E’ tutta nerazzurra e lombarda la finale che assegnerà il secondo scudetto stagionale del calcio giovanile. Il primo verdetto è arrivato il 4 Giugno scorso, con il tricolore vinto dalla Roma nella categoria Primavera. Il secondo sarà attribuito domani nella categoria Under 17, s’affronteranno nel pomeriggio al “Manuzzi” di Cesena l’Atalanta e l’Inter che hanno eliminato rispettivamente in semifinale la Juventus e la Roma. I successi delle formazioni di Brambilla e Corti sono giunti al termine di sfide molto combattute e intense. L’Inter ha battuto la Roma per 2-1 in rimonta, il rigore di Pinamonti e l’acuto di Merola hanno ribaltato il tiro dal dischetto di Marcucci, l’Atalanta, invece, ha superato all’ultimo minuto dei tempi supplementari la Juventus per 3-2 con un gol di Bastoni. Da una parte la storia, la grande tradizione dell’Inter nel calcio giovanile e nella storica categoria Allievi Nazionali, dall’altra la qualità e l’organizzazione di gioco dell’Atalanta di mister Brambilla, che nella scorsa stagione ha guidato con successo i Giovanissimi Nazionali del Novara. Questa sfida si misura anche in certi numeri: l’Inter va a caccia del suo settimo scudetto nella categoria, l’Atalanta invece cerca il quarto tricolore della sua storia. Numeri diversi, invece, per l’annata in corso: l’Atalanta potrebbe portare a casa il double. L’Under 17 di Brambilla, infatti, ha già vinto il trofeo “Beppe Viola” di Arco di Trento mentre l’Inter, eliminato ai play-off nella categoria Under 15, ha l’ultima chance per portare a casa un successo prestigioso a livello giovanile in questa stagione. Le due realtà si sono già incontrate nella regular season, nel girone B ha chiuso da capolista l’Inter con sei punti di vantaggio proprio sull’Atalanta. Negli scontri diretti ha prevalso la squadra di Corti sia all’andata che al ritorno con lo stesso risultato: un emozionante 3-2. Entrambe le squadre adottano lo stesso modulo, il 4-3-3, ma hanno filosofie di gioco completamente diverse. L’Atalanta impone costantemente la sua qualità di palleggio, punta molto sulle capacità nella costruzione della manovra da parte della mediana, fa girare palla in velocità e poi cerca di mettere alle corde l’avversario con la vivacità di Latte e il fiuto del gol di Capone. L’Inter ha un 4-3-3 duttile, pronto a trasformarsi a gara in corso al 4-4-2 soprattutto quando Corti getta nella mischia l’arma dalla panchina: il classe ‘2000 Davide Merola, decisivo sia contro il Napoli nella prima gara della final eight che nella semifinale contro la Roma. Attaccante brevilineo, fa della rapidità di pensiero e d’esecuzione le sue principali qualità che lo rendono una “sentenza” in area di rigore: Davide Merola è stato finora “l’uomo in più” dell’Inter. Merola la risorsa dalla panchina, Pinamonti la certezza che ha siglato quattro gol fondamentali nella final eight. Il gioco dell’Inter ha nel bomber classe ’99, schierato spesso sotto età in Primavera nella stagione in corso, un appoggio costante, un punto di riferimento solido su cui impostare la propria produzione offensiva. Brambilla anche ha il suo “aiuto dalla panchina”: è l’attaccante ungherese Szabo, autore di nove gol in quattordici presenze. Praticamente Szabo è andato a segno una volta ogni settanta minuti, realizzando così più di una rete a partita. Alle 17 al “Manuzzi” il calcio d’inizio, in campo per il tricolore. Comunque vada, sarà nerazzurro: colori uguali, destini diversi. E’ questa la storia di Atalanta-Inter, la finale scudetto della categoria Under 17 A e B…
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