Lo becchiamo mentre è seduto in Tribuna Centrale, in attesa che inizi la prima partita del turno pomeridiano della seconda giornata del Torneo delle Sirene. Carmine Gautieri non vuole perdersi alcunché, chi vive di calcio non può restare insensibile quando sul rettangolo di gioco si affrontano ragazzini pieni di sogni e slanci. Gli chiediamo di rilasciarci due battute, lui non si sottrae e ci invita ad accomodarci accanto a sé. Prima di tutto, ci interessa sapere la sua impressione circa l’evento calcistico: “E’ una iniziativa molto bella e importante, lo testimonia il fatto che società campane abbiano la possibilità di confrontarsi con società professionistiche da cui possono trarre insegnamenti costruttivi anche sotto il profilo dell’atteggiamento e della disciplina. Si cresce anche attraverso il confronto con realtà diverse, soprattutto di altri posti. E poi, da campano, posso dire che le nostre squadre possono fare bella figura anche contro questi club, ne abbiamo avuto la conferma con il Sorrento che è riuscito a battere la Juventus. I ragazzini rossoneri hanno dato tutto contro i blasonati avversari e, con una gara in più sul groppone, si sono fatti trovare scarichi al secondo appuntamento e, su un campo del genere, avere le gambe pesanti può rivelarsi un fastidioso handicap”. All’ex giocatore del Sorrento, quest’anno sulla panchina del Livorno fino a gennaio, chiediamo anche cosa si potrebbe fare perché il calcio salga alla ribalta per virtù e non per vizi: “Bisogna cambiare la cultura e la mentalità non attenendosi troppo ai risultati ma alla crescita dei ragazzi. Questo è il compito degli istruttori e delle società, purtroppo capita spesso di imbattersi in persone che antepongono la soddisfazione personale al miglioramento dei ragazzi. Penso che i risultati passino in secondo piano se poi si fa in modo che i ragazzi possano coltivare il sogno di affermarsi in questo mondo. Anche in questo torneo, più che pensarsi ad imporsi sul campo, è importante imparare dall’organizzazione di club della massima serie italiana”. Al Gaucho, non si può non chiedere qualcosa su Sorrento città e squadra, ne emerge un occhio critico anche su questioni non attinenti al rettangolo di gioco: “Sorrento è un gioiello e la frequento spesso, nulla da eccepire sulla bellezza di un posto che da sempre è meta fissa di turisti di tutto il mondo. E poi la bellezza è abbinata alla tranquillità che continua ad esserci, ciò su cui bisogna migliorare è nella gestione del traffico e sulla cura dei tanti palazzi storici che necessitano di maggiore valorizzazione”. Rispetto ai tempi in cui anche lui ha indossato la casacca rossonera, è cambiato quasi tutto. Se prima si sognava, ora si spera di non precipitare sempre più in basso. Ecco il suo commento: “Si sta vivendo un momento difficile perché Giglio prima e Gambardella poi, hanno fatto sognare la gente. Si doveva sperare nell’insediamento di persone dello stesso spessore dei predecessori e, quando non capita questo, inevitabilmente si è costretti ad assistere ad un ridimensionamento. Prendiamo anche l’esempio di società del massimo campionato che, finita l’era dei grandi presidenti, hanno dovuto inaridire le ambizioni. Per quanto riguarda il Sorrento, pur vivendo una situazione negativa, credo che ci siano le condizioni per ripartire, del resto più in basso si cade e più si sente la necessità di rialzarsi”.
Fonte: Maurizio Longhi per torneodellesirene.com
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