Peccati di gioventù? No, c’è solo bisogno di risalire un po’ il corso del fiume. A monte, cioè, laddove partono decisioni e messe in opera. Se un po’ tutto il settore giovanile del Napoli s’è inceppato sul più bello, la cosa andrebbe imputata in prima analisi al “backstage”, a quello che si è preparato dietro le quinte in questi anni che, purtuttavia, sono stati di evidente crescita. Anche per le giovanili, ma non in misura proporzionale alla prima squadra. La stagione dei virgulti non è stata affatto deficitaria, ma è venuto a mancare sul più bello quel guizzo in più che avrebbe portato a qualche traguardo (mancato), a qualche riconoscimento in più.
SPROPORZIONE – Nel senso che, mentre la prima squadra è stata (per forza di cose) catalizzatrice di un’attenzione quasi totale, i giovani hanno dovuto fare spesso di necessità virtù. Facendosi bastare quel che passava il convento (investiti meno di 500 mila euro sinora). E, ad esempio, quella Primavera che pareva volesse spaccare il mondo, alla fine dei giochi è rimasta con un pugno di mosche in mano (non è andata meglio ad Allievi e Giovanissimi). Fuori dai play off campionato, e fuori pure dal Viareggio. Anche se, ad onor del vero, gli scugnizzi di Saurini (in bilico al momento, è alle porte Ciccio Baldini coach della Primavera del Bologna, e a ruota Fabio Pecchia) ci hanno provato in tutti i modi a lasciare il segno. A supporto di ciò, la bella ed istruttiva esperienza in Coppa Italia, dove hanno capitolato solo al cospetto di una “giovane” Signora meno acerba e meglio organizzata.
PICCOLE STAR – Se l’evoluzione del settore giovanile (quello a cui tiene poi tanto De Laurentiis) va incentivata con strutture appropriate, a cominciare dai campi di allenamento (solo la Primavera si allena a Castelvolturno), va peraltro rimarcato che giovani “saranno famosi” crescono, e anche bene. Tra l’altro ora, con l’avvento di Don Rafa, uno che “vede” molto i giovani, il settore scouting dovrebbe essere riformato e migliorato e già si vocifera sull’arrivo di alcuni talenti in erba proposti dallo stesso tecnico. Frattanto, alcuni degli azzurrini hanno stuzzicato gli appetiti di diverse società, principalmente di B e Lega Pro. Ma potrebbero anche fare al caso di una prima squadra che ne ha già fatto debuttare qualcuno (vedi Insigne jr, ad esempio).
IL SALTO – Buoni per il salto di qualità? Possibile anche. Ci vuole un quid aggiuntivo per poter competere anche ad alti livelli, buona volontà ma anche investimenti, visto che dalla prossima stagione gli Under 19 faranno la Youth League, una Champions in scala ridotta ma del tutto simile all’originale. Intanto già fanno bella mostra di sé i talentuosi cursori, Nicolao ed Allegra (interessa a Catanzaro e Paganese), quel Diamante Crispino che già offre garanzie in porta e s’è affacciato anche in prima squadra. I Celiento, e Lasicki, certezze difensive e , spingendosi più avanti, i Palma (Paganese?) e Palmiero in mediana, il Roberto fratello d’arte e l’ariete Novothny in attacco. Discorso a parte per il croato Radosevic che, mandato in Primavera per acclimatarsi, lo ha fatto presto e bene, e pare già pronto per il salto in prima squadra. Se Rafa lo vorrà.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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