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Napoli, il futuro viene dalla Primavera

I ragazzi di Saurini se crescono possono in futuro giocare in massima serie, visto il talento che hanno fatto vedere in questa stagione

Non c’è latte versato e perciò niente su cui piangere. Possiamo invece vederla in questo modo: s’è perso contro una squadra meglio attrezzata, con più esperienza in campo e, in generale, con un settore giovanile di certo più collaudato in tutti i molteplici aspetti. Insomma, perdere una finale di Coppa Italia Primavera con (stavolta) la Giovane Signora, non può essere considerato assolutamente un evento tragico. Anzi. E’ stato un successo già arrivarci, e poterla giocare prima allo Juventus Stadium e poi al San Paolo. Peraltro sotto gli occhi di oltre 30 mila e, sicuramente, uscendone a testa altissima. Da leoncini mai domi che hanno dato tutto in campo, difendendo con unghie e denti aguzzi l’1-1 dell’andata, mettendo a più riprese in difficoltà i (di certo) ben più accreditati bianconeri. E non c’è nessuno che possa affermare il contrario. Bravi, bravissimi, di sicuro questo è solo un promettente primo assaggio. 

INDICAZIONI – La prima e più confortante delle indicazioni scaturite da questa sconfitta dal sapore agrodolce, è che questa Primavera ha un’anima ben definita. E pure “core” a volontà. Gli azzurrini hanno mostrato di possedere una quota di personalità insospettabile, hanno sorpreso un po’ tutti spingendosi al di là delle aspettative, mettendoci sempre impegno e passione in gran profusione. Sicché, a parte l’approdo ad una finale complicata, anche il percorso in campionato ha segnato momenti esaltanti, soprattutto nel girone d’andata, con quei 32 punti sui 39 disponibili che li hanno proiettati all’apice della classifica, per poi flettere dopo una “Viareggio Cup” nata sotto i migliori auspici, ma poi venuta meno anche per un po’ di malasorte (estromessi ai rigori dal Genoa). C’è stato quindi qualche balbettio che ha ricacciato gli azzurrini un po’ più giù, all’attuale quarto posto nel torneo, che però in ottica play-off (per accedere cioè alle final eight) non sarebbe nemmeno da buttar via. Così è se vi pare, adesso. 

RICHIESTE – E perciò, ora e più che mai, dopo essere stati sotto gli occhi di tutti (intendendo principalmente gli addetti ai lavori), gli sfrontati scugnizzi di Saurini hanno stuzzicato gli appetiti di diverse società, principalmente di B. Ma potrebbero anche fare al caso di una prima squadra che ne ha già fatto debuttare alcuni (vedi Insigne jr). Oggetti principali del desiderio sono perciò quelli che, come tanti di questo gruppo, hanno rubato l’occhio. Come i Fornito e Tutino ad esempio, due che di certo non passerebbero mai inosservati, come del resto successe a quei Ciano e Maiello che hanno contribuito al buon cammino del Crotone. Richieste su richieste, certo che ci sono e sempre più pressanti. Ma, se per Giuseppe Fornito da Trebisacce ci sarebbe la possibilità di crescere ancora altrove, per il più giovane della nidiata, il sedicenne Gennaro Tutino, il momento di allontanarsi dall’ovile non pare ancora maturo. 
SODDISFAZIONE – Quella è di sicuro è più che palpabile. Partire da quasi zero, con la (tanta) buona volontà e lungimiranza dell’attuale team-manager Peppe Santoro (allora talent-scout), ma pure con l’input di un presidente che crede molto nella “scugnizzeria”, ed arrivare già a questi risultati, è un piccolo traguardo da preservare ed ampliare. Succederà. I Lorenzo Insigne si stanno già moltiplicando a velocità inaspettata, a partire dal quel fratellino dal sinistro vellutato che già intriga Mazzarri. E poi che dire dei talentuosi cursori, Nicolao (eroico contro la Juve) ed Allegra, del Diamante Crispino che già offre garanzie in porta e s’è affacciato anche in prima squadra. Dei Palma e Palmiero, dei Celiento, già torre imponente al centro della difesa a quattro, e poi spingendosi parecchio più avanti, di uno Scielzo combattivo ed irriducibile. Il nuovo che avanza prende vi è più velocità, e il futuro è sempre più adesso. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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