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Pino La Scala: “Anche nei settori giovanili si è schiavi del risultato. Sul Torneo delle Sirene…”

"Il Torneo delle Sirene è una realtà in crescita, ha fatto sì che i sorrentini si riavvicinassero al campo"

Sono passati due giorni da domenica, dalle finali del Torneo delle Sirene, ma se ne continua a parlare. Perché gli eventi di successo hanno sempre un post piuttosto caldo, e non stiamo parlando di Facebook ma del seguito di un fine settimana sorrentino all’insegna del calcio giovanile. C’era un andirivieni di persone dalle quali, di tanto in tanto, emergeva la fisionomia di un volto conosciuto. Giorni di sole e di pallone, le squadre campane hanno tenuto testa alle realtà nazionali ma ad issarsi in alto è stato un quotato club pugliese: la Nick Bari. Il Cesena si è dovuto piegare alla forza di una squadra che ha mostrato davvero grandi qualità e che è tornata vittoriosa dal soggiorno in terra costiera. Ad assistere alla finale c’era anche mister Pino La Scala, attuale vice-allenatore della Primavera del Napoli nonché ex calciatore e tecnico del Sorrento. Prima di tutto, gli chiediamo un commento sulla finale e se, a suo parere, la Nick Bari abbia meritato di aggiudicarsi il trofeo: “Credo che i pugliesi abbiano vinto meritatamente offrendo individualità di grande spessore, ragazzini per cui prevedo grandi prospettive. La Nick Bari presentava in attacco due ragazzi davvero impressionanti, magari il Cesena era una squadra più strutturata sul piano organizzativo, ma la Nick Bari si è imposta grazie ad individualità importanti che hanno determinato l’assegnazione del trofeo”. Ora passiamo ad una considerazione generale sull’iniziativa raccogliendo il parere di una persona del posto: “Devo ammettere che questa edizione ha avuto anche più successo di quella dello scorso anno, c’è stato più seguito, ho visto tanta gente sugli spalti e un’atmosfera davvero contagiosa. La manifestazione è stata un fattore d’orgoglio per tutta Sorrento, quella sportiva e non, e lungi da me voler fare piaggeria, ma devo complimentarmi con gli organizzatori che hanno avuto il merito di invitare club blasonati che hanno preso parte al torneo. E poi, in un periodo storico in cui il Sorrento calcio non suscita più l’entusiasmo della gente, questo torneo ha fatto sì che i sorrentini si riavvicinassero al campo”. Era importante far passare un messaggio positivo per il mondo del calcio. I ragazzini ne rappresentano il lato pulito, e guai a chi ne sfrutta la passione per un tornaconto di immagine. Il rinnovamento può partire dal basso, mister La Scala la pensa così: “Purtroppo più si va avanti e più si fa fatica ad accettare ciò che si registra ogni domenica sui campi di calcio, viene la voglia di avere sempre a che fare con i ragazzini. Mi rendo sempre più conto di quanto sia importante lavorare affinché i ragazzini non perdano la testa, e per farlo c’è bisogno di insegnamenti mirati, tendenti all’equilibrio psico-fisico. A volte, il guaio siamo noi istruttori, la figura del mister può essere salvifica quanto fuorviante. Regna incontrastata la cultura del risultato ad ogni costo e per ottenerlo non si guarda in faccia a nessuno, i ragazzini vengono sradicati con la forza da quella dimensione del calcio come divertimento per farli entrare, in tenera età, in una in cui prevale la spasmodica competizione”. Ci sono domande a cui si fa fatica a risponde, non foss’altro perché una risposta specifica sembra non esserci, ma anche al sorrentino con più presenze in serie C in maglia rossonera, chiediamo la sua idea per ripulire il calcio dai suoi mali: “Non c’è una ricetta, bisogna cercare di non imporre il risultato ma è il nostro calcio che ormai vive solo di quello. Anche a livello di settore giovanile, dopo due partite perse, si rischia il benservito, e poi si parla di progettualità. Ma come si può portare avanti un progetto se si è schiavi dei risultati? Si vuole tutto e subito, senza aspettare, la conseguenza è che si parla tanto di progetti ma non ce ne sono e non resta che vivere alla giornata”.

Fonte: torneodellesirene.com

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