I colleghi di Tuttoreggina.com hanno compiuto un’intervista al nostro direttore responsabile Ciro Troise. Ecco quanto dichiarato:
Ciao Ciro iniziamo dalla finale dell’altra sera: un Napoli intimorito uscito fuori alla distanza. Hai sensazioni positive per la sfida al San Paolo?
Sinceramente si, la Juventus può vantare un progetto diverso. E’ da anni ai vertici del campionato Primavera, l’anno scorso ha perso in finale di Primavera Tim Cup contro la Roma. Partecipa alla NextGen Series, dove ha incontrato il Paris Saint Germain, ha eliminato il Rosenborg e domenica affronterà il Chelsea. All’inizio il Napoli ha pagato il divario in termini di fisicità e d’età, la Juventus aveva anche in campo tre ’93, e soprattutto i ragazzi erano un po’ bloccati dall’atmosfera del grande stadio. Al San Paolo sarà un’altra storia ed il risultato di Torino è troppo invitante per non essere fiduciosi ed ottimisti per la gara di ritorno.
Azzurri che, però, hanno un po’ deluso al Viareggio Cup: tu cosa ne pensi degli ultimi mesi dei partenopei?
Non sono così convinto che il Napoli abbia deluso al Viareggio. Gli azzurrini hanno chiuso il girone eliminatorio con 8 gol fatti e 0 subiti, agli ottavi contro il Genoa in una gara ad eliminazione diretta può succedere di tutto. Il Napoli ha pareggiato 1-1 ed è uscito solo alla lotteria dei rigori. Più che delusione parlerei di importante lezione per la crescita di un gruppo così giovane: andando in vantaggio al 52′, bisogna chiudere la partita e non concedere al Genoa non solo l’opportunità di pareggiare ma anche di andare vicino al vantaggio nel finale. Si tratta di ragazzi tra i 16 ed i 19 anni, quindi ci può stare qualche sbavatura. Basta pensare che agli ottavi sono stati eliminati anche realtà più quotate come Juventus ed Inter, eliminate da Juve Stabia e Spezia.
Passando al campionato: dilapidato un buon vantaggio sulle inseguitrici adesso il Napoli si ritrova quarto con un -1 dalla prima (Lazio, Catania, Palermo): pensi che Saurini e Mazzella riusciranno a evitare i play-off?
E’ ancora tutto aperto nel girone C, il Napoli ha subito due sconfitte contro Lazio e Catania in cui ha mostrato una sorta di sindrome: la delusione post-Viareggio, spiazzata via con la vittoria contro il Vicenza e l’impresa allo Juventus Stadium. Vedo molto equilibrio tra le prime cinque in classifica, il Napoli può farcela. Sarebbe un risultato importante mai raggiunto nell’era De Laurentiis dove ci si è fermati più volte ai play-off, contro la Sampdoria al 2007 agli ottavi di finale (la formula era diversa rispetto ad oggi) contro il Genoa nel 2009 e contro il Palermo nella scorsa stagione.
La società campana è “brava” nel crescere i talenti del posto come Tutino e Insigne. Il primo lo scorso anno stese con una doppietta gli Allievi Nazionali amaranto, il secondo è capocannoniere del girone C anche se ultimamente fatica ad andare in gol su azione. Come giudichi il lavoro del settore giovanile partenopeo?
Per inquadrare il lavoro del settore giovanile del Napoli, bisogna fare un’analisi storica. La qualità del gruppo ’94 e di alcuni ’96 è frutto di uno straordinario lavoro di scouting sul territorio compiuto dall’ex responsabile del settore giovanile Giuseppe Santoro e dai suoi collaboratori, quelli del passato ed altri ancora presenti nella società di De Laurentiis. Il direttore sportivo Riccardo Bigon ed il responsabile del settore giovanile Francesco Barresi sono stati bravi a compiere delle scelte organizzative che hanno potenziato questo splendido materiale a disposizione. A ciò si aggiunge il maggior investimento della società, soprattutto sullo scouting, come dimostrano gli acquisti di Lasicki, Novothny e Radosevic che hanno migliorato l’organico della Primavera. La Campania è il Sudamerica d’Italia, se il Napoli avesse la capacità di costruire un lavoro di scouting sul territorio ben strutturato nel tempo potrebbe costruire le sue fortune sul vivaio. Purtroppo mancano strutture all’altezza, non c’è un centro all’avanguardia in cui far lavorare le giovanili, non dico del livello dei club del Nord o ancora di più quelli inglesi, spagnoli o tedeschi, ma almeno paragonabile ad una meravigliosa realtà come Torre del Grifo a Catania.
A proposito di Insigne: Giacchetta al vostro portale, qualche mese fa, ha dichiarato di essere stato vicino all’acquisto di Roberto quando lui era giovanissimo. Ci puoi dire qualcosa in più?
Si, Roberto, quando giocava ancora all’Olimpia Sant’Arpino, partecipò ad un raduno per la Reggina a Sant’Antimo, un paese nell’hinterland napoletano, colpì fortemente Giacchetta ma non volle allontanarsi da casa anche per l’attaccamento alla maglia azzurra ancora più forte visto che il fratello Lorenzo giocava negli Allievi Nazionali. Il Napoli, che aveva già Roberto Insigne tra i suoi archivi, fu bravo a tesserarlo grazie agli ottimi rapporti tra Orazio Vitale, presidente della scuola calcio Olimpia Sant’Arpino, e Giuseppe Santoro.
