La Primavera del Napoli prova ad uscire dal tunnel della “pareggite” sfidando per la nona giornata del campionato Primavera Girone C l’Avellino (sfida in programma sabato 8 novembre alle ore 14:30, diretta testuale su IamNaples.it). Gli irpini gravitano nelle zone basse della classifica con sei punti totalizzati fino a questo momento, ed una clamorosa vittoria potrebbe consentire l’aggancio proprio agli azzurri, sebbene questi ultimi abbiano la gara contro il Latina da recuperare. Per testare l’atmosfera in casa biancoverde, la redazione di IamNaples.it ha intervistato in esclusiva l’allenatore della Primavera irpina Claudio Luperto:
La preziosa vittoria di sabato scorso contro il Crotone ha ridato morale ai suoi ragazzi in vista del match contro il Napoli di Saurini: che clima si respira nel suo gruppo in vista di questo derby?
“E’ sempre importante fare risultato, è inutile nasconderlo. Le vittorie aiutano sempre a lavorare con maggiore armonia ed entusiasmo, migliorando l’autostima in ciò che si fa. Ho cercato, come spesso faccio, di caricarli moralmente evidenziando le tante cose buone che abbiamo fatto fino ad oggi. Chiaramente è difficile che i ragazzi recepiscano il 100% di ciò che gli chiedo di fare. Ho percepito un clima di serenità giusta in vista di questa partita contro il Napoli, noi cerchiamo sempre di dare il massimo, poi accetteremo ciò che viene”
Da sempre i derby sono partite caratterizzate dall’aspetto agonistico, spesso portando alla ribalta squadre date per sfavorite: il suo Avellino può giocare un brutto scherzo al Napoli?
“Sinceramente vorrei fare brutti scherzi a tutte le squadre e non solo al Napoli, com’è successo nella prima gara all’Empoli. Speriamo di essere all’altezza delle aspettative e di disputare un buon derby sotto l’aspetto tecnico e tattico. Nel settore giovanile l’aspetto agonistico conta fino ad un certo punto, sebbene sia importante anche vincere le partite mostrando un determinato tipo di atteggiamento”
Il Napoli sembra afflitto dalla “pareggite”: qual è la mentalità giusta da adottare da parte dei suoi ragazzi per conquistare i tre punti?
“Non so come siano andate precisamente le partite degli azzurri, ma sono consapevole che spesso non sono stati fortunati recriminando magari oggi più punti di quanto ne abbiano in classifica. Il Napoli è un’ottima squadra, siamo consapevoli della loro forza e se non daremo il massimo in campo sarà difficile uscire indenni dal terreno di gioco. Non guardo gli ultimi risultati collezionati da parte loro, anzi: il non aver perso mai lascia intendere che sfideremo una grande squadra. Credo che il Napoli lotterà a fine stagione per le prime posizioni”
Il suo assetto tattico consiste in un 4-3-3 offensivo, dove la punta centrale Alessandro Aloia riveste il ruolo di perno centrale: confermerà quest’assetto tattico in vista della sfida col Napoli o ha in mente qualche mossa particolare per arginare meglio le sortite offensive degli azzurri?
“Sinceramente non mi piace dare moduli, i ragazzi lo sanno. L’importante è che si muovano tutti nella migliore maniera possibile, che ognuno sappia i compiti da svolgere in ogni zona del campo. E’ vero, per ora è stato Aloia il nostro terminale offensivo, sebbene abbia saltato due o tre giornate per infortunio. Domenica si è sbloccato, quindi è in buone condizioni anche psicologiche. In allenamento sto valutando le condizioni anche di ragazzi che hanno smaltito i rispettivi infortuni, e per questo motivo sarò anche in difficoltà nelle scelte che dovrò fare per sabato. Ho una varietà di scelta molto utile, sono tutti disponibili tranne Lampazzi fermo ai box”
Nel doppio scontro della passata stagione, il suo Avellino perse le gare d’andata e ritorno, incassando in totale ben otto reti: per un certo senso avrebbe il sapore di una “vendetta sportiva” un’eventuale vittoria sabato prossimo dei suoi ragazzi?
“Forse per i ragazzi, ma io non penso francamente a queste cose. Sicuramente le sconfitte che abbiamo subito in passato ci devono servire da lezione per il presente. La sconfitta in entrambe le gare non è di certo un bel ricordo, ma non servirà solo la rabbia a farci vincere la partita: bisognerà anche star bene in campo per cercare di far bene”
Quali sono i giovani di maggior talento sui quali sta cercando di costruire il suo progetto tecnico? Secondo lei c’è qualcuno già pronto da qui a breve per club professionistici?
“A me non piace molto parlare dei singoli, anche se l’unico giocatore in cui la società ha investito qualcosa è proprio il nostro attaccante Aloia, spero che possa migliorare e che di conseguenza possano uscirne fuori altri ancora. Quasi tutti i ragazzi provengono da importanti esperienze di settore giovanile, c’è ancora un lungo lavoro da fare. C’è bisogno di continuità, e spero che in tal senso il lavoro di un anno e mezzo sia servito, sebbene non sia facile a fronte di grossi investimenti che non ci sono”
Il suo gruppo è composto da alcuni ’97 che stanno trovando molto spazio: Shullazi, Ventola, Martino e Riccio per esempio. Lei considera una risorsa o un handicap avere tanti ragazzi che giocano sotto età?
“Assolutamente una risorsa a patto che siano abili. Chiaramente bisogna avere pazienza, senza avere fretta di bruciarli subito. Sono ragazzi giovani che potrebbero subire il contraccolpo del momento, invece bisogna starli dietro e seguirli, facendoli crescere nel tempo. A livello strutturale i nostri 97’ hanno ancora bisogno di maturare per bene, a prescindere se giochino o meno”
Il suo passato da calciatore le ha riservato una carriera da centrocampista, adempiendo gli ordini tra l’altro anche di Eugenio Fascetti: quanto è stato importante il credo di gioco del mister viareggino nella sua filosofia calcistica?
“Da ogni allenatore c’è da prendere qualcosa: da Fascetti ho appreso l’importanza di non mollare mai in ogni circostanza, di credere sempre nel lavoro. E questo è un aspetto fondamentale che cerco di trasferire anche ai miei ragazzi. L’aspetto caratteriale è molto importante per questo sport”
Nel Napoli ce n’è un altro di Luperto, che risponde al nome di Sebastiano: lei lo trasformò da esterno d’attacco arretrandolo nel ruolo di terzino sinistro e difensore centrale. Che ricordo ha del ragazzo? Come valuta i progressi compiuti nell’arco di questi anni?
“Con me giocava da esterno basso sinistro, poi l’ho trasformato da centrale perché è un ragazzo molto intelligente, che sa ben leggere le varie situazioni di gioco, che possiede un bel piede. Evidentemente il ruolo di centrale difensivo gli si addice ancora di più. Inoltre è un ragazzo educatissimo, voglioso di migliorare e di apprendere. Sono contento della considerazione avuta anche da parte di mister Benitez, spero che possa crescere perché se lo merita”
A cura di Gilberto D’Alessio
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