Talvolta anche i campioni commettono gli errori più semplici, eclatanti sbavature che tuttavia non mettono in discussione l’effettivo valore di un giocatore. Ad oggi Hakan Çalhanoğlu non rientra ancora nella schiera dei fuoriclasse del panorama calcistico mondiale, ma ha tutte le carte in regola per affermarsi in tempi brevi. Il bizzarro destino ha voluto che due giorni fa questo giovane turco di soli 20 anni si è reso protagonista in negativo di un eclatante errore nel match del suo Bayer Leverkusen contro il Benfica in Champions League, steccando un facile tap-in area piccola di rigore a portiere battuto. Imprecisioni che per un ragazzo della sua età possano fungere da lezione per migliorare nel tempo i suoi punti deboli.
UN DESTRO CHE FARA’ CARRIERA – Çalhanoğlu è un abile trequartista dalle qualità tecniche significative. Non risente affatto del forte prestigio della numero 10 che indossa sulle spalle, maglia che il Leverkusen gli ha riservato subito dal momento del suo approdo nel club. La storia calcistica di questo talento, nato nella città tedesca di Mannheim l’8 febbraio 1994 (anche se la madre sia di nazionalità turca), ha inizio nel Turanspor, club fondato da immigrati turchi, e poi nel Waldhof Mannheim. A quindici anni entra a far parte del settore giovanile del Karlsruhe. Viene allevato nell’accademia calcistica del club bianco-blù, società molto abile a dare spazio ai giovani talenti del vivaio. La sua crescita graduale gli consentirà di debuttare in prima squadra il 5 febbraio 2012 in occasione della vittoria casalinga contro l’Erzgebirge Aue. Il suo chirurgico piede destro gli permette di passare immediatamente alla ribalta, facendogli riscuotere numerose richieste da diversi club tedeschi di categoria superiore. Il destino sarà benevolo per Çalhanoğlu: ben presto ha la fortuna di incrociare un personaggio di spessore del panorama calcistico europeo come Frank Arnesen, dirigente sportivo all’epoca dell’Amburgo, autentico specialista nella scoperta e nella gestione di giovani talenti. Tanti club prestigiosi come PSV, Tottenham e Chelsea hanno affidato nelle sue mani la gestione tecnica societaria, venendo ricambiati con l’esplosione di tanti talenti: da Ronaldo a Stam, da van Nistelrooy a Robben, fino ai vari Sturridge, Borini ed Obi Mikel. Arnesen scommette sul giovane Çalhanoğlu mettendolo sotto contratto nell’agosto del 2012 per 2,5 milioni di euro, ma lasciandolo maturare in prestito ancora un altro anno al Karlsruhe (per la stagione 2012/13). La parabola crescente del giovane Çalhanoğlu procede in maniera spedita. A 18 anni può già vantare uno score del tutto incoraggiante grazie alle 17 reti siglate in 36 presenze in terza divisione tedesca, categoria oramai non più idonea per le sue enormi potenzialità. Al termine della stagione si profila per lui il tanto atteso salto di qualità con il trasferimento all’Amburgo nella stagione 2013/14, sebbene essa risulti una delle più travagliate della storia del club anseatico dal punto di vista dei risultati conseguiti. L’allenatore dell’HSV Thorsten Fink bada subito alle qualità tecniche del giovane trequartista turco, non esitando ad affidargli una maglia da titolare subito in occasione della prima gara di campionato pareggiata 3-3 contro lo Schalke 04 l’11 agosto 2013. La sua prima gioia in Bundesliga arriva dopo quattro giornate di campionato con la doppietta siglata all’Eintracht Braunschweig il 31 agosto 2013, dopo esser entrato solo a dieci minuti dal termine del match.
COLPO DA BILIARDO – I numeri sono dalla sua parte a fine stagione: 38 presenze tra campionato e Coppa nazionale con undici reti siglate, non male per un debuttante in Bundesliga. Il momento più alto della sua (ancora prematura) carriera professionale si verifica il 22 febbraio 2014 in occasione della vittoria casalinga del suo Amburgo contro i campioni di Germania in carica del Borussia Dortmund. In quella circostanza il giovane turco delizia gli spettatori paganti dell’”Imtech Arena” con una potente staffilata da 40 metri su calcio di punizione, sigillando il match con un tondo 3-0 finale. Un gesto tecnico che fa rimanere tutti a bocca aperta, facendo rimanere esterrefatto persino Jurgen Klopp. (CLICCA QUI per vedere il gol). Le sue convincenti prestazioni gli riservano a fine stagione le lusinghe di importanti club importanti interessati al suo tesseramento come Chelsea, Arsenal, Bayern Monaco, Real Madrid ed Atletico Madrid, sebbene a spuntarla sia il Bayer Leverkusen. Il 4 giugno 2014 i tedeschi sborsano 14,5 milioni di euro attraverso un’efficace operazione di mercato condotta dal direttore sportivo dei rossoneri Rudi Völler, il quale ha intenzione di puntare sul talento del giovane turco per incrementare il tasso tecnico e la vena creativa delle Aspririne.
