Quando nel giugno del 2010 lo sceicco qariota Al-Thani acquista ufficialmente il Malaga, rilevandolo dalla precedente proprietà di Fernando Sanz, tutti i tifosi malagueños hanno sperato che si aprisse per il club una nuova era colma di soddisfazioni, improntata soprattutto su una stabilità economica che facesse ben sperare per gli anni a venire. I venti milioni spesi nella prima campagna acquisti testimoniano come lo sceicco facesse sul serio, portando sulle sponde della cittadina mediterranea calciatori del calibro di Cazorla, Sergio Sanchez, Toulalan, Joaquin, Mathijsen, Buonanotte, Baptista e Demichelis. Il traumatico inizio di stagione 2010/11, colmato da scarsi risultati, ha provocato l’esonero di Jesualdo Ferreira sostituito dal cileno Manuel Pellegrini. Quest’ultimo ha rivitalizzato il gruppo, portando il club a compiere una strepitosa cavalcata al quarto posto in classifica al termine della stagione, conquistando la meritata qualificazione in Champions League. Raggiunto questo significativo traguardo, tutta una città aspettava con grande attesa la campagna acquisti che avrebbe dovuto far spiccare ai Boquerones il decisivo salto di qualità. Ma, come in tutte le storie con il finale inaspettato, il 29 luglio scorso lo sceicco decide di vendere il club per alcuni accordi non rispettati dalle istituzioni politiche spagnole. Così, dopo alcune cessioni illustri e lo sconforto generale dei tifosi, l’incarico di Manuel Pellegrini diventa più arduo del solito, con l’obiettivo di doversi confermare sia in campionato che nella massima competizione europea. Ebbene, l’allenatore cileno è (sino ad ora) l’assoluto protagonista di un lavoro sensazionale che sta portando i suoi frutti sia in Liga (terzo dopo nove gare) che in Champions League (primo nel Gruppo C con 9 punti davanti al Milan e Zenit), grazie alla sua lucida e intelligente gestione del gruppo. L’ex allenatore di Real Madrid e Villareal oltre a fidarsi all’esperienza offensiva dei nuovi acquisti Santa Cruz e Saviola, offre la possibilità a giovani talentuosi come Ignacio Camacho, Portillo e Juanmi di mettersi in mostra. E’ lui l’artefice dell’esplosione di colui che, secondo gli addetti ai lavori e i media, sembra esser l’erede di Samuel Eto’o, cioè di Fabrice Olinga. Il camerunense ripaga la fiducia concessa il 18 agosto scorso contro il Celta Vigo siglando, a sedici anni e novantotto giorni, la sua prima rete tra i professionisti (decisiva per l’esito del match e infrangendo il record stabilito da Iker Muniain dell’Athletic Bilbao). Inoltre l’allenatore cileno crede fortemente in un ragazzo dalle forti abilità tecniche individuali, attribuendogli molte responsabilità nella manovra offensiva dei suoi. Stiamo parlando di Isco.
Francisco Romàn Alarcòn Suàrez, per tutti Isco, nasce il 21 aprile 1992 a Benalmàdena, comune spagnolo dell’Andalusia di circa cinquantamila abitanti. Comincia a giocare a calcio nella squadra della sua città, l’Atletico Benamiel, con la quale partecipa a diversi tornei a livello nazionale, tanto da far subito riscuotere l’interesse di molti club spagnoli. A spuntarla su tutte è il Valencia che, nel 2006 (all’età di quattordici anni), tessera il ragazzo aprendogli le porte del proprio settore giovanile. Passa le varie Under giovanili prima del tanto atteso debutto in prima squadra, dove l’allenatore in carica Unai Emery gli affida una maglia da titolare l’11 novembre 2010 nella vittoria per 4-1 in Coppa del Re contro il Logroñés. Il ragazzo non tradisce le attese sfoggiando una grande prestazione in avanti (completando il tandem offensivo con il suo compagno di giovanili Paco Alcàcer), siglando addirittura una doppietta. Tre giorni dopo l’allenatore spagnolo lo fa debuttare anche il Liga, disputando venti minuti finali della gara vinta 2-0 al Mestalla contro il Getafe. Successivamente verrà utilizzato in altri tre match, cioè contro Osasuna, Hercules e Barcellona. Ma le soddisfazioni per lui non finiscono qui: infatti arriva anche il debutto in Champions League con due presenze effettuate nella dilagante vittoria per 6-1 contro il Bursaspor, e nel pareggio per 1-1 contro il Manchester United.
