Con la fine del Torneo di Clausura anche la Primera Divisiòn 2010/11 termina con la vittoria del titolo da parte del Vèlez Sàrsfield. Il bel gioco e la continuità di risultati, espressi dalla banda allenata da Ricardo Alberto Gareca, hanno portato alla conquista del suo diciottesimo titolo. I “Los Pincharratas” dell’Estudiantes, del prossimo partenopeo Federico Fernandez, ed il Lanus, di Mauro German Camoranesi, principali contendenti al titolo, si sono dovuti piegare alla superiorità de ”El Fortìn”, pur onorando il campionato fino alle fase conclusiva della stagione. Il torneo è stato molto combattuto e conteso anche in zona retrocessione, dove il River Plate si ritrova a giocare lo spareggio per evitare la retrocessione con il Belgrano, partita prevista domenica prossima (26/06 c.a.). Mai nella storia dei “Los Millonarios” era accaduto qualcosa di simile. Come già successo in passato, la Primera Divisiòn è stata la vetrina di giovani talenti emersi nelle diverse squadre della nazione, facendo cadere su di sé l’interesse di tutta Europa. Cominciamo il viaggio dei giovani talenti argentini dalla squadra campione d’Argentina. Tra gli uomini di Ricardo Alberto Gareca sono due le leve che si sono espresse decisamente sopra le righe, dando un gran supporto alla squadra in termini di qualità e incisività. Ci riferiamo a Ricardo Gabriel Alvarez ed a Juan Manuel Martinez.
Ricardo “Ricky” Gabriel Alvarez è un trequartista del Vèlez. E’ un giocatore dotato di una personalità incredibile. Con il suo piede mancino disegna mai traiettorie superflue per i portieri ed incantevoli assist per i suoi compagni. Può ricoprire diverse posizioni in campo, variando su tutto il fronte offensivo. In chiave difensiva è molto utile, in quanto copre degnamente la corsia sinistra. Tenta sempre la giocata di fino, come i grandi fuoriclasse, spesso dribblando ed irridendo gli avversari. E’ dotato di un fisico prestante grazie ai suoi 188 centimetri d’altezza e agli 84 di peso. E’ nato il 12 aprile 1988 a Buenos Aires. Inizia a giocare a calcio nel Ceballito Juniors e nel Club Parque (squadre del quartiere di Buenos Aires), per poi passare nelle giovanili del Boca Juniors e, successivamente, del Vélez Sársfield. Proprio con quest’ultima fa il suo esordio nel Torneo di Clausura del 2008, nel pareggio a reti inviolate contro l’Independiente. Ma la stagione 2009/10 non inizia bene per il fantasista: infatti si infortuna ai legamenti del ginocchio; resta fuori diverso tempo ma rientra nell’ultima partita dell’Apertura 2009, durante il match tra il suo Vèlez contro il Gimnasia Jujuy, finita vittoriosa per i suoi. Segna la prima rete nella Primera Division, siglando l’unico gol della sua squadra nella sconfitta per 2-1 fuori casa contro il River Plate. La settimana successiva rimedia anche il suo primo cartellino rosso, contro il Racing Avellaneda. Nella prima stagione da professionista totalizza 11 presenze ed una rete. Nella stagione appena trascorsa, 2010/2011, Ricky totalizza 29 presenze e 4 rete realizzate, diventando così, per la sua duttilità tattica, un elemento fondamentale per la compagine di Gareca. Si rivela il trascinatore dei suoi nella Coppa Libertadores, dove il Velez arriva in semifinale, sconfitto dagli uruguayani del Penarol. Diversi club inglesi, italiani e spagnoli sono interessati a lui (fra questi il Napoli). Nei giorni scorsi, però, per il cartellino del nuovo Kaka argentino, è arrivata una cospicua offerta da parte del nuovo presidente Abdullah Bin Nassar Al-Thani del Malaga (club spagnolo allenato da Pellegrini). Vedremo come andrà a finire, di sicuro è un investimento su un futuro campione. Juan Manuel “El Burrito” Martinez, è un attaccante che milita anch’egli nel Vèlez Sàrsfield.Compone il tandem offensivo della