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Primavera, non basta l’illusione Youth League per definirsi fantastici

Fa riflettere il crollo post-Madrid, compiuti gli stessi errori di un anno fa

“Ho parlato con Saurini, allenatore della Primavera, e mi ha destato un’ottima impressione. La cosa più importante è che ci sia un’unità di pensiero, si applichi tutto lo stesso modulo. Vogliamo migliorare il vivaio, ma non è facile. Bisogna prendere giocatori dall’estero, migliorare il centro dove si allenano le giovanili e far crescere la qualità generale dei ragazzi appartenenti al nostro vivaio. I ragazzi della Primavera mi hanno trasmesso buone sensazioni, ieri hanno anche vinto in amichevole 5-1. Se la squadra resta in Champions League, avere giovani locali di livello è importante anche per la lista Uefa”. Parlava cosìIl 26 Luglio scorso Rafa Benitez, nell’ultima conferenza del ritiro di Dimaro, definendo il potenziamento del settore giovanile uno dei tre aspetti prioritari per la crescita della società sportiva Calcio Napoli. Benitez ha cominciato la sua avventura professionale dal vivaio del Real Madrid e a Valencia e a Liverpool ha posto le basi anche per la valorizzazione del settore giovanile. La sua storia era illuminante per il destino del vivaio azzurro, sembrava essere la volta buona in cui esso cominciasse ad assumere la centralità che merita.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e la storia che abbiamo vissuto in questi mesi è molto diversa da quelle premesse estive, confermate anche dalla visita di Benitez e di tutto il suo staff al ritiro della Primavera a Cogolo di Pejo. La transizione dall’era Mazzarri, le difficoltà del primo anno hanno fatto in modo che Rafa potesse concentrarsi solo sulla prima squadra. A dividere poi il settore giovanile e la prima squadra è stata anche la precarietà delle strutture. Ad ottobre, infatti, la Primavera è ritornata al Kennedy, abbandonando la contiguità con i campioni della prima squadra, un risultato conquistato durante l’era Mazzarri.

Gli investimenti sul vivaio in questi anni si sono rinforzati ma finchè il Napoli non avrà delle strutture di proprietà non potrà mai definirsi una realtà compiuta.

La Primavera è la formazione del settore giovanile più vicina alla prima squadra, dovrebbe essere in teoria un serbatoio sempre pronto a fornire nuovi talenti. Sappiamo bene che non è così, altrimenti non sarebbe stato necessario acquistare lo svincolato Reveillere per risolvere il problema esterni dopo gli infortuni di Zuniga e Mesto.

Milan e Roma con De Sciglio e Romagnoli, in epoche diverse, sono riusciti a farlo e le storie di questi due ragazzi certificano il divario esistente tra questi club e il Napoli.

NON E’ SOLO UNA QUESTIONE DI SOLDI – Il settore giovanile ha bisogno di maggiori investimenti, soprattutto per le strutture e per lo scouting locale, per blindare la Campania Felix che vede partire continuamente nuovi talenti verso altre società. Ce lo ricordano le formazioni Under 17 e 16, dove ci sono i genoani Mandragora, Panico e Matarrese e l’interista Donnarumma. Ci sarebbero tanti altri casi ma il discorso diventerebbe infinito.

Più che di soldi. però, il Napoli ha un vuoto di pianificazione tecnica: vanno ristabilite le priorità, mettendo al centro lo scouting locale e strutturando un progetto di reclutamento e formazione dei talenti, senza dover inventare ogni estate squadre competitive con rinforzi negli ultimi giorni di mercato, come è avvenuto per la Primavera azzurra.

IL CROLLO DOPO MADRID, UNA STORIA GiA’ VISTA – “E’ una stagione fantastica, abbiamo portato vari giocatori in Nazionale. Non vorrei regalare 10-15 anni agli avversari”, parlava così Giampaolo Saurini a margine delle ultime due gare contro Roma e Avellino. Come si fa a definire una stagione fantastica quando un club come il Napoli non si qualifica neanche ai play-off?

Il bilancio della Primavera riguardo ai risultati, che rappresentano sempre il metro per valutare il lavoro compiuto, parla chiaro: eliminazione agli ottavi di finale di Coppa Italia, sesto posto in campionato e addio alla Viareggio Cup dopo il girone eliminatorio e alla Youth League dopo gli ottavi.

La confusione serve a fare propaganda, siamo tenuti a fare chiarezza. L’avventura europea degli azzurrini è stata ottima, era impensabile vedere il Napoli mandare a casa il Borussia Dortmund, sconfiggere l’Arsenal ad Aversa e tenere il Real Madrid sulle spine fino al 94’. Le grandi emozioni della Champions dei giovani non possono, però, nascondere il crollo post-Madrid, molto simile a quello che colpì Roberto Insigne e compagni dopo la finale di Coppa Italia persa contro la Juventus. Dopo la splendida figura in Spagna, Tutino e compagni hanno portato a casa solo otto punti nelle ultime nove giornate di campionato, vincendo solo due gare, a Castellammare e ad Avellino. Sono arrivati tonfi inaccettabili in casa contro Reggina e Trapani, crolli preoccupanti contro Fiorentina e Roma nei secondi tempi e un’involuzione chiara nella brillantezza, nel gioco e nella compattezza del gruppo e della squadra. Proprio come un anno fa, dove arrivarono solo due successi contro Juve Stabia e Vicenza.

Errare è umano, perseverare è diabolico. Senza drammi e conservando quanto di buono visto in varie gare della prima parte di stagione, la società deve interrogarsi e capire quali sono gli errori compiuti.

Valorizzare i giocatori sotto età è un’opportunità, ma non può essere un dogma o ancora peggio un alibi per eventuali risultati negativi. E’ una strada da compiere con coerenza: che senso ha infarcire il gruppo di ragazzi del ’97 per poi far giocare con continuità solo Bifulco tenendo in panchina gli altri? Palumbo, Lombardi, De Iorio, Fabrizio e Gennaro De Simone non sarebbero maturati di più giocando con continuità negli Allievi piuttosto che fare tanta panchina in Primavera? Liivak non ha impressionato, il suo rendimento è stato discontinuo, non sarebbe stato più giusto dargli più chances soprattutto nella parte finale della stagione?

Tutino e Romano rappresentano i migliori talenti della Primavera, entrambi hanno chiuso la stagione al di sotto delle proprie potenzialità. L’esterno d’attacco azzurro non segna dalla trasferta di Latina del 22 Febbraio scorso, Romano nella parte finale della stagione è andato più volte in panchina.

Ci sono tanti aspetti positivi: la valorizzazione di Contini, i miglioramenti di Lasicki, la buona stagione di Luperto e Rubino, ma le stagioni fantastiche sono altre.

Non sono arrivati risultati sportivi all’altezza e restano tante perplessità sulla valorizzazione del patrimonio tecnico a disposizione di Saurini.

“Il progetto è biennale, si lavora per il futuro”. Quali sono le idee per la prossima stagione? Regalare l’ennesimo anno di Primavera a Tutino, Romano, Palmiero, Contini e tutti i ’96? Per la loro crescita sarebbe opportuno mandarli a giocare in campionati professionistici, dove possono acquisire nuovi stimoli.

Siamo ancora a Maggio, ma bisogna cominciare a pensarci. Da domani la Primavera azzurra sarà impegnata al torneo di Ostuni ma un bilancio si può già fare: non può bastare l’illusione di Madrid per ritenersi soddisfatti?

 

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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