E’ la stagione delle semifinali perse, il Napoli di Benitez si è fermato in Europa League contro il Dnipro, i Giovanissimi Nazionali azzurri hanno arrestato la loro corsa contro l’Inter ad un passo dalla finale e al termine di una stagione intensa e bellissima con tante belle esperienze: dai tornei internazionali alla final eight in Toscana in cui i ragazzi di mister Carnevale hanno comunque ben figurato. Per entrare nel vivo di questa stagione, abbiamo intervistato in esclusiva Massimo Carnevale, l’allenatore dei Giovanissimi Nazionali del Napoli:
Partiamo da una valutazione generale dell’annata, la tua prima esperienza da allenatore di una formazione giovanile del vivaio del Napoli. Che stagione è stata?
“Un’annata bellissima, ricca di emozioni, esperienze. Era iniziata male, ad Agosto al torneo “Scirea” facemmo una figuraccia ma benedico ancora quella competizione perchè le batoste servono a crescere. In quell’occasione abbiamo capito che in questo gruppo c’era qualità ma bisognava lavorare tantissimo. Guardando quanta strada abbiamo percorso da quell’esperienza allo Scirea alla final eight e ascoltando come tutti parlano di questo gruppo, posso solo essere soddisfatto per come abbiamo fatto crescere i ragazzi del nostro settore giovanile. La categoria Giovanissimi Nazionali è complicata, si vivono esperienze nuove: ritiri, trasferte, tornei. Quando si gioca nelle categorie regionali, è naturalmente tutto diverso”
Quando hai cominciato a percepire la crescita del gruppo?
“Nei mesi di ottobre e novembre si cominciava a notare la crescita esponenziale, poi gli esempi più evidenti sono arrivati a Marzo ed Aprile con i percorsi alla Manchester United Nike Cup e al Memorial Gusella. Battere la Roma, fare una goleada contro il Bayer Leverkusen sono risultati che hanno consacrato ciò che stavamo facendo. Devo ringraziare innanzitutto il mio staff, i collaboratori Vanacore, Crispino, Tarallo, Lucignano e tutto il reparto medico che mi hanno supportato e sopportato perchè io sono meticoloso, guardo il particolare, il dettaglio e i ragazzi che sono stati eccezionali, hanno sposato la mia mentalità. Non hanno mai disturbato un allenamento ed è soprattutto merito loro quello che hanno costruito. Abbiamo fatto un lavoro oculato, c’è stata una crescita esponenziale tecnica, tattica e comportamentale. Ci siamo concentrati soprattutto sul lavoro individuale ma anche su quello dei reparti, basta vedere i progressi della difesa. Questi ragazzi hanno solo quattordici-quindici anni, ci sono ancora ampi margini di miglioramento. La forza del gruppo è un valore importante, ho lavorato con venti-venticinque fratelli che si sono aiutati in campo e fuori. Quando siamo tornati da Chianciano, ho vissuto una scena bellissima: tutti in lacrime mi hanno abbracciato, è stato un distacco doloroso”
La Juventus investe molto di più del Napoli sul settore giovanile, riuscire a battere i bianconeri ai play-off può essere considerato il momento più importante dell’annata?
“Assolutamente sì, dopo la gara di Vinovo dei dirigenti della Juventus mi hanno detto che mai nessuno aveva giocato in maniera così brillante su quel campo. Abbiamo disputato due ottime gare sia in trasferta che in casa ma ci sono tante cose che vanno ricordate. Si parla spesso di girone mediocre ma non è assolutamente vero, vincere non è mai facile, è una battaglia riuscire a farlo in trasferta contro squadre come Paganese e Salernitana. Siamo stati sempre in testa alla classifica competendo in maniera brillante con Palermo e Catania, poi ai play-off abbiamo sconfitto sia in casa che fuori il Cagliari, una delle squadre più organizzate della categoria. Alla final eight abbiamo sconfitto il Genoa che era ancora imbattuto, naturalmente la sconfitta contro l’Inter mi ha lasciato un po’ di delusione, abbiamo giocato senza Gaetano squalificato e tre-quattro ragazzi sono scesi in campo con alcuni problemi fisici ma sono molto contento ed orgoglioso di ciò che abbiamo fatto. La mia squadra è costituita solo da ragazzi campani, le altre acquistano giocatori fuori regione o addirittura stranieri. Approfitto anche per fare i complimenti ai ragazzi del Parma che nonostante le note vicissitudini e il fallimento stanno facendo benissimo e disputeranno contro l’Inter la finale scudetto”
Il Napoli nell’era De Laurentiis a livello giovanile ha vinto poco: una coppa Giovanissimi Professionisti nel 2005, qualche torneo come la Viareggio Junior Cup nel 2011 e lo scudetto Berretti nel 2012. Tante le finali perse, cosa manca al Napoli per fare il salto di qualità per arrivare al livello delle realtà italiane più importanti?
“Non siamo lontani anni luce, siamo ad un passo da queste realtà. La società si sta impegnando molto, ringrazio e non lo faccio per retorica il responsabile organizzativo Cristiano Mozzillo che si è prodigato sempre per non farci mancare nulla e il direttore Gianluca Grava, che mi ha fatto lavorare con la massima serenità costruendo anche degli importanti momenti di confronto. Il Napoli sta organizzando molti raduni, si sta muovendo sul territorio, l’unica strada che possiamo percorrere è il lavoro. Dobbiamo stare sempre di più al fianco dei ragazzi, bisogna fare un lavoro coordinativo sotto l’aspetto tecnico, comportamentale e tattico differenziandolo naturalmente nelle varie categorie. La tecnica di base è una questione prioritaria. E’ fondamentale il confronto con squadre competitive, la partecipazione a tornei internazionali per capire il livello della squadra, dove bisogna migliorare e cosa si può potenziare. I ragazzi hanno bisogno sempre di nuovi stimoli, in tal senso ringrazio anche voi perchè è bellissimo che una testata come IamNaples.it ci segua sempre e in maniera così intensa”
A cura di Ciro Troise
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