“Innanzitutto voglio sottolineare che Gennaro era un fenomeno sin da bambino. E’ stato con noi fino a quando aveva undici anni, l’età in cui si gioca nella categoria Esordienti, ma già militava nei Giovanissimi Regionali, contro i ’94 e ’95. Vi racconto una curiosità: Genny, quando era bambino, si cimentava in un altro sport, era bravissimo nella danza classica e moderna. Convinsi i genitori a farlo giocare a calcio perché notavo in lui delle qualità superiori alla media: forza fisica, qualità tecniche e grande coordinazione, probabilmente sotto quest’aspetto la danza l’ha anche aiutato. Nel nostro lavoro bisogna saper guardare i giocatori in prospettiva e penso di non aver sbagliato almeno finora, poi spero che nei prossimi due anni, decisivi per il salto nel professionismo, Gennaro mantenga lo stesso passo ma a mio avviso non avrà problemi. Tutino era seguito da tante società: il Parma, l’Inter, la Juventus, con i nerazzurri in vantaggio su tutti (l’interesse dell’Inter si è manifestato anche dopo, clicca qui per leggere il retroscena esclusivo). In virtù, però, del mio buon rapporto con Giuseppe Santoro, ex responsabile del settore giovanile del Napoli, decisi di dare Tutino agli azzurri nonostante l’offerta molto più vantaggiosa dell’Inter dal punto di vista economico. Le giovanili azzurre si allenavano all’Ideal Camping a Licola, e legai così tanto ai colori azzurri che collaboravo con Santoro segnalando giovani talenti che notavo sui campi”. Questo é quanto dichiarato da Gennaro Di Razza, che ha cresciuto Tutino nella Juve Domizia prima del passaggio in maglia azzurra, ai microfoni di IamNaples.it.
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