«Napoli dimmi quanto sei grande?» . Sarà stato questo il dilemma della vigilia di Giampaolo Saurini, da qualche mese sulla panchina azzurra e già tra gli allenatori più apprezzati del campionato Primavera. Il suo gruppo, coccolato dalla società spesso rappresentata e non solo dal team manager Giuseppe Santoro, può centrare un traguardo storico. In palio ad Aversa c’è la finale della Tim Cup di categoria.
Il Napoli non raggiunge questo traguardo dal ’97 (unica vittoria nella manifestazione). Sedici anni dopo, contro ogni pronostico, la Coppa potrebbe ritornare in Campania e in particolare al Sud dopo otto anni (l’ultima volta fu il Lecce ad alzare il trofeo). Prima del Napoli solo l’Avellino è riuscito due volte a primeggiare nella kermesse tricolore riservata ai più giovani. Cabala a parte, il Napoli ha ampiamente dimostrato di poter ambire al passaggio del turno. All’andata Roberto Insigne e soci sono stati beffati in pieno recupero da un’autorete di Celiento. E’ stato sfortunato il difensore che, però, non ha intaccato più di tanto le ambizioni di un gruppo somigliante ad un rullo compressore. Il Napoli, definito da Saurini una mina vagante, è riuscito ad avere sempre un cammino costante derivante da un gioco spumeggiante valorizzato dai tanti gol realizzati.
IL CAMMINO – Nel primo turno eliminatorio gli azzurri, ancora in fase embrionale, hanno eliminato il Crotone con un complessivo 7-3 (4-2 e 2-0). Stessa sorte è toccata al Catania, una delle tante antagoniste in campionato, superato 6-3 (2-0, 4-3) nel secondo turno eliminatorio. Più impegnati ma non meno entusiasmanti gli ottavi di finale. Anche la Lazio, però, è stata domata prima 3-1 ad Aversa e poi controllata, 0-0, a Formello. Stesso identico andamento col Pescara sconfitto 2-0 in casa e tenuto a bada nel return-match (1-1).
SFIDA INFINITA – Ora il secondo atto della sfida infinita contro la Roma. Ormai un classico per il raggruppamento meridionale. I giallorossi, campioni uscenti, rischiano di lasciare lo scettro ad un Napoli in perenne ascesa. Saurini ha saputo in poco tempo plasmare a propria immagine e somiglianza una squadra costruita in poco tempo, con tanti elementi coinvolti in prima persona nel progetto. Il Napoli ad inizio anno ha scelto di valorizzare i prodotti del posto. Una sorta di made in Naples ripagante di tutti i sacrifici profusi. Tutto in novanta minuti con tante pressioni derivanti anche dalla diretta televisiva (ore 14.30) prevista su Sportitalia. Sarà una vetrina importante ed un esame di maturità da non sottovalutare in ottica campionato. Dopo sedici giornate gli azzurri sono saldamente in testa alla classifica con l’obiettivo qualificazione alla Final Eight a portata di mano. Guai pronunciare la parola scudetto. E’ un sogno irrealizzabile da ben 34 anni. Pure la Coppa, però, sembrava un tabù all’inizio. Man mano ragazzi semisconosciuti, ben guidati e messi in campo, sono riusciti a far ricredere un po’ tutti attraverso il gioco e un puro divertimento. Il Napoli diverte, sa soffrire e non si scompone quasi masi. Lo farà anche oggi, nonostante in palio ci sia un obiettivo lontanamente messo in preventivo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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