squadra campione d’Argentina, insieme all’uruguaiano Santiago Silva, e a Ricky Alvarez che li supporta alle spalle. Ha un buon fiuto del gol, riesce a concludere più volte in rete nell’arco della gara. Alto 173 centimetri per 73 chilogrammi di peso, riesce ad esser un pericolo sia nel gioco aereo che nei fuori area, con insidiose conclusioni. Nasce il 25 ottobre 1985 a Viedma, capitale di Rio Negro. Inizia a giocare nel settore giovanile del Vèlez fino a debuttare in prima squadra. I primi due anni non sono stati di certo i migliori, infatti totalizza solo due gol in ben 41 presenze. La presidenza de “El Fortìn” decide di cederlo in prestito all’Argentinos Juniors, ma anche qui gioca poco a causa di un brutto infortunio rimediato al ginocchio destro; totalizza quindi solo 11 presenze ed una rete. La stagione successiva fa ritorno alla casa madre di Liniers, dove gioca 3 partite nella prima parte della stagione. L’altra metà la milita in Colombia nel Cucuta Deportivo, con 2 reti in 9 partite, arrivando alle semifinali della Libertadores. Nella stagione 2007-08 gioca in prestito all’Al-Shabab in Arabia Saudita (3 reti in 15 partite). L’anno dopo ritorna ancora una volta al Vèlez ed inizia a diventare uno dei giocatori più rappresentativi del gruppo. Vince un campionato clausura 2009. Il 2010 è l’anno della consacrazione per il “Burrito”, grazie ad un gol contro il Racing, in stile Maradona, diventa uno dei giocatori più famosi in Argentina. Quest’anno rivince il Campionato Clausura con il El Fortín, ed arriva la prima chiamata in nazionale nell’amichevole di febbraio dell’Argentina contro il Portogallo (terminata 2-1 per i suoi), dove subentra all’84imo al Pocho Lavezzi. Viene soprannominato “El Burrito” per via dei movimenti simili a quelle del miglior Ariel Ortega. Nonostante la disastrosa annata del River Plate, nei Los Millionarios sono emersi diversi giovani. Fra tutti troviamo Erik Lamela. Lamela è un centrocampista offensivo assai conosciuto per il suo impatto mediatico, infatti nutre l’interesse di mezza Europa (il Napoli soprattutto). E’ un giocatore che fa della tecnica la sua arma migliore. E’ dotato di un’ottima progressione palla al piede, capace di trattare il pallone con naturalezza e disinvoltura. Una curiosità: spesso corre con una tale scioltezza da far passare il pallone sotto la suola in piena velocità, roba che solo i fuoriclasse sanno fare. Spesso, però, si intestardisce in dribbling impossibili, negando la possibilità di passaggio per i suoi compagni. E’ il tipico giocatore di talento, capace di risolvere la partita con una giocata delle sue ma, al tempo stesso, se non è in giornata, può risultare anonimo durante tutta la durata del match. Nasce a Carapachay il 4 marzo 1992. A 12 anni, dopo un torneo giovanile giocato in Spagna, il Barcellona ed il Real Madrid vogliono accaparrarselo inserendolo nel proprio settore giovanile. I blaugrana presentano un’offerta da capogiro (120 mila euro all’anno), ma per accordo del padre con il presidente del River Plate, Josè Maria Aguilar, resta con i Millionarios. Gli osservatori di diversi club europei (in particolare quelli dell’Arsenal e del Siviglia) restano affascinati dal talento del ragazzo dopo che il baby-River conquista in Inghilterra la Cobham Cup contro gli Under 16 del Chelsea. Rimane, quindi, nelle giovanili per 6 anni, fino a debuttare in prima squadra contro il Tigre il 14 maggio 2009 nel Torneo di Clausura, grazie alla fiducia dell’allenatore Nèstor Gorosito. Il 5 dicembre 2010 sigla la sua prima rete fra i professionisti contro il Colòn. In questa stagione appena terminata, la prima da titolare inamovibile, Erik colleziona 32 partite e realizza 4 reti in Primera Division. Viene convocato per la prima volta in nazionale dal tecnico