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Primavera: Juve, pari nel derby, ma la testa è già al Napoli

Bianconeri che dimostrano di soffrire il 4-3-3, tante le indicazioni per Saurini

Una Juve rimaneggiata non va oltre il pari nel derby contro il Torino. Barone pensa già alla fiale di Coppa Italia contro il Napoli e schiera solo tre titolari, in un 3-5-2 che all’occorrenza diventa un 4-4-1-1. Il Toro risponde con un 4-3-3 che per certi versi ricalca lo schema utilizzato dal Napoli di Saurini, con Gyasi chiamato a fare il Roberto Insigne della situazione. La tattica granata riesce ad imbrigliare bene la Juve. Gli esterni bianconeri soffrono molto il gioco sulle fasce del Torino, mentre i ritmi imposti dall’undici di Longo impediscono alla Juve di creare gioco. Le uniche occasioni juventine della prima frazione sono un inserimento di Lanini ed un tiro dalla distanza dello stesso attaccante bianconero. Nel mezzo un controllo quasi totale del Torino che al 22’ va in rete. Percussione centrale di Gatto che allarga per Gyasi il quale va al cross basso su cui si avventa Coccolo. Un azione magistrale, che, vista la facilità con cui ha colpito la difesa bianconera, verrà riproposta più volte nel corso del match. La prima frazione si conclude così con il vantaggio più che meritato dei granata, al cospetto di una Juve veramente fuori fase.

Nella ripresa Baroni cerca di cambiare le cose, schierando l’artiglieria pesante. Ceria e Di Benedetto vengono buttati nella mischia e qualcosa di più simile alla vera Juve comincia ad intravedersi. Il Torino però è ben messo in campo, con il 4-3-3 di mister Longo che copre bene tutte le zone del campo, limitando la fase offensiva dei bianconeri. La svolta avviene quando l’arbitro diventa il vero protagonista in campo. Prima espelle il tecnico bianconero Baroni per una protesta tutto sommato nei limiti del regolamento, poi entra in totale confusione, espellendo Kabashi, salvo tornare sui suoi passi ammonendo invece Ceria per un fallo precedente. La partita comincia quindi a sfuggirgli di mano, gli animi si surriscaldano, ma la goccia che fa traboccare il vaso è il rigore molto dubbio fischiato a favore della Juve. Cristini interviene su Sakor, ma l’impressione è che il difensore granata prenda nettamente il pallone. Questa è l’opinione di tutti, tranne dell’arbitro che, tra le protesta del pubblico granata, fischia il rigore. Trasforma Padovan, con tanto di esultanza polemica e coro “sapete solo rubare” come sottofondo. Ma la giornataccia del direttore di gara non finisce qui. Altra confusione tra Kabashi e Ceria, ma stavolta, sebbene sia il primo a fare fallo, il direttore di gara espelle il secondo. Una conclusione indegna per un arbitraggio veramente pessimo, che porta la gara ad incattivirsi, facendo scomparire anche il poco gioco che c’era fino a quel momento. Negli ultimi minuti la Juve cerca di fare qualcosa in più, ma il copione non cambia. Per i bianconeri quindi un punto in un certo senso guadagnato, con una formazione rimaneggiata in vista del Napoli. Gli stessi azzurri hanno potuto trarre indicazioni interessanti da questo match. La Juve ha dimostrato di soffrire e non poco il 4-3-3, e la presenza di giocatori molto tecnici in attacco, quali Roberto Insigne, potrebbe mettere ulteriormente in difficoltà la retroguardia bianconera, qualora gli esterni non coprissero a sufficienza.  È vero che con i titolari bianconeri sarà un’altra storia, ma ulteriori indicazioni possono essere tratte da un attacco che, se a due, potrebbe trovare difficoltà a superare un centrocampo folto e una difesa a 4 ben schierata. La chiave potrebbe essere limitare, come fatto dal Torino quest’oggi, il gioco sulle fasce, in modo da tagliare le opzioni offensive, e mettere il difficoltà la difesa.

Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

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