La Nazionale Under 17 della Nigeria entra nella storia. Pochi giorni fa gli africani si sono aggiudicati -per la quarta volta nella loro storia (1985,1993, 2007,2013)- il Mondiale di categoria, quest’anno disputato negli Emirati Arabi. Non è bastato all’altra finalista del torneo, i campioni uscenti del Messico, eliminare in sequenza avversarie accreditate come l’Italia dei napoletani Tutino e Romano, il Brasile e l’Argentina. Le diverse partite, disputate in poco meno di un mese, hanno messo in luce giovani talenti interessanti all’occhio di importanti club europei. La Nigeria, allenata dal C.T. Manu Garba, ha conseguito meritatamente il successo, offrendo un calcio molto pragmatico ma al tempo stesso spettacolare, puntando su giovanissimi ragazzi talentuosi già in possesso di una spiccata personalità e caratura tecnica. La finale contro il Messico è stata un remake meno sonoro della prima giornata del gruppo F (dove in quella circostanza i bianco verdi si imposero con uno straripante 6-0), strappando il consenso di tutti grazie ad un rotondo 3-0 finale. La filosofia di gioco di Garba si è basata sostanzialmente su uno schieramento tattico, il 4-3-3, dove la poca distanza tra i reparti e l’intensità di gioco hanno fatto da padroni, lasciando poco spazio alle ripartenze avversarie. Tra i diversi talenti, spicca messosi in mostra, il capitano che ha alzato la coppa al cielo, Musa Muhammed. Diciassettenne rivelatosi di gran lunga il miglior terzino destro della competizione, batte in termini di prestazioni persino il promettente brasiliano Abner, infortunatosi durante lo svolgersi del torneo, bloccato da Walter Sabatini per farlo approdare alla Roma da giugno. Il numero due delle Super Eagles, oltre ad una fisicità imponente, dispone di una grande corsa che gli consente di coprire tutto il fronte laterale di gioco senza difficoltà. In sette partite giocate ha realizzato tre reti, la prima delle quali nella gara inaugurale e l’ultima nell’ambita finale contro i messicani, grazie ad un gesto tecnico da fuoriclasse (piazzando la palla nel sette sul palo del portiere su una punizione dai venticinque metri). La stoffa del giocatore ce l’ha, adesso aspetta la chiamata di un grande club per coronare il suo sogno di giocare in Europa. Nel frattempo Muhammed ritornerà a Owerri, città del sud-est della Nigeria che, oltre ad esser denominata “Heartland” per la sua nomea di capitale dell’intrattenimento della nazione, ha dato i natali ad un mito in patria, Nwanko Kanu. Sarà l’occasione per mostrare la medaglia d’oro ai compagni dell’FC Heart Academy, club in cui milita Muhammed. In attesa di una chiamata che gli può cambiare radicalmente la vita, il giocatore punta alla vittoria dei Mondiali Under 20 che si disputeranno nel 2015 in Nuova Zelanda. Nessuno sa se questa manifestazione, palcoscenico internazionale per personaggio del calibro di Maradona, Bebeto, Suker, Rui Costa, Riquelme, Figo, Messi o Aguero, potrà consacrarlo definitivamente. Di sicuro l’obiettivo di spodestare la Francia di Paul Pogba, detentrice della competizione dopo la vittoria di luglio scorso contro l’Uruguay nell’edizione disputata in Turchia, è il più ambito. Ritornando ai vincitori, oltre a Muhammed e all’altro collega dell’altra corsia difensiva Samuel Okon, il reparto difensivo nigeriano ha potuto contare su una coppia difensiva molto convincente, costituita da Zarahaddeen Bello e Aliyu Abubakar (disciplinato ma serrato difensore), entrambi perni basilari di una difesa che ha sempre vigilato bene sugli attaccanti avversari. Le due reti in otto gare disputate confermano quanto di buono dimostrato da tutto il blocco difensivo, autentico fortino a difesa dell’estremo difensore Dele Aampasu, portiere premiato come miglior torneo della manifestazione, dotato di una buona reattività fra i pali, sebbene possegga un enorme prestanza fisica dall’alto dei suoi 202 centimetri d’altezza. La parata miracolosa, effettuata in occasione della finale su un colpo di testa del messicano Diaz, rappresenta il suo biglietto da visita.
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Il centrocampo di questa Nazionale è il reparto che ha dato più sostanza ad entrambe le fasi di gioco della manovra nigeriana; giocatori come Akinjide Idowu, Abdullahi Alfa e Chidiebere Nwakali attraverso la corsa e il senso della posizione si sono rivelati autentici aghi della bilancia per le Super Eagles, facendo da cerniera fra ambedue i due reparti. Potenza, imprevedibilità, incisività: attraverso queste caratteristiche possiamo riassumere il tridente d’attacco nigeriano composto dal centravanti Taiwo Awoniyi, attaccante sedicenne (nato il 12 agosto 1997, autore di quattro reti) e da quelli che sono altri due uomini copertina per i bianco verdi, ovvero Iheanacho e Yahaya. Trascinare la propria Nazionale, realizzando ben quatto reti in occasione della gara inaugurale contro i campioni in carica del Messico, è stato un preludio in un Mondiale disputato ad alto livello per Kelechi Iheanacho, numero 10 delle delle Super Eagles, giocatore di proprietà del Taye Academy con più creatività ed estro rispetto al resto del gruppo. Mancino naturale, una potenza straripante, un’intelligenza tattica impreziosita da uno stile di gioco qualitativamente apprezzabile. E’ un trequartista che ama partire dalla destra per poi accentrarsi quasi sempre sul suo piede preferito. I sei centri e i sette assist in questa competizione gli hanno permesso di vincere il “Pallone d’Oro” del torneo, e di garantirsi l’interesse di blasonate squadre europee. Si parla, non a caso, delle attenzioni dell’Arsenal con Steve Rowley (Talent scout dei Gunners) che avrebbe preso contatti con il suo procuratore dopo la vittoria del Mondiale, con l’intenzione di portarlo a Londra e seguire le orme di Nwanko Kanu. Anche Udinese e Inter sono sulle sue tracce. Musa Yahaya è stata la vera sorpresa del torneo: non c’è da meravigliarsi se un quindicenne (classe 1997) si sia potuto distinguere in una così importante vetrina internazionale, confrontandosi con ragazzi di uno o due anni in più grandi, poiché questo funambolico attaccante esterno fa della imprevedibilità di gioco e delle accelerazioni in velocità le sue armi migliori. Ha segnato quattro reti, sfiorando la realizzazione personale anche in finale, se la sfortuna non gli avesse impedito di colpire una traversa. E’ conteso al momento tra le due squadre capitoline Roma e Lazio.