Dopo una stagione abbastanza travagliata in seguito all’alternarsi di Sami Hyypiä e Sascha Lewandowski alla conduzione tecnica, la società rossonera decide di affidare il nuovo corso a Roger Schmidt, allenatore che ha lavorato molto bene al Salisburgo durante questi ultimi anni. La filosofia di gioco di Schmidt si basa su giocatori abili tecnicamente, che gli garantiscano il giusto supporto in fase di costruzione di manovra. In tal senso Çalhanoğlu viene considerato come uno degli uomini chiave dello schieramento dei rossoneri per l’allestimento di una squadra che possa dire la sua sia in campionato che in Champions League. Il buon avvio del Leverkusen, con undici punti conseguiti dopo sei gare di campionato (dietro solo a Bayern Monaco e Borussia M’gladbach), è frutto anche del suo prezioso estro in fase offensiva. La sua visione di gioco e l’ottimo tempo con cui sforna passaggi sempre intelligenti gli permettono di guadagnare l’immediata fiducia nello spogliatoio del Bayer. Nel 4-2-3-1 di Schmidt Çalhanoğlu occupa la posizione di trequartista centrale dietro alla prima punta Kießling, supportato sugli esterni da Bellarabi e Heung-Min Son. E’ molto bravo a dispensare notevoli verticalizzazioni e lanci sempre precisi. Il suo fisico (178 centimetri d’altezza per 69 chilogrammi di peso) ed il suo stile di gioco gli permettono di rendere al meglio tra le linee, esaltando le sue qualità soprattutto quando i ritmi di gioco calano sensibilmente. I tiri da fermo sono il suo piatto forte, poiché provvisto di un’ottima precisione nelle conclusioni da breve e lungo raggio. La sua velocità di pensiero lo contraddistingue anche nei frangenti di gioco più difficili. A primo istinto sorge spontaneo il paragone con Mesut Özil per stile di gioco, struttura fisica e doppia nazionalità, tuttavia presenta ancora diversi punti deboli da migliorare col tempo come il potenziamento delle sue qualità atletiche e una maggiore predisposizione nei movimenti difensivi.
LA TURCHIA SOTTO LA PELLE – Hakan Çalhanoğlu rispecchia una delle tante storie già ascoltate per tanti altri suoi connazionali immigrati in Germania: da sempre, infatti, il giovane trequartista turco ha rifiutato le avances della Federazione tedesca per vestire, fin dalla selezione Under 16, la maglia della nazionale turca, evidenziando il suo grande senso patriottico. La vetrina in cui il suo talento ha brillato maggiormente è stata il Mondiale Under 20 del 2013, disputato proprio nella sua Turchia. Lui era il fulcro della sua Nazionale insieme a Semih Kaya (CLICCA QUI per leggere il suo Talent Scout ) e Salih Uçan (in forza alla Roma), anche se malauguratamente quest’avventura termina agli ottavi di finale contro una super Francia, vincitrice del torneo, grazie ai vari Pogba, Kondogbia, Thauvin, Sanogo e Zouma. Fatih Terim, forte della sua grande esperienza in campo europeo, fiuta il suo talento e coglie subito l’occasione per convocarlo il 6 settembre 2013 a Kayseri nel match vinto 5-0 contro l’Andorra, facendolo debuttare a soli diciannove anni nei dieci minuti finali del match. Ad oggi Çalhanoğlu fa parte in pianta stabile della Nazionale maggiore vantando cinque gettoni di presenza, partecipando con la compagine di Terim alle qualificazioni per Euro 2016.
SULLA SCIA DEI SUOI IDOLI – Buon sangue non mente. La stoffa dei fantasisti, dei fuoriclasse capaci di invertire le sorti di un match attraverso una giocata sublime, accomuna tutti questi su di un unico fattore divisore: la classe pura. Gli idoli di Çalhanoğlu non potevano che essere Iniesta e Xavi, giocatori con una tecnica sopraffina dai quali il giovane turco ha tratto ispirazione. Çalhanoğlu ha già destato stupore con la sua Nazionale nel Mondiale Under 20, cosa già capitata in passato anche ai più grandi come Maradona, Messi o Ronaldinho. Çalhanoğlu rappresenta il presente ed il futuro del calcio turco, e col tempo non potrà che passare maggiormente alla ribalta nel panorama calcistico mondiale. Un gol da 40 metri gli ha regalato la definitiva consacrazione: i suoi conti col destino sono ancora aperti.
A cura di Gilberto D’Alessio
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