Pregi e difetti di questo Napoli attuale?
Questa Primavera esprime molta qualità con i vari Tutino, Insigne, Novothny, Fornito ma bisogna guardare con molta attenzione anche ai ’96 Palmiero e Gaetano, e poi mostra un’entusiasmante compattezza del gruppo. Individuo due difetti: non ha un grande gioco, s’affida molto ai suoi singoli più rappresentativi, in primis Roberto Insigne e poi soffre il divario in termini di fisicità soprattutto sulla mediana. Radosevic in tal senso rappresenta un forte passo in avanti.
Radosevic, attualmente con la Primavera azzurra, è stato acquistato per la Prima squadra. In queste prime settimane che impressioni ti ha fatto questo classe ’94?
Mi ha dato l’impressione di un giocatore superiore al contesto in cui si esprime. Del resto è un Nazionale croato che giocava titolare nell’Hajduk Spalato, solo le rigide convinzioni di Mazzarri sull’inserimento dei giovani e sul superamento degli equilibri di organico e di spogliatoio prestabiliti in estate fanno in modo che lui sia in Primavera, mentre Donadel ha mostrato di non aver mai superato i suoi problemi fisici. E’ stato accostato a Gattuso ma siamo lontani dal dinamismo del centrocampista campione del mondo nel 2006, però mi sembra un giocatore molto efficace, bravo nella fase d’interdizione e discreto in quella d’impostazione. Commette ancora delle ingenuità comprensibili vista la giovane età, poi soprattutto contro il Lecce al Viareggio ha messo in evidenza una spiccata capacità nel calciare le punizioni.
Sei da sempre attento al calcio giovanile. In una terra come quella campana, falcidata dalla criminalità organizzata, così come qui in Calabria, che ruolo può rivestire il calcio?
Il calcio in Campania, ma anche in Calabria, può arrivare dove non ce la fa la realtà, può disegnare la traiettoria dei sogni degli scugnizzi togliendogli dalle tentazioni della strada ed inserendoli in un contesto sportivo dove apprendono le regole della comunità e del gruppo. Bisogna, però, stare attenti a quelli che vendono sogni, ai troppi mediatori senza professionalità e fare una grossa distinzione tra le scuole calcio che esprimono un grande lavoro sociale da quelle che fanno selezione che operano in maniera diversa, interessandosi molto più all’aspetto agonistico che a quello educativo.
Hai visto giocare la Reggina nella sfida d’andata? Che impressioni ti ha fatto e come giudichi il suo campionato fin qui?
Nella sfida d’andata la Reggina ha strappato un pareggio ad Aversa ma la partita è stata condizionata dalla presenza dei fuoriquota El Kaddouri e Campagnacci. Mi hanno impressionato alcune individualità della Reggina: i due centrali difensivi Cianci e Misale, l’esterno Da Silva ed il centrocampista Maimone. Non c’era ancora Coppolaro che, essendo un classe ’97, è un giocatore da seguire visto che ha ancora ampi margini di miglioramento.
Qualche mese fa, sul tuo speciale per il sito di Gianluca Di Marzio, hai parlato egregiamente di Mauro Coppolaro. Può essere un prossimo colpo del Napoli?
Non credo, penso che la Reggina vorrà inserirlo con i tempi giusti in prima squadra, valorizzarlo e magari venderlo successivamente. Non mi risulta poi di un interesse del Napoli molto forte nei suoi confronti.
Ci saranno infortunati o indisponibili per la trasferta di Reggio Calabria?
Saranno indisponibili i due nazionali under 17 Tutino e Palmiero, poi bisogna verificare le condizioni di Nicolao che non ha ancora pienamente recuperato dall’infiammazione al tendine che l’ha tenuto fermo per una ventina di giorni prima della partita dello Juventus Stadium.
Saurini è proiettato alla sfida di ritorno contro la Juventus per regalare un trofeo alla tifoseria azzurra: probabile turnover per sabato? Proviamo ad abbozzare un probabile undici azzurro?
Il Napoli ha giocato mercoledi sera una partita molto estenuante dal punto di vista fisico, è rientrato nella mattinata di giovedì e giocherà sabato alle 12 a Reggio Calabria dopo aver affrontato un altro viaggio. Saurini non sarà proiettato alla gara contro la Juventus perchè, essendo stata rinviata, manca ancora molto alla sfida di ritorno e poi, conoscendo la professionalità di quest’allenatore, chiederà il massimo ai suoi ragazzi anche per questa partita di campionato. Crescere significa imparare ad affrontare vari impegni ravvicinati. Troveranno spazio Allegra e Savarise, squalificati per la gara dello Juventus Stadium. L’undici azzurro potrebbe essere questo: Crispino, Allegra, Celiento, Lasicki, Savarise; Palma, Radosevic, Fornito; R.Insigne, Novothny, Scielzo.
Fonte: Antonio Paviglianiti-Tuttoreggina.com
La Redazione
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