E gli sconfitti? Nonostante il Messico abbia espresso in tutte le gare giocate una filosofia di gioco tendente al possesso palla, nella partita più importante del torneo disputata al “Bin Zayed Stadium” non è riuscito a saperla sviluppare a causa della grande intensità di gioco e alla chiusura sempre tempestiva degli spazi da parte dei nigeriani. Tra le file de el Tricolòr del C.T. Raul Gutierrez si sono messi in evidenza: Alejandro Diaz, centravanti autore di due reti molto bravo ad attaccare gli spazi, Erik Aguirre, funambolico terzino destro capace di grandi assist (ne sanno qualcosa gli argentini durante le semifinali) nonostante uno sfortunato autogol nella finale dei Mondiali, Ulises Rivas, metronomo capitano della selezione, abile nei calci da fermo grazie al suo preciso piede destro, Fernando Ochoa, inossidabile esterno destro di centrocampo vincitore del pallone di bronzo con ottimi tempi d’inserimento, decisivo con la sua doppietta nella semifinale contro l’Argentina. La medaglia d’argento del Mondiale la conquista la Svezia, vincendo la “finalina” 4-1 contro una surclassata Argentina. La Nazionale svedese del C.T. Magnus Vikman (campione nel 2009 nell’edizione nigeriana) si è rivelata l’autentica outsider del torneo mondiale: malgrado il sorteggio non sia stato clemente (Gruppo F con Nigeria, Messico e Iraq), i Blågult sono stati ripescati fra le quattro miglior terze per continuare il loro cammino. Arrivati in semifinale, tutta la squadra non ha carburato in occasione della sconfitta contro la Nigeria, risultando molto lenta e macchinosa nel recuperare le posizioni. Due nomi su tutti spiccano fra gli svedesi: Berisha e Strandberg. Valmir Berisha, attaccante classe 96’ di origini albanesi, vince la “Scapa d’Oro” del torneo grazie alle sue 7 reti, suggestivala rete siglata di tacco contro l’Honduras che regala le semifinali, poi però perse. Attualmente gioca nell’Halmstads, ma dopo queste sue prestazioni le inglesi Liverpool e Tottenham sono sulle tracce. Il suo agente Anders Karlsson non escluse un suo possibile trasferimento già nella sessione di mercato invernale, a seguito delle numerose proposte ricevute. Carlos Strandberg, attaccante di colore classe 96’ dell’ Häcken, molto forte dal punto di vista atletico grazie ad un fisico statuario.
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Infine c’è l’Argentina di Humberto Grondona che, sebbene abbia iniziato il percorso mondiale nel migliore dei modi (ottenendo il primato nel Girone E), è stata annientata dal Messico in semifinale con un 3-0 senza storie, nonostante il match sia stato condizionato da due episodi chiavi sfavorevoli per questi ultimi (rigore sprecato da Driussi ed espulsione di Ibanez alla mezz’ora). L’eliminazione dei sudamericani è da attribuire particolarmente ad una manovra lenta e compassata, la quale ha messo in luce solo alcuni elementi della propria rosa, fra i quali Sebastiàn Driussi, attaccante classe 96’ in forza che milita nelle giovanili del River Plate autore di due reti che ha mostrato una gran forza di volontà nel contrastare le difese avversarie, e Lucio Compagnucci, dinamico centrocampista incontrista. Piccoli talenti che crescono… il grande calcio li aspetta!
Le giocate più belle di questo Mondiale Under 17:
(Punizione vincente di Muhammed nella finale tra Nigeria e Messico)
[youtube_sc url=”http://www.youtube.com/watch?v=-DjxHp3WB40 “]
(spettacolare rete di tacco dell’attaccante svedese Berisha)
[youtube_sc url=”http://www.youtube.com/watch?v=7RFI50KMv30 “]
(Poker d’assi realizzato da Iheanacho nella gara inaugurale contro il Messico)
[youtube_sc url=”http://www.youtube.com/watch?v=ETlq1EfyEXw “]
(Mostafa Hashemi, terzino iracheno in rete contro l’Argentina)
[youtube_sc url=”http://www.youtube.com/watch?v=tC72Qdavkn0″]
(Alejandro Dias con una grande traiettoria condanna l’Italia di Zoratto all’eliminazione)
[youtube_sc url=”http://www.youtube.com/watch?v=z_BBOi_oS90 “]
(Spettacolare gesto tecnico del nigeriano Isaac al minuto 0:50 contro la Svezia)
[youtube_sc url=”http://www.youtube.com/watch?v=Ogbc01Z0cAU “]
A cura di Gilberto D’Alessio
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