Brasileirão”, persa di misura contro l’International de Porto Allegre dinanzi ai quindicimila del “Machado de Carvalho”. Nel corso di questa sua prima stagione tra i professionisti, sigla la sua prima rete il 21 giugno 2009 contro il San Paolo, nel 3-1 finale. A fine stagione il suo score è di 32 partite con due reti siglate.
La stagione seguente (2010) le ambizioni di vittoria del Corinthians crescono sempre più: si aggregano nella rosa giocatori di valore (anche se nella fase calante della loro carriera) come Roberto Carlos e Ronaldo. La presenza di giocatori di questo calibro accresce le potenzialità del giovane Jucilei, che è pronto ad iniziare la sua seconda stagione nel Timão da titolare. Un fulmine a ciel sereno scuote l’ambiente bianco-nero durante la stagione in corso: mister Mano Menezes viene scelto come nuovo commissario tecnico della Nazionale brasiliana, dopo la rinuncia di Ramalho. La gestione della squadra passa (dopo alcuni traghettamenti) in mano ad Adenor Leonardo Bacchi, detto Tite. Nonostante ciò, Jucilei riesce a confermarsi disputando 34 partite in campionato con due reti siglate, sigillando il suo debutto in Coppa Libertadores (terminando il proprio percorso agli ottavi, con 8 presenze complessive). Alla guida tecnica della Nazionale brasiliana c’è il suo primo grande estimatore, il quale non poteva non considerarlo nel giro della Seleção: così, il 26 luglio del 2010, debutta nell’amichevole disputata in terra canadese tra Brasile e Stati Uniti, subentrando a Ganso solo per una manciata di minuti nel finale. Stessa sorte gli capita nella sua seconda amichevole, questa volta disputata il 17 novembre contro l’Argentina (persa 1-0), disputando solo cinque minuti finali del match, chiuso dalla concorrenza di fenomeni quali Lucas, Ramires,Ganso ed Hernanes. A stagione conclusa il suo nome compare sui taccuini di molti club europei; si scatena una vera e propria asta di mercato per l’allora ventiduenne brasiliano, fra tutte ci sono le italiane Napoli e Juventus. A spuntarla saranno, inaspettatamente, i russi dell’Anzhi Makhachkala i quali, dopo aver precedentemente acquistato Roberto Carlos, sborsano una cifra pari a 10 milioni di euro per il mediano. L’approdo di Jucilei nel club russo dell’Anzhi avviene nella sessione del mercato invernale del 2011 in seguito all’ascesa in campo del magnate russo Sulejman Kerimov (diciannovesimo uomo più ricco di russia e, secondo Forbes, numero 146 del mondo). I russi hanno intenzioni serie e dimostrano ciò mettendo a segno altri colpi di mercato come Diego Tardelli, Boussoufa, Dzsudzsák e (ciliegina sulla torta) Samuel Eto’o.
Dopo lo scialbo debutto terminato con uno 0-0 casalingo conto il Krasnordar, Jucilei disputa le successive quattro partite prima di rimediare un increscioso infortunio (strappo muscolare dell’adduttore) che lo costringere a stare lontano dai campi di gioco per venti giorni. La sfortuna perseguita, però, il mediano nel suo primo anno europeo, perché dopo poco tempo rimedia un altro stop, subendo una frattura al metatarso che lo costringe ad un recupero di due mesi. Il ragazzo non demorde, ristabilendo con volontà la propria condizione fisica per riconquistandosi il posto fra i titolari. La sua prima ed unica rete realizzata all’”Arena Khimki” nella trasferta vinta di misura contro la Dinamo Mosca il 5 marzo 2012 sa di liberazione per Jucilei, quasi a voler scacciare via la sfortuna che l’ha perseguitato fino ad allora, realizzando con acuta freddezza da centro area la rete della vittoria per i suoi compagni. Agli ordini di Gadzhi Gadzhiev riesce a disputare 28 partite totali, raggiungendo un mesto quinto posto con il proprio club nella Premier Liga. Nella successiva stagione (2012/13) il patron dei Dagi Sulejman Kerimov decide ancora una volta di voler investire sul mercato per centrare il primo titolo della storia club, acquistando giocatori importanti come Willian e Lacina Traorè. Per di più, affida l’incarico della squadra all’esperto olandese Guus Hiddink. Quest’ultimo aumenta il tasso tecnico dei giocatori schierati in mediana (oltre all’accoppiata Jucilei-Boussoufà) richiedendo l’ex Real Madrid Lassana Diarra. Nonostante ciò, Jucilei prende sempre più possesso del centrocampo dei giallo-verdi, disputando un numero maggiore di gare rispetto a tutti gli altri colleghi (con 27 partite all’attivo in campionato e 5 in Coppa Nazionale). Inoltre accresce la sua esperienza internazionale debuttando in Europa League, dove arriverà fino agli ottavi di finali, eliminato dagli inglesi del Newcastle. Dopo la deludente stagione priva – ancora una volta – di vittorie, ad inizio campionato (2013/14) il patron del club russo Kerimov decide di uscire di scena visti i bilanci negativi del suo investimento iniziale (che ammonta sui 150 milioni di euro in tre anni), decidendo di vendere tutti i pezzi pregiati della squadra. I primi della lista di sbarco sono Samba e Zhirkov, approdati alla Dinamo Mosca, Denisov allo Zenit, Diarra e Boussoufa alla Lokomotiv Mosca, Willian ed Eto’o al Chelsea. Una situazione della quale il Napoli potrebbe approfittarne tempestivamente per strapparlo alla corte dei russi.
Jucilei è un centrocampista centrale forte fisicamente, schierato prevalentemente come diga di centrocampo davanti alla difesa. E’ un giocatore che predilige i ritmi bassi di gioco. Nonostante i suoi 185 centimetri d’altezza, è abile a sapersi destreggiare nella zona centrale del campo quando pressato dagli avversari. In Brasile veniva soprannominato “o treino” in virtù della predominanza fisica che dimostra di avere. Risulta molto prezioso nel gioco aereo e in entrambe le fasi di possesso, inoltre è discretamente bravo nel sapersi talvolta gettare in avanti nelle ripartenze dei suoi. Jucilei ha fatto emergere le sue qualità in patria, principalmente con la maglia del Corinthians, in un campionato dove si prediligono i ritmi bassi di gioco e dove il tatticismo non è di certo asfissiante come quello europeo. L’approdo in Russia non può esser di certo considerato come un vero e proprio banco di prova per questo mediano di rottura, per cui un suo approdo in un campionato come quello italiano testerebbe definitivamente le qualità del ragazzo.
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A cura di Gilberto D’Alessio
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