Nell’estate del 2011 è forte l’interesse del Malaga per l’acquisizione del suo cartellino, riuscendo a strappare il giovane all’agguerrita concorrenza per la cifra di sei milioni di euro. Debutta in Liga con il suo nuovo club nella larga vittoria per 4-0 contro il Granada il 12 settembre 2011. Nonostante quell’anno sia ardua la competizione per il ruolo di centrocampisti offensivi, con i vari Julio Baptista, Cazorla, Eliseu, Joaquìn a contendersi il posto da titolare, Isco rientra nelle grazie di Manuel Pellegrini col passar del tempo, totalizzando 32 presenze in Liga con 5 reti realizzate (la sua prima rete siglata nella vittoria il 21 novembre 2011 per 3-1 all’El Sardinero contro il Racing Santander), e tre presenze in Coppa del Re. La prima stagione i Boquerones si rivela all’altezza delle aspettative, confermandosi come uno dei principali artefici della storica qualificazione in Champions League del Malaga. Come già anticipato, nell’esosa campagna acquisti di quest’anno lo staff tecnico bianco-blù cerca di improntare la nuova squadra sul giovane trequartista spagnolo, proteggendolo da qualsiasi speculazione mediatica riguardo talune voci di mercato che vogliono il giocatore vicino ad altri club. Fino ad ora le sue nove presenze in Liga, con le due reti siglate contro Betis e Real Valladolid, hanno contribuito all’ottimo rendimento di inizio campionato per il Malaga, col terzo posto momentaneamente occupato. Quest’anno ha l’opportunità di poter rigiocare la Champions League: supera prima l’iniziale turno eliminatorio contro i greci del Panathinaikos, e poi effettua con il suo Malaga un trittico di vittorie nel girone d’appartenenza contro Zenit (siglando una fantastica doppietta), Anderlecht e Milan.
Per quanto concerne il capitolo Nazionale viene convocato per la prima volta nel 2009 per la selezione Under 17 per i campionati del mondo disputati in Nigeria. La Spagna in quella manifestazione arriva terza, sconfitta dalla Nigeria (vincitrice del torneo), con Isco che colleziona 6 presenze con 3 reti siglate. Passa poi in Under 19 dove ha un rullino di marcia impressionante viste le 6 reti in 9 gare disputate. Nel 2011 gioca con l’Under 20 il campionato del mondo di categoria tenutosi in Colombia. Dopo aver superato brillantemente il girone C a punteggio pieno, gli spagnoli, vittoriosi agli ottavi contro la Corea del Sud, cadono ai quarti contro il Brasile (vincitore finale). Isco (con le sue 4 presenze e un gol) fa parte della generazione d’oro degli iberici che, insieme ai talentuosi Canales, Bartra, Romeu e Tello, speravano di poter alzare la coppa in finale, ma i brasiliani dimostrano di essere di un altro livello. Successivamente, dopo la deludente parentesi delle Olimpiadi di Londra di quest’estate con la disfatta dell’Under 23 di Luis Milla (classificandosi ultimi nel proprio girone), Isco sta trascinando l’Under 21 in testa al proprio girone eliminatorio degli Europei con 22 punti grazie alle 10 presenze effettuate e alle sei reti realizzate.
Dall’alto dei suoi 175 centimetri per 79 chilogrammi di peso, Isco è un centrocampista esterno offensivo dotato di ottime qualità tecnico-tattiche. La sua caratteristica principale è sicuramente l’abilità tecnica, capace di farlo prevalere in qualsiasi situazione di gioco. La sua facilità a dribblare gli avversari in ogni porzione di campo con destrezza e agilità fanno di lui l’uomo chiave per le ripartenze e gli affondi offensivi del Malaga. Dotato di una grande visione di gioco, Isco si dimostra molto intelligente e preciso anche nei passaggi filtranti per i compagni. La sua progressione è micidiale per gli avversari, poiché (come la tradizione spagnola insegna) il pallone gli rimane incollato al piede in ogni movimento che effettua. Il suo allenatore Pellegrini lo schiera prevalentemente come esterno sinistro offensivo del trio di giocatori che gravita dietro alla prima punta Saviola (o all’occorrenza Santa Cruz), anche se ama spaziare su tutto il fronte offensivo durante l’arco della gara. Mette in campo l’anima in ogni partita e dimostra il suo carattere ingaggiando senza paura duri contrasti con gli avversari. Diversi club sono sulle sue tracce: le più interessate sembrano essere Manchester United, Borussia Dortmund, Tottenham, Manchester City, Barcellona e Juventus. Anche se lo scorso settembre il vicepresidente del Malaga, Moayat Shatat, ha dichiarato che lo sceicco Al Thani non ha più intenzione di voler vendere il club, la dirigenza del Malaga sta cercando di tutelare il suo gioiello, blindandolo con una clausola contrattuale superiore a quella attuale da 21 milioni di euro, aumentando la cifra almeno il doppio. Inoltre il suo ingaggio lieviterebbe da 400 mila euro a 1,5 milioni di euro, allungando probabilmente la sua scadenza prevista per il 2016.
Gilberto D’Alessio
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro