Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti presenti all’esterno della camera ardente a Roma di Sinisa Mihajlovic: “Lui era ancora allenatore del Bologna, ci eravamo incrociati su dei collaboratori, a lui ne serviva uno e ne aveva in mente uno che conoscevo. In quel momento approfondimmo la nostra stima ed amicizia. Fuori dal calcio era uguale, uno che faceva subito capire chi avevi di fronte: non aveva il timore di doversi nascondere per poi fregarti o aggirarti in qualcosa. Ti faceva capire subito con chi avevi a che fare, poi aveva la forza di una persona di valore, quando ci giocavi contro si sentiva subito. Qualcosa che non gli ho detto? A Bologna aveva stima di quello che era il mondo del calcio, avversari che gli somigliavano, aveva a cuore la situazione di Napoli perchè in generale gli piaceva come squadra e città. Ci siamo allungati un po’ su questi discorsi qui. Gli striscioni dei tifosi del Napoli? Lui riceverà affetto da tutte le parti, era così molto diretto, suscitava subito questo senso di persona vera e diretta. Le punizioni? Non c’erano solo quelle”.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro