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Alla scoperta di Saurini, il nuovo maestro degli Scugnizzi napoletani‏

A Brescia ha lanciato Leali ed El Kaddouri

Giampaolo Saurini, attaccante soprannominato “Sauro”, con un passato diviso tra la Lazio e la provincia calcistica italiana, si appresta a diventare il nuovo tecnico della Primavera del Napoli. Sulle sue spalle la difficile eredità di Dodo Sormani, volato in Inghilterra al Watford di Zola, e il compito di sfornare nuovi Scugnizzi per il Napoli giovani e spettacolare, tanto caro al presidente De Laurentiis.

IL SAURINI CALCIATORE – Nato a Colleferro, il 13 novembre del 1968, classico attaccante con molti centimetri e una buona vena realizzativa, cresce nelle giovanili della Lazio, squadra con cui avrà un rapporto travagliato. Mandato a fare le ossa prima a Cagliari in C1 e poi alla Lodigiani in C2 riesce ben presto a ritagliarsi il dovuto spazio. Nonostante vada a segno poche volte risulta sempre tra i migliori in campo, tanto che la Lazio decide nella stagione 90/91 di riportarlo alla base. Con i biancocelesti disputa una stagione sottotono, scendendo in campo solo 11 volte e segnando un solo gol. Viene dunque mandato a Brescia, città della sua consacrazione. Tra Serie B e Serie A va a segno 14 volte. La Lazio a questo punto decide di riportarlo a casa, ma a causa della concorrenza spietata in avanti (in quella squadra c’erano attaccanti del calibro di Casiraghi, Signori e Boksic) il tecnico Zoff lo fa scendere in campo solo una volta. Saurini decide quindi di andare via da Roma nel mercato di riparazione, accettando l’offerta di una pericolante Atalanta, che, nonostante il suo contributo, non riesce a salvarsi. Rimasto a Bergamo anche la stagione successiva, contribuisce con 9 gol all’immediata promozione degli orobici, salvo poi essere ceduto nuovamente al Brescia. Dopo solo una stagione, neanche tanto entusiasmante con i lombardi, viene ceduto al Palermo. In Sicilia Saurini disputa la sua miglior stagione, andando a segno ben 16 volte, nonostante la disastrosa annata rosanero, culminata con la retrocessione in Serie C e il passaggio al Padova, dove rimarrà per due stagioni, nonostante un’altra retrocessione, collezionando 14 reti in 42 presenze complessive. Dopo una breve parentesi nel Gualdo (6 reti in 26 presenze), sceglie di concludere la carriera nei dilettanti dell’ USO Calcio.

LA PRIMAVERA DEL BRESCIA – Nel 2008 accetta l’offerta della sua ex squadra, il Brescia, per entrare nel settore giovanile come allenatore della Primavera. In 5 anni alterna campionati di buon livello ad altri decisamente sottotono, non tralasciando mai l’obiettivo primario del formare giovani talenti. E’ comunque nella stagione 2009/2010 che Saurini, con una delle migliori squadre Primavera di sempre, sfiora l’impresa di vincere il titolo. Dopo aver fallito l’accesso alla fase finale per pochi punti la stagione precedente, Saurini ottiene un prezioso quinto posto che gli vale l’accesso alle fasi finali. Alla guida di una squadra che annoverava tra gli altri Leali, Salomon, El Kaddouri e molti altri ragazzi quest’oggi nel giro delle grandi squadre, Saurini riesce ad eliminare la quotatissima Juve e la temibile Lazio, prima di arrendersi in Semifinale all’Empoli. Il grande rammarico per la finale sfuggita in malo modo è però mitigato dall’incredibile quantità di giovani talenti che fu in grado di sfornare la Primavera del Brescia quell’anno. Giocatori talmente forti, basti pensare a Leali, ora alla Juve, ed El Kaddouri, conteso da mezza Serie A, che entrarono immediatamente nel giro della prima squadra. Le due annate successive furono di minor levatura, un 7° ed un 11° posto, nonostante Saurini continuasse nella sua missione di sfornare giovani promesse, tra le quali una menzione particolare spetta a Defendi e Martina Rini, passati entrambi stabilmente in prima squadra.

L’ADDIO AL BRESCIA E IL PASSAGGIO AL NAPOLI – Dopo essere stato anche vicino a guidare la prima squadra in diverse occasioni, il rapporto di Saurini con il Brescia si è esaurito dopo 5 anni. Alcuni contrasti con il presidente Corioni sembrerebbero essere stati fatali. Il numero uno bresciano gli imputava scarsi risultati, mentre il tecnico ribadiva che la sua missione non era mai stata vincere campionati, bensì quella di sfornare quanti più giocatori per la prima squadra. Contrasti che hanno portato al divorzio dopo cinque anni, nonostante ci fosse un mezzo accordo per proseguire ancora una stagione. Su di lui si è fiondato il Napoli, che in verità lo contattò anche la scorsa stagione prima di preferirgli Sormani. Un binomio che in chiave futura potrebbe far ben sperare, considerando le potenzialità della Scugnizzeria e i numerosi talenti delle varie squadre giovanili del Napoli che aspettano solo una buona vetrina, e un ottimo maestro, per poter essere lanciati nel giro della prima squadra.

Giancarlo Di Stadio

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