Batista, in occasione della prima amichevole preparatoria alla Coppa America, svoltasi il 25 maggio 2011 tra Argentina e Paraguay, terminata 4- 2 in favore della selezione “albiceleste”. Oltre al Napoli, che ha avviato la trattativa con il club di Passarella, ci sono squadre italiane, spagnole e inglesi interessati al suo cartellino. Nell’ultimo periodo di Clausura nel River Plate (allenato da J.J.Lopez), dietro la prima punta Leandro Caruso, Lamela varia sul fronte offensivo di centro sinistra, mentre su quello di centrodestra l’altro talento del settore giovanile del River: Manuel Lanzini. Nato il 15 febbraio 1993 ad Ituzaingó (provincia di Corrientes), Lanzini è un talento straordinario dotato di un’eccezionale rapidità di giocata. Nonostante il fisico molto gracile (167 centimetri per 64 chilogrammi di peso) in base alla sua giovanissima età, l’Ojon (così rinominato dai tifosi) è dotato di grande personalità. Cerca molto spesso le conclusioni da fuori e tende sempre a fornire assist per i suoi compagni di squadra grazie alle sue grosse capacità da rifinitore. Può esser schierato sia da mezz’ala destra che da trequartista, dietro ad un terminale offensivo. Possiede uno stile di gioco molto elegante e sublime, anche se difficilmente trova la via della rete personale. La passione per il mondo del calcio gli viene tramandata da suo padre che giocava per il Deportivo Morón. Gli osservatori del River si accorgono del suo talento fin dalla giovane età nel Club Academia Kaly di Ituzaingò, tanto da strapparlo alla concorrenza acquistando il suo cartellino (grazie al suo rifiuto alla proposta di Ramon Maddaloni di provare per il Boca Juniors, squadra per la quale non simpatizzava molto). Trascorre sette anni nel settore giovanile del River, dove raggiunge il suo apice di valutazione nel campionato di categoria 2008, firmando nove reti (sole due in meno dell’attaccante Leonardo Salguero) con tanto di doppietta (ed assist) nell’indimenticabile 3-0 in un “mini-clásico” col Boca. L’allenatore Angel Cappa (colui che fece esordire, fra gli altri, Javier Pastore nell’Huracan) lo fa esordire in prima squadra l’8 agosto 2010 nella prima partita della stagione, nella quale il River vince sul Tigre per 1-0. In questa sua prima stagione da professionista totalizza 22 presenze con i “Los Millonarios”, non realizzando però alcuna rete. Purtroppo, la sua irresistibile scalata si è arenata sullo scoglio di un brutto infortunio muscolare il 5 settembre, dopo un’entrata troppo decisa dell’avversario Leandro Somoza, durante la sfortunata gara contro il Vélez Sársfield. I margini di miglioramento per un talento del genere sono tanti, deve affinare specialmente la sua capacità di realizzazione sottoporta (i numeri lo dimostrano). Nonostante tutto, sulle sue tracce ci sono diversi club europei. Il River è pronto a trattare, vista l’improbabile vendita di Funes Mori (artefice di un campionato non all’altezza e quindi non vendibile ad una cifra cospicua) e non volendosi privare- da subito- di Erik Lamela.Fra i principali protagonisti dell’ottimo Torneo di Clausura di quest’anno del Lanus troviamo il giovane centrocampista Guido Pizarro. Nato il 26 febbraio del 1990, il 21enne numero 19 del club granata è un centrocampista dotato di classe, di un ottimo fisico (alto 186 centimetri e 73 chilogrammi di peso) e di un’eccellente tecnica. Fa della sua dinamicità la sua arma migliore. Risulta sempre presente nelle finalizzazioni offensive dei suoi, grazie alla grande capacità di inserimento in fase offensiva. E’ un incursore tipico, paragonabile allo slovacco del Napoli Marek Hamsik, inoltre non disdegna la fase difensiva della sua squadra essendo in grado di spezzare le trame offensive avversarie. E’ un giocatore capace di abbinare qualità e quantità al centrocampo. Con il Lanus debutta il 13 dicembre 2009 nel pareggio a reti inviolate contro l’Independiente. Durante la sua prima stagione fra i professionisti, 2009/10, Guido totalizza 21 presenze con una sola rete realizzata (il 20 aprile 2010 fuori casa contro il Colon). Ancor prima di debuttare in prima squadra, viene convocato nella nazionale Under17 argentina prendendo parte al Mondiale del 2007. Ora è uno dei titolari dell’Under 21 albiceleste. Nell’ultimo periodo si è parlato di un interessamento del Napoli, su suggerimento dell’agente Gustavo Ghezzi, procuratore, tra gli altri, anche di Martin Demichelis. Negli ultimi giorni di mercato ha ripreso quota l’indiscrezione che lo accosta al Catania, società sempre attenta al mercato argentino con il suo direttore Lo Monaco, un maestro nello scouting argentino, molto amico a Jorge Cyterszpiler, procuratore del giovane centrocampista argentino. Come il River ha totalmente deluso le aspettative dei tifosi, anche i tifosi del Boca Juniors vivono sicuramente lo stesso clima di sconforto. Nonostante, però, il piazzamento finale a metà classifica nella Primera Division, il Boca Juniors ha messo in mostra uno dei gioielli più preziosi del suo vivaio. Stiamo parlando di Pablo Nicolàs Mouche, esterno offensivo/attaccante degli “Xeneizes”. Giocatore estremamente duttile, capace di ricoprire sia il ruolo di esterno che quello di seconda punta. Mancino puro, Mouche fa della velocità la sua arma migliore, creando panico nelle difese avversarie. Stilisticamente lo si può paragonare a quel target di giocatori “alla Nedved”, ovvero inossidabili e capaci di saltare l’uomo in progressione. Mouche nasce l’11 ottobre 1987 a San Martin. Inizia a giocare a calcio nel settore giovanile dell’Estudiantes. Debutta all’età di 15 anni con la maglia dei “Los Pincharratas” nel 2003. In virtù delle simili caratteristiche, era diventato il sostituto naturale di un giovane “Pocho” Lavezzi, quando la società militava in Primera B Metropolitana. Dopo aver totalizzato solo 25 presenze ed una rete dal 2003 al 2006, nell’estate del 2006 passa all’Arsenal de Sarandi. Nel suo nuovo club gioca solo 4 partite in quanto subisce un brutto infortunio. Nell’estate del 2007 si trasferisce al Boca Juniors, dove trova un clima molto favorevole per la sua fase di recupero. La società confida nelle sue spiccate qualità, infatti Mouche trova anche il modo di giocare 4 partite del Clausura 2008. Con il passar delle stagioni “El Raton” (“il Topo”, così soprannominato dai tifosi) si rivela sempre più determinante per i suoi, crescendo esponenzialmente. Infatti, nella stagione 2008/09, colleziona 2 presenze ed 1 rete. Nella stagione 2009/10 effettua 20 presenze con 2 reti siglate. Infine in quest’ultima, 2010/2011, totalizza il suo record di presenze (31) con 2 gol messi a segno. In Nazionale ha fatto parte della spedizione Under20 in Paraguay, vantando 9 presenze con 3 gol (uno dei quali nel 6-0 al Venezuela). Il C.T. Sergio Batista successivamente lo fa debuttare nella Seleciòn, il 17 marzo di quest’anno, in occasione dell’amichevole contro il Venezuela per l’inaugurazione del nuovo stadio di San Juan. La partita termina 4-1 per l’Albiceleste e Mouche realizza la sua prima doppietta in Nazionale. Successivamente verrà convocato contro l’Ecuador e il Paraguay. In passato, club italiani come Parma e Genoa hanno preso informazioni sul suo conto insieme a diversi club spagnoli. Radio-calciomercato ci rivela l’interesse negli ultimi giorni del Catania, sempre attento in tema di nuovi talenti argentini. Vedremo chi la spunterà.
(Ricky Alvarez)
(Juan Manuel Martinez)
(Erik Lamela)
(Manuel Lanzini)
(Guido Pizarro)
(Pablo Nicolas Mouche)
Gilberto D’Alessio
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