Con la vittoria contro il Crotone, che ha fatto seguito a quella sul difficile campo della Sampdoria, si è chiusa anche la stagione 2017-2018 del Napoli. “Se vinceremo le ultime due partite, potremo dire di essere i campioni morali di questo campionato”. La squadra di Sarri ha risposto alle parole del Presidente De Laurentiis e ha finito in bellezza: in bacheca non ci saranno titoli concreti e tangibili, ma certamente – per come sono andate le cose – è giusto sentirsi comunque vincitori virtuali. E che non lo si dica solo a Napoli e tra i tifosi azzurri, ma che tutta la critica lo stia ancora sottolineando a quasi due settimane dal termine del torneo, è solo un’ulteriore dimostrazione di quanto questo sia sentimento comune, assolutamente condiviso e, dunque, per definizione, non di parte.
Di questa stagione ci resta un sogno infranto, ma anche un’organizzazione di gioco che sarà impossibile da dimenticare per i giocatori. Se con l’addio di Sarri c’era il timore di una diaspora di giocatori, in particolare quelli di “fiducia” del mister toscano, l’arrivo di Ancelotti potrebbe aver scacciato la paura, perché un tecnico così affermato, ammirato e vincente, i grandi calciatori non solo riesce a tenerli ma, anzi, dovrebbe anche riuscire ad attirarli. Ripartendo da tutti quelli già in rosa, Reina e forse Hamsik esclusi, e con qualche innesto di livello, non solo si può sperare di non abbassare l’asticella, ma piuttosto di riuscire anche ad alzarla. Nella sua carriera, poi, mister Carletto ha dimostrato grande intelligenza tattica ed organizzativa, entrando nei suoi progetti in punta di piedi, rispettando il lavoro e l’anima della squadra che rilevava, senza mai stravolgere il passato, soprattutto se – come il Napoli di Sarri – funzionava alla grande, pur non rinunciando a metterr il suo tocco. Spesso decisivo e vincente, come abbiamo già detto.
Non abbiamo dubbi, dunque, che il capolavoro di Sarri continuerà a vivere e a risplendere anche nel “nuovo” Napoli, soprattutto se si dovesse ripartire dalle fondamenta. E queste fondamenta si chiamano Insigne, Mertens, Callejon, Koulibaly, Albiol, Allan (e si spera anche Jorginho, big inglesi permettendo) e tutti gli altri. Su questa ottima e solida struttura, toccherà al Presidente De Laurentiis incastonare qualche gemma, per ripartire l’anno prossimo con grande forza e andare a riprenderci “tutt chell che è ‘o nuost'”. Ora non ci si può più nascondere, questo è il momento di fare il grande salto, alzare il livello, far capire a tutti che il Napoli vuole essere una realtà del calcio europeo, che non solo non vende i suoi migliori giocatori, ma che piuttosto li strappa alle dirette concorrenti. Serve un segnale forte anche da parte della proprietà: Ancelotti è un ottimo colpo, ma deve essere solo l’inizio. E anche i bookmakers stanno affilando le quote per il prossimo anno: lo Scudetto 2018-2019 sarà ancora una sfida Juve-Napoli, ovviamente, con Roma e Inter come terze incomode. Sperando che, questa volta, sia solo il campo a